Mike Schmidt, una guardia di sicurezza notturna, inizia a lavorare al Freddy Fazbear's Pizza. Durante la sua prima notte di lavoro, si rende conto che gli animali animatronici fanno i loro giochi sinistri di notte.
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Confusionario, anemico e privo di tensione e caratterizzato da una messa in scena televisiva. Il box office sorride ma l'ultima produzione targata Blumhouse delude le aspettative. Se da un lato, Five Nights at Freddy's, non entusiasma narrativamente e a livello scenico, ha invece il pregio di costruire in modo accurato il personaggio protagonista di Mike, donandogli profondità attraverso ossessioni e paranoie frutto di un drammatico passato, che si riflette sul difficile legame con la sorellina Abby. Un trauma personale che viene rivelato gradualmente, ma tuttavia non sufficiente a far decollare come si deve un racconto dallo sviluppo spesso lacunoso e noioso da cui ci si aspettava decisamente molto di più. A questo punto è il caso di rivalutare il buon vecchio Willy's Wonderland (di Kevin Lewis, 2021) che ha un Nicolas Cage che, senza mai dire una parola, le suona di santa ragione ai grotteschi animatroni posseduti da un serial killer.