facciamo l'amore (1960)

Tradizionale commedia romantico-musicale basata sugli equivoci che George Cukor dirige con pacatezza, classica in tutto e per tutto, senza troppe pretese, elegantissima nel suo Technicolor da urlo e confortevole nel suo lieto fine. Rispetto al frizzante primo atto, la seconda parte ha talvolta un ritmo singhiozzante; l'operazione comunque porta a casa la pagnotta, complice l'affiatata chimica tra Monroe (che già con il numero "My Heart Belongs To Daddy" elettrizza lo schermo) e Montand. Simpatici e cammei di Bing Crosby e Gene Kelly.

Prima parte meno scoppiettante rispetto alla seconda, per questo le quasi due ore di durata sembrano eccessive, ma visione che intrattiene discretamente, soprattutto grazie al fascino della Monroe e alla bravura di Montand.
Qualche cameo famoso impreziosiscono una storia, tutto sommato, gradevole e discretamente confezionata.

Non il migliore film con Marilyn ma lei è sempre fantastica. Probabilmente qui penalizzata dal partner Yves Montand.

Confezionato da Cukor con la sua consueta eleganza e l'inizio non è male ma come commedia degli equivoci alla lunga mostra la corda perdendosi un pò troppo nei patetici e noiosi siparietti in cui Montand cerca di imparare i rudimenti del teatrante. E anche i numeri musicali non sembrano irresistibili. Sufficienza risicata

Tra le commedie minori di Marilyn, ma ugualmente di valore per la gustosa ironia e i numeri musicali (folgorante la sua apparizione in My heart belong to Daddy). Alla regia Cukor non sembrerebbe poi così ispirato, anche se spesso le battute sono di prima scelta (Marilyn: "Alessandro Dumas, quello che ha scritto I Tre Moschettieri per la Metro? Com'è piccolo il mondo..."), alcune trovate lasciano il segno, e Montand è più spigliato del previsto. Inutile dilungarsi sul talento della Monroe, troppo spesso sottovalutato. Sofisticheria leggera e frizzante, indiscutibilmente gradevole.