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All'inizio pensi di vedere un semplice gruppo di ragazzi alle prese con un documentario sulle paure dell'uomo, legate a trami o esperienze del passato. Dopo una serie di interviste a varie persone (inclusa una ragazza con la faccia deturpata)qualcosa non va come previsto. Tutto può iniziare per gioco oppure per semplice passato e trasformarsi infine in un una carneficina fra sangue, torture e sevizie. Ed è qui che si scatena la follia umana.E' proprio qui che funziona Dread. La sua imprevedibilità, il suo ''cambiare rotta'' drasticamente a metà del film e gli interessanti elementi ''psicologici'' che lo avvicinano più ad un thriller che a un vero e proprio horror (thriller psicologico è il giusto termine).
Purtroppo come spesso succede in questi film, bisogna adeguarsi all'idea che alcuni momenti saranno più piatti di altri. C' è poco movimento, le locations son sempre le stesse e alcuni dialoghi possono risultare stancanti. Se Dread funziona è soprattutto per la sua malatissima conclusione, per la sua coerenza di fondo e per la sua originalità.