gosford park regia di Robert Altman Italia, Gran Bretagna, USA, Germania 2001
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gosford park (2001)

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locandina del film GOSFORD PARK

Titolo Originale: GOSFORD PARK

RegiaRobert Altman

InterpretiMaggie Smith, Michael Gambon, Kristin Scott Thomas, Emily Watson, Stephen Fry, Derek Jacobi, Alan Bates, Ryan Phillippe, Charles Dance, Clive Owen

Durata: h 2.17
NazionalitàItalia, Gran Bretagna, USA, Germania 2001
Generecommedia
Al cinema nel Marzo 2002

•  Altri film di Robert Altman

Trama del film Gosford park

Inghilterra primi anni '30. Sir William McCordle e sua moglie Lady Sylvia invitano alcuni parenti ed amici per un week end in campagna. Tra sfarzo e relax non può mancare il delitto...

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Voto Visitatori:   6,83 / 10 (78 voti)6,83Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Migliore sceneggiatura originale
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Migliore sceneggiatura originale
Miglior regista (Robert Altman)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior regista (Robert Altman)
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Voti e commenti su Gosford park, 78 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

hghgg  @  24/10/2017 13:13:20
   8 / 10
Nel 2001, anno di uscita di "Gosford Park", da Altman ci si sarebbe potuto aspettare qualcosa inseribile in una fase discendente della carriera di uno dei grandi maestri del cinema americano, col cavolo invece perché Altman tira fuori dal cilindro l'ennesimo filmone della sua carriera, sempre all'insegna dei tentativi e della sperimentazione, non priva di scivoloni ma colma di film eccezionali.

La direzione è quella nello stile di cui Altman è sempre stato maestro indiscusso: corale e caotica, con il solito cospicuo numero di attori apparentemente lasciati a loro stessi ma controllati come marionette da un burattinaio infallibile in questo genere di film.

Altra cosa che resta invariata è la graffiante e amara satira che Altman ha sempre diretto nella sua carriera verso numerosi bersagli e sempre con immutata precisione ed intelligenza.

Questa volta si concentra a smascherare le ipocrisie e le falsità tanto dell'alta società inglese dell'inizio degli anni '30 quanto della propria servitù, dove intrighi e segreti, storie e drammi si incrociano tra le due classi sociali e l'ambientazione inglese è come sempre un pretesto per narrare delle ipocrisie, delle debolezze e delle meschinità umane in generale.

Interessante notare chi è lo sceneggiatore di questo film: Julian Fellowes (soggetto e ideazione sono dello stesso Altman) a cui il regista si affida per mettere in scena questo suo nuovo spettacolo di corale meschinità.

Fellowes dopo "Gosford Park" scriverà anche film quali "La fiera delle vanità" e "The Young Victoria" (e pure, evidentemente sotto crack, "The Tourist"...) ma soprattutto continuerà, una decina di anni dopo questo film, a descrivere il binomio tra nobiltà inglese e servitù con la sua serie tv "Downton Abbey" che certo gli ha dato occasione di continuare a mostrare un cospicuo numero di ipocrisie e meschinità di quegli ambienti ma certo con uno stile e degli obbiettivi ben differenti da quelli ricercati in "Gosford Park" che è creatura altmaniana e, come sempre, si vede. Parecchio.

Eccellente in ogni caso la gestione di Fellowes del racconto corale e del film in costume che si tinge di giallo, ci sono pochi dubbi sul fatto che questo film sia il suo personale capolavoro di scrittura.

Si è vero, il film è decisamente lento e privo di ritmo e probabilmente è un limite non possedendo la potenza e la ricchezza narrativa di un "L'Età dell'Innocenza" (si lo so faccio schifo, ogni occasione è buona per fare i complimenti a Scorsese) che tanto i suoi bei "è brutto perché è lento" se li è presi anch'esso quindi come non detto.

Esemplare invece la cura scenografica e la ricostruzione sia ambientale che psicologica dell'aristocrazia e della servitù inglese dell'epoca (per quanto posso saperne io, almeno). Altrettanto ottima la fotografia, che si esalta negli splendidi interni messi in scena con la suddetta cura e attenzione.

Molto interessante il cast, ci sono alcuni attori che lavoreranno poi nuovamente con Fellowes più che con Altman.

Immancabile la grande Maggie Smith (che di Fellowes ha fatto le fortune, altroché) così come l'ottimo Michael Gambon, in un personaggio tratteggiato divinamente nelle sue terrificanti ambiguità e meschinità. E, a proposito della gente che "Meno male che ha recitato in Harry Potter sennò sai che disastro quei film senza di loro" c'è anche Geraldine Somerville che dimostra di poter recitare ed esistere anche al di fuori dei flashback di un babbeo con lo sfregio in fronte.

Divertitevi come me, ex-bimbi cresciuti con il maghetto, a vedere il crudele Altman donare alla Somerville il ruolo della vita nei panni di una nobile-snob gatta morta senza pari. Ma che belli i personaggi di Altman. Solo lui poi poteva riempirci di effusioni tra lei e ehm... Silente. E maritarla con Tywin Lannister (Charles Dance). Vabè finito di ridere laggiù ? Ecco, comunque anche la Somerville ha recitato ancora in un lavoro sceneggiato da Fellowes, la mini-serie tv "Titanic" del 2012 (notare come un paio di anni prima "Downton Abbey" si fosse aperta proprio con la notizia dell'affondamento del Titanic).

Un'altra buona prova è quella di Emily Watson (anche lei con Fellowes nel suo film come regista del 2005 "Un giorno per sbaglio") così come per Kelly Macdonald e Kristin Scott Thomas, perfette nei loro personaggi. Perfetta, guarda tu il caso, è anche Helen Mirrer ed è proprio con lei che nel finale, potente, bellissimo e stordente nel suo dramma, si libera anche la forza emozionale di un film che fino a quel momento è più che altro feroce satira e precisa ricostruzione formale.

Nel cast anche Clive Owen, Tom Hollander, Eileen Atkins (che lo sceneggiatore ritroverà ne "La fiera delle vanità") e via dicendo. Da notare anche gli spunti comici portati dagli interventi del detective inetto e del suo più zelante assistente.

La parte "gialla" del film, ben costruita, è comunque solo un pretesto per scoperchiare le meschinità tenute segrete, nel momento in cui la critica di Altman colpirà con più violenza.

"Gosford Park" è un ottimo film costruito benissimo in tutti i suoi aspetti tranne forse che in uno sviluppo narrativo corale che risulta poco appassionante lungo tutta la prima metà del film cosa che pone questo film un gradino al di sotto dei grandi capolavori di Robert Altman, sebbene il film centri perfettamente i suoi obbiettivi critici e satirici, così come quelli estetici e, nel finale, si prenda anche la licenza di emozionare.

L'ennesimo bel film di uno dei più grandi registi americani di tutti i tempi.

4 risposte al commento
Ultima risposta 26/10/2017 09.15.00
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  13/11/2008 12:52:00
   7½ / 10
"La regola del gioco è il film che più di qualunque altro mi ha insegnato le regole fondamentali del cinema". Da queste parole di Altman viene spontanea l' associazione di "Gosfard Park" al capolavoro di Renoir, un film dalla divisione sociale per piani, letteralmente "i piani bassi", e "i piani alti", dove la disciplina della servitù appare addirittura più rigida e intrasigente, un luogo nel quale si assiste ad una contaminazione di tipo gerarchico. Nel linguaggio cinematografico specifico del film, ciò accade soprattutto in un incontro sull' uscio della porta, con il servo perfettamente agghindato, corteggiato dalla padrona priva di trucco, non curata, in uno stato quasi decadentistico. Nulla di nuovo quindi, ma è un racconto del grande affabulatore americano, e non si può che star zitti a guardare. Eccellente la fotografia.

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Ultima risposta 07/09/2009 12.49.02
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  05/04/2007 12:42:25
   8½ / 10
Dopo il fiasco del "Dott.T"Altamn ritorna a mostrare il suo genio con sguardo cinico,lucido,incisivo e lungimirante,lontano da qualsiasi forma di compromesso.Degno erede delle sue opere migliori.

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Ultima risposta 05/04/2007 13.02.04
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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  04/01/2007 18:00:22
   7 / 10
A me non ha colpito particolarmente e non riesco neppure ad avvicinarlo ad altri lavori molto più corrosivi di Altman. E' sicuramente un buon film, con un ottimo cast, che però non mi ha esaltato. E' molto vicino, forse troppo, al semplice esercizio di stile. Troppo classico nell'impostazione e prevedibile nello svolgimento. Quasi un film anacronistico. Quanto alla tanto esaltanta critica sociale... ma veramente basta così poco? Ho visto di meglio.

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Ultima risposta 04/01/2008 12.19.29
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Gruppo COLLABORATORI antoniuccio  @  13/12/2005 11:36:33
   9 / 10
L'unico Altman - per ora - che mi piace.
Originalissimo il punto di vista del film, per una volta la società inglese viene vista dal punto di osservazione della servitù.
Se la casa è snob, anche la servitù è snob. Bellissimo. Mi piace il fatto che anche le cameriere giudichino gli ospiti, guardando con la puzza sotto al naso un'ospite che "non può permettersi la cameriera personale".
Bella la scena dei coltelli, che la cuoca deve contare prima di chiudere la cucina... C'è un delitto, ma forse è l'elemento minore del film. Quello che si evince è il decadentismo di una certa società, mascherata dietro a buon nomi e modi affettati, ma in declino libero...
Maggie Smith è fantastica, soprattutto durante la infinita partita a carte, durante la quale infligge stilettate agli "arrampicatori sociali", quando è lei stessa ad avere una certa necessità.

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Ultima risposta 19/09/2006 13.26.10
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ciccio.antani  @  03/09/2004 12:40:15
   1 / 10
Ma cosa avete al posto dei testicoli!!!! Due sfere d'acciaio???
Come fa questo film ad avere un 6,4 di media. Mai visto un film più noiso. Non vedi l'ora che finisca!!!
I costumi e le ambientazioni non bastano per fare un film.

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Ultima risposta 13/04/2006 13.36.34
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tupolevv  @  17/04/2004 21:05:36
   1 / 10
a vi rendete conto ke date 8 a questo film..... si è vero mescola insieme amore odio gelosie... ecc.. ecc... ma nn è sufficiente la trama è piattissima... si aspetta sempre ke succeda qualcosa e invece nulla.... il film non decolla mai risulta lento noioso e alla fine non ti lascia assolutamente nulla...... è vero è un affresco ma nulla di +........ il fatto ke sia ben curato nn è sufficiente....... il risultato è una cosa inguardabile.

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Ultima risposta 18/08/2006 21.42.57
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sara  @  12/03/2002 22:12:23
   9 / 10
Stupefacente la capacità di Altman di scrutare nei minimi dettagli il mondo degli aristocratici e quello dei loro servitori. Il film è superlativo !

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/11/2005 19.20.24
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