Hollywood, anni Cinquanta: il giovane Ed Wood, che ama vestirsi da donna, realizza, nella maniera più incredibile, alcuni film poverissimi mediante espedienti ""produttivi"" spesso grotteschi. Fattosi amico di Bela Lugosi, ormai vecchio, misero e morfinomane, lo assiste fino alla morte. Dopo un incontro con Orson Welles, Ed Wood realizza il suo primo film di successo: ""Plan 9 from Outer Space"".
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Impossibile per Tim Burton non essere attratto dalla storia di colui che venne definito il peggior regista del mondo,ovvero Ed Wood. La celebrazione di questo personaggio strampalato ma assolutamente autentico e sincero viene resa con grande affetto,ergendosi ad emblema di un modo di far cinema che Burton illustra con nostalgia, rendendo perfettamente le atmosfere dell’epoca grazie ad un bianco e nero splendidamente fotografato. La Hollywood che Burton prende in esame è quella degli sconfitti o presunti tali,di cui Ed Wood ne è l’alfiere indiscusso,determinato ed ingenuo,combattivo ed eccentrico,avvezzo ad indossare abbigliamento femminile ed in particolare golfini d’angora, ma eterosessuale a tutti gli effetti.Insomma un anticonformista per vocazione,determinato a raggiungere il successo attraverso l’arte d’arrangiarsi. La sua compagnia di personaggi eccentrici è la naturale corte in cui sguazza come un re,coinvolgendo i suoi compari d’avventura in mille peripezie pur di raggiungere l’obiettivo. Ed Wood è interpretato magistralmente da Johnny Depp,ma altrettanto straordinario è Martin Landau nei panni del celebre Bela Lugosi, icona horror ormai caduta nel dimenticatoio e nel tunnel della dipendenza da stupefacenti.Il rapporto tra questi due losers è affrontato e sviscerato perfettamente da Burton,che tratteggia con delicatezza e trasporto la profonda amicizia che si creerà come per magia tra i due. Tocchi ironici e disperati si alternano come nella più celebre tradizione burtoniana per quella che in partenza appariva come una missione impossibile,rivalutare un regista che secondo molti con il cinema non c’entrava nulla ma che attraverso la fantasia senza freni di Burton vede rivalutata non solo la propria immagine ma anche le sue scalcinate opere.