ghastly (2011)

Bambini posseduti o tendenti alla malvagità e quindi distruttori di nidi domestici sono un leitmotiv della cinematografia thriller e horror, spesso utilizzati come pretesto per portare a galla le ipocrisie di ambienti in apparenza integerrimi.
Difficile quindi trovare direzioni narrative innovatrici nell'ambito di un argomento già saccheggiato in tal modo.
Ci prova Go Seok-Jin con il suo "Ghastly", storia derivativa con esili analogie inerenti il giapponese "Ju-On" , dal quale attinge soprattutto nella costruzione di un antefatto di rara crudeltà, denominatore comune di molti horror asiatici in cui la serie di omicidi è spesso motivata da una cieca vendetta.
Al centro del racconto c'è il piccolo Bin, affidato a una coppia di parenti dopo l'orrenda e misteriosa morte dei genitori. Sin dalla prima notte appare chiaro che qualcosa non funzioni nel verso giusto, spaventosi incubi iniziano a tormentare le potenziali vittime. In particolare a soffrirne è la zia, da subito eccessivamente affettuosa con l'orfanello, forse per via di un palese bisogno di maternità che effettivamente diverrà tangibile in modo piuttosto macabro.
Nulla da dire sulla messa in scena e sul vigore ansiogeno di un paio di sequenze, il problema della pellicola però sta nel rifarsi troppo a cose già viste, a grandi linee tutto è prevedibile ed il piccolo protagonista non ha le caratteristiche fisiche adatte per inquietare a dovere. Ci sono poi forzature davvero imperdonabili mentre la gestione di alcuni personaggi ,come la nonna o il poliziotto sveglio, sono irrimediabilmente frettolose.
La tensione monta in modo episodico e manca il disagio che certe tematiche devono sollevare, la tragedia del bambino reso doppiamente vittima da eventi soprannaturali ma anche da adulti spaventosi non scuote gli animi più di tanto.
Niente male il finale rivelatore con annesso toccante flashback atto a chiarire gli eventi, meno riuscita ,tuttavia accettabile, l'appendice che lascia aperte le porte a un sequel.