doomsday (2008)

Neil, ti amo.

Finalmente, dopo tanto penare, ecco che riesco a vedere l' ultima fatica di Neil Marshall.
Ed era proprio ciò che mi aspettavo e desideravo da lui, una sorta di frullato di tutti i B movie action horror degli anni '80, realizzata con un amore viscerale per il genere e con il solo scopo di intrattenere e divertire senza mai prendersi sul serio.
Come dice il buon goat, il film può anche non piacere, perchè è derivativo ai massimi livelli. Tuttavia, il buon Neil riesce a infondere un tocco personale a tutta l' operazione, grazie soprattutto al suo stile di regia che non è mai e poi mai televisivo.
Quindi, grande, grandissimo Neil per questo omaggio fatto col cuore.

SPOILER

finalmente, il ritorno del talentuoso cineasta inglese.
è valsa la pena di aspettare? dipende solo e unicamente da voi, dal tipo di spettatori che siete. doomsday non è un film 'oggettivamente' buono, ma se avete nel cuore lo sci-fi ed il post-apocalittico tipicamente anni '80, questo film vi riporterà alla memoria tanti di quei ricordi ed emozioni che essere completamente oggettivi risulterà del tutto impossibile.
si va da 1997 fuga da NY (addirittura neil dimostra un amore talmente viscerale per il maestro da chiamare uno dei protagonisti carpenter...) ad interceptor, da aliens a terminator (la trovata dell'occhio di rhona) e, perchè no, ci possiamo aggiungere pure una piccola fetta di cinema italiano di genere, su tutti quello dell'enorme enzo castellari.
intelligentemente, però, l'inglese riesce ad infondere personalità dentro al film, dribblando il rischio di avvilire il tutto rendendolo uno sterile giochino di citazioni. e questo a partire dall'innovativa ambientazione, che mischia con disinvoltura stilosissimi punk cannibali, scenari prettamente fantasy (castello e cavalieri!) e mezzi di locomozione ed armature futuristiche, senza che sembri di viaggiare attraverso il tempo fra una scena e l'altra.
registicamente il film alterna grandissimi momenti (l'inseguimento nel finale, il primo attacco da parte degli 'outsiders') ed altri forse un po' troppo confusionari, in cui il regista sacrifica la limpidezza dell'azione in favore della verve data dall' 'effetto parkinson' sulla telecamera, e questo soprattutto nel corpo a corpo, ma bisogna riconoscere che da un film ultraclaustrofobico come the descent al trovarsi a gestire spazi sterminati il salto è notevole...
in conclusione, consigliato a tutti, imperdibile per gli estimatori, e rhona mitra è la donna da cui tutti vorrebbero farsi menare.