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sembrerebbe un horror mentre nella realtà si narra un fenomeno che - pare - sia comune in alcune zone americane. quella dell'inquilino indesiderato all'insaputa dei proprietari. Alla fine della giostra dopo una caterva di luoghi comuni si arriva all'epilogo. Il film non sarebbe neanche male ma è talmente banale e ordinario da risultare inesorabilmente anonimo sia nello svolgimento che nella recitazione che nei dialoghi. guardabile ma nulla più.
Si avvia come un normale ghost movie ma finisce con il diventare un home invasion piuttosto ordinario, poco originale e decisamente foriero di stereotipi che caratterizzano i due generi citati. Non nego che riesce a ricreare una certa atmosfera mista tra pathos e mistero, poi però scema in corso d'opera e tutto appare ancora più prevedibile e ripetitivo. Non male il cast, regia nella norma, ritmo abbastanza fluido nella seconda metà, ma storia che non incide più di tanto risultando alla fine poco accattivante. Da guardare solo una volta.
Il film in sé è diretto con una certa diligenza. Non ha una pessima regia e gli attori non sono certamente dei cani. Il fatto è che anche quando vorrebbe regalare delle sorprese, diventa prevedibile perchè non riesce ad essere anche leggermente diverso da tanti film di questo genere. L'unica vera sorpresa sta nel fatto che
Non riuscendo a regalare nulla, ma proprio nulla di nuovo, Crawlspace diventa la fiera del già visto e dello scontato anche se difetti grandi non ne presenta.
La partenza è di quelle da brividi, da non intendersi però in senso positivo. Tutta la peggior summa di stereotipi inerenti i film con presenze infestanti prende forma tra la solita famigliola fresca di trasloco, un'adolescente incavolata col mondo, un gatto che vede cose celate a noi miseri umani e quindi il consueto armamentario di suoni sinistri, oggetti spostati e ombre misteriose. La pellicola del misconosciuto Phil Claydon tenta di prendere il volo sfruttando fondamentalmente un unico colpo di scena, poi dilatato senza trovare particolari idee originali o snodi sbalorditivi. A dirla tutta una ventina di minuti in meno non avrebbero cambiato di molto il risultato complessivo, anche se in tutta sincerità l'appendice conclusiva qualcosina in più regala. Nel complesso però il film soffre di una piattezza indiscutibile con la tanto sospirata sorpresa a rivelarsi un bluff, in quanto purtroppo già utilizzata altrove più volte e in modo migliore. Non resta quindi che tentare di godersi l'azione tutto sommato ben congegnata dell'ultima mezz'ora, tenendo però presente che prima di arrivare al dunque urge sorbirsi un'insopportabile fiera della banalità su ghost-house e affini.
Curioso notare come il titolo sia stato cambiato in "Within". Del resto "Crawlspace" (ovvero intercapedine), ad anglofoni e conoscitori della lingua inglese, rivelerebbe già troppo riguardo l'unica ragion d'essere della pellicola.