Carlo Verdone torna a vestire i panni dei mitici personaggi dei suoi primi film, ovviamente cresciuti: ci sarà Leo, il bullo di Un sacco bello, ormai sposato, ma anche l'insopportabile Raniero e il coatto Ivano, protagonisti di Viaggi di nozze.
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Spesso il confine fra il brillante e il pacchiano, fra il comico ed il patetico non viene colto dal regista. Imbarcando su di una malsicura narrazione prolissa e ridondante, un grottesco carrozzone di personaggi i cui caratteri vengono accentuati sino al paradosso ed alla straziante esasperazione, Verdone certo farà botteghino assicurato, ma stavolta crolla il mito della fine caratterizzazione, della sapiente ma garbata satira di costume, della comicità dei gesti e delle parole. Ciò che resta - salvo alcune pillole d'effetto ed una bella Gerini - è un film che non ha più nulla da dire e che viene brutalmente demolito da pessimi incastri narrativi, dialoghi inutili, idee malriuscite e soporifere. Peccato.