Un uomo stralunato e con evidenti problemi psicologici concepisce un figlio insieme alla sua compagna. Il bambino risulta essere una creatura mostruosa, ma l'uomo cerca ugualmente di allevarla.
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Primo straordinario e inquietante lungometraggio di David Lynch. Era il 1929 quando un certo Luis Bunuel riversava del plasma come firma d' autore. Sono passati quasi 50 anni, mezzo secolo per vedere un altro gesto iniziatico (una sverginata per davvero se vogliamo) nel fluido che fuoriesce dal pollo meccanico. Un fluido che passa attraverso un buco. E un buco ricomparirà in tutte le opere lynchiane, stretto, scomodo, di difficile e non sempre certa accessibilità (a ben vedere dai voti che ogni tanto affiorano), portale di ingresso usato da questo grande surrealista con il quale ha sempre cercato di manipolare la ragione e di arrivare all' inconscio, forse il regista che sarebbe stato amato da Freud. Ma il paragone con Bunuel finisce lì, tra l' altro paragonabili sono i soli "Un Chien Andalou" e questo "Eraserhead" delle intere rispettive filmografie. Lynch con Bunuel non c' entra proprio nulla, Lynch è un artista che ha sempre (e solo, a parte le recenti critiche ad Hollywood)) cercato di dare vita a quel misterioso mondo che è il sogno; e l' incubo con diretta se non ovvia correlazione. Questa opera prima del Maestro Lynch non ha spiegazioni, e se Bunuel/Dalì continuamente dichiararono che è da idioti esaltare l' impossibilità di trovare un significato al loro primo lavoro, è altrettanto da idioti cercare invece di trovarne uno in "Eraserhead" (e di scemenze idiote qui se ne leggono). A conti fatti, resta il sol lasciarsi piacevolmente ingannare da questa non-logica degli eventi, dalla fotografia surreale, e di vivere questo incubo ad occhi aperti perché mai più se ne vedrà un altro uguale.