Il film racconta le vicende incrociate di una ventina di personaggi, accomunati dal traumatico ed imprevedibile riapparire di un ex fidanzato o di un'ex fidanzata nella loro vita.
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Trovo preoccupante che questa commedia abbia avuto il successo che ha avuto. Questo film avvilisce il genere "commedia", un tipo di film che dovrebbe essere una rielaborazione della realtà dopo averla fotografata. Come i suoi connazionali Muccino e Veronesi, Brizzi conferma qui di non avere alcuna capacità di fotografare la realtà, soprattutto quella interiore dei suoi personaggi. Psicologie abbozzate, situazioni inverosimili, dinamiche interpersonali assurde.
Irritante il fatto che ci siano con ogni verosimiglianza molti autori di maggior valore di Brizzi, a cui però non è data la possibilità di fare manzo un cortometraggio a causa di mancanza di fondi, mentre al Brizzi è data l'opportunità di scialaquare chissà quante migliaia di euro per andare a fare riprese in Nuova Zelanda...
Aggiungo che purtroppo questo film riflette fedelmente la fastidiosamente incoerente realtà sociale italiana degli anni '10: da un lato raffigura una sessualità aggressiva e disinibita, e dall'altro dà un contentino alla "tradizione" assegnando un ruolo di protagonista ad un prete (anche se ben poco convinto della sua vocazione, dato che in pochi giorni si "spreta"...).