cosmopolis regia di David Cronenberg Francia, Canada, Portogallo, Italia 2012
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cosmopolis (2012)

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locandina del film COSMOPOLIS

Titolo Originale: COSMOPOLIS

RegiaDavid Cronenberg

InterpretiRobert Pattinson, Paul Giamatti, Jay Baruchel, Kevin Durand, Juliette Binoche, Emily Hampshire, Mathieu Amalric, Sarah Gadon, Jadyn Wong, Samantha Morton

Durata: h 1.45
NazionalitàFrancia, Canada, Portogallo, Italia 2012
Generedrammatico
Tratto dal libro "Cosmopolis" di Don DeLillo
Al cinema nel Maggio 2012

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Trama del film Cosmopolis

Cosmopolis racconta la storia di un giovane manager multimiliardario, Eric Packer, che attraversa New York nella sua limousine, deciso ad andare nel suo vecchio quartiere per farsi tagliare i capelli. Nella sua auto superaccessoriata e computerizzata in costante contatto coi mercati azionari, l'uomo fa riunioni di affari, si sottopone ad approfondite visite mediche, costantemente protetto da guardie del corpo che sanno che uno stalker potrebbe ucciderlo.

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Voto Visitatori:   5,83 / 10 (104 voti)5,83Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
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Voti e commenti su Cosmopolis, 104 opinioni inserite

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BigHatLogan91  @  01/01/2023 22:48:52
   6 / 10
Il mondo e i personaggi sono interessanti. Il problema è la trama.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  31/01/2022 16:51:50
   8½ / 10
Nonostante la media non sia particolarmente alta, ho molto apprezzato questo film di Cronenberg, e non sono per nulla d'accordo con chi lo ha criticato. Indubbiamente si tratta di un film piuttosto lento e non molto ritmato, c'è anche da dire che è tratto da un'opera di Don DeLillo, che conosco poco ma che a quanto so non è noto per scrivere roba alla Tom Clancy. A mio parere, "Cosmopolis" contiene vari spunti di riflessione interessanti, molte idee ottime... e devo dire che mi ha fatto iniziare ad apprezzare Robert Pattinson, che prima di vedere "Cosmopolis" non apprezzavo per niente, a causa delle sue performance non proprio ottime nella discutibile saga di "Twilight".
D'altro canto, Cronenberg è noto per trattare da sempre tematiche sociali, semplicemente qui rispetto a "Scanners" e "Videodrome" utilizza uno stile e un ritmo diversi. Insomma, per me un gran film, ma a quanto pare, per via del suo ritmo decisamente poco spedito, non per tutti.

Filman  @  20/09/2021 12:20:16
   8½ / 10
COSMOPOLIS è un film speciale. Non il primo film che in maniera molto indie dice senza sosta tutto ciò che l'autore vuole dire. Non il primo film che dalla modernità del digitale estrae un'estetica punk, nel terzo atto. Non è il primo film che annuncia di un'anarchia covata dal mondo capitalista. Ma è un film speciale.
Parla di una realtà, la nostra, in cui i movimenti di denaro che spostano gli equilibri del mondo sono astratti e informatizzati e lo fa con uno stile discorsivo particolare. L'universo in cui è ambientato è affascinante tanto all'esterno quanto all'interno. David Cronenberg gioca con i suoi robot provando a traumatizzarli e a smuovere le loro emozioni.
Il film è teatrale e catartico in una prospettiva contemporanea che vuole le cose semplici essere quelle più importanti. Non risulta confuso pur potendolo essere, come dimostrano per esempio i suoi sproloqui sul sesso. Dà un senso di assolutezza pur essendo originale solo in parte.

freddy71  @  27/05/2021 20:12:21
   6½ / 10
Devo dire che Croneberg ha fatto di meglio...ritmo piuttosto lento però a guardarlo fino in fondo questo film non è malvagio...buona colonna sonora e il finale mi è piaciuto.

antifan  @  05/03/2017 12:06:03
   8 / 10
Film moderno(nei temi), Cosmopolis narra la surreale quanto realistica giornata di un milliardiario nella sua limosine mentre attraversa la caotica e furiosa città, la sua città.
Un film sorprendentemente visionario per i temi trattati( filosofici, esistenziali, primitivi, frivoli) e per la forma: la storia è ambientata per buona parte in una limosine alienante quanto soffocante.
Cronemberg cattura molto bene i concetti espressi dai personaggi che il nostro antieroe incontra nella sua strada, donando a ciascuno di essi il proprio spazio per emergere e con essi le idee che rappresentano, questo rende il film snello e anche un po imprevedibile, fino alla fine.
La regia classica e allucinata è perfetta per una storia cosi incredibile, quanto illuminante. Ma in fondo Cronemberg non è nuovo a film di questo stampo, Existenz o A history of Violence( o persino la mosca) provano che l'autore si trova a suo agio con film con temi scomodi, attuali ma tutto realizzandolo con il suo stile inconfondibile, regalando al film un'atmosfera seducente. Oltre a ciò, i dialoghi sono fantastici tanto da funzionare su più livelli dando una forte carica intellettuale al film.
Con un reparto tecnico eccellente, anche gli attori (come sempre nei film del regista canadese) sono in sintonia con l'atmosfera del film: Robert Pattinson è azzeccato nel ruolo di "Eric", cosi come Paul Giamatti come pazzoide lucido e cosi come tutti gli altri comprimari.
Film molto potente, pieno di contenuti che aggiunge un tassello alla formidabile filmografia di questo autore.

tenson95  @  14/01/2016 01:12:43
   9½ / 10
"Lo sai cosa dicono vero? La logica evoluzione degli affari è l'omicidio"

Eric Packer è detentore,dominatore ma anche creatura e sottoprodotto di un devastante impero finanziario.
Eric cerca la naturale armonia nella sua vita partendo dalle piccole cose,dall'attraversare una città in preda al caos e ai tumulti a causa della visita del presidente solo al fine di raggiungere il suo barbiere di fiducia per farsi aggiustare il taglio che è più di un semplice capriccio ma una necessità,un rituale.

Una semplice limousine diventa l'incursione interna da cui filtrare un mondo alla deriva dove l'uomo è annichilito dinanzi all'ossessivo avanzare del capitalismo della "tecno-finanza" e anche il nostro protagonista,un ex enfant-prodige ora inserito nel mondo dei grandi, ingegnoso e calcolatore, convinto di essere in grado di prevedere e dominare i movimenti del sistema in cui è inserito non terrà conto (in virtù della succitata armonia) del fattore discriminante: l'asimmetria...le cose vanno viste anche e sopratutto tenendo conto dell'imperfezione,delle sbavature,dell'incertezza come apporto indispensabile per ogni opera creatrice...come una prostata asimmetrica: lo hwan coreano è in crisi, la speculazione è destinata a crollare e si spera in un inversione della leva finanziaria ma è mera utopia; il formalismo dei calcoli iniziali, derivato dalla necessità di chiudere tutto in briglie stabili e definitive si è rivelato fallace. Da qui lo smarrimento unito ai tumulti e a un allarme di massima allerta, un codice rosso che pende sulla testa di Eric.

Ok meglio che mi fermi qui...mi sono appena reso conto che provare a spiegare questo film nel dettaglio è impossibile quindi parto dalla fine: Cosmopolis è un capolavoro assoluto.
Amo alla follia il cinema di Cronenberg che con questa pellicola, dopo un trittico (chiamiamola trilogia Mortensen) di film indubbiamente belli ma autoriali solo in certe scelte stilistiche e in piccole sfumature, ritorna a devastare lo schermo con tutto ciò che ha caratterizzato da sempre il suo cinema(riferimenti ai suoi flim passati se ne possono trovare a iosa qui) firmando il suo film più estremo in assoluto.
Cosmopolis e un film tronfio, un film che cola grasso da ogni inquadratura tante sono le sfumature e le chiavi di lettura, uno dei pochi film che racconta ibridando l'economia politica,la sociologia,la psicologia,il sesso,il dolore (c'è abbastanza dolore per tutti oggi") e chi più ne ha più ne metta ciò che è la società in cui viviamo.
Un film che purtroppo non è stato capito dal pubblico per l'eccessiva carica autoriale e per la caratterizzazione fascinosa e surreale dei personaggi e dei dialoghi ma che resta uno dei pochi film tra quelli usciti negli ultimi anni che riesce davvero a interpretare la complessità dei nostri tempi.

Personalmente lo considero il suo miglior film insieme a La Mosca e Videodrome.

Capolavoro totale da guardare e riguardare.

markos  @  22/12/2015 18:13:30
   6½ / 10
Cosmopolis è difficile da commentare, è un film strano, lento, che però ho adorato i dialoghi, specialmente quello dal barbiere.
Rimangono dei punti irrisolti a mio avviso.
Per chi vuole scervellarsi un pò, lo consiglio.
Sconsigliato assolutamente a chi odia i film lenti.

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mainoz  @  06/09/2015 08:57:09
   6½ / 10
Ridondante e verboso film...a tratti surreale e grottesco. Trama e sceneggiatura scarne, vuole essere probabilmente una denuncia all'incredibile ricchezza di certi giovani imprenditori e operatori finanziari alla quale ne consegue spesso onnipotenza, sesso dipendenza e una vita priva di affetto e veri valori. Unico nel suo genere, promossa l'originalità

Beefheart  @  10/03/2015 20:06:55
   6½ / 10
Eccessivamente verboso ed inconcludente non può ergersi a grandi livelli, per quanto l'affezione al regista mi renda dispiaciuto.
Cronenberg, in effetti c'è e si vede in tutte le sue iperboli: erotiche, tecnologiche, esistenziali, filosofiche, omicide. Peccato però che il maestro stia inesorabilmente invecchiando e virando sempre più verso una deriva cervellotica che costa parecchio alla concretezza.
Il ritmo di questo film non è dei più incalzanti e l'obiettivo tutt'altro che nitido; se a questo ci si aggiunge una pletora ipnotica di parole ondivaghe, ecco che la fatica si fa sentire. E se non è quel particolare momento in cui hai voglia di fare fatica ecco il dispiacimento di cui sopra.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  28/01/2015 18:37:50
   7 / 10
Film estremamente complesso che offre molti spunti, forse troppi. Troppi discorsi politico-filosofici in un solo film, difficile comprenderli e metabolizzarli. Non c'è una vera e propria trama. Il film mostra efficacemente lo sfascio di questa civiltà giunta al capolinea, in piena crisi economica, sociale, valoriale e culturale.
Bravo Cronenberg, appaiono claustrofobici tanto gli spazi ristretti della Limousine quanto gli esterni. Molto bravo Pattinson su cui si regge tutto il film.

hulaplain  @  05/08/2014 12:18:25
   6 / 10
ho appena finito di guardarlo e non ci ho capito granchè e sono rimasto basito dal finale aperto. Così sono venuto su filmscoop per leggermi i commenti e li ho trovati contrastanti. in effetti questo film è particolare e va capito, devo dire che mi è piaciuto anche se non comprendevo il senso di alcuni dialoghi e non c'è stato nulla nulla che li abbia poi esplicati.. film complesso ma fatto bene. da guardare con la chiave di lettura giusta. il voto è sufficiente perchè il mio parere oscilla tra la coscienza che il film va capito e la mia difficoltà a capirlo pienamente

rockyeye  @  24/05/2014 09:21:21
   9½ / 10
Si è già detto tutto... Cronenerg è l'unico regista che ha capito cos'è il mondo ....capolavoro

1 risposta al commento
Ultima risposta 24/05/2014 10.49.35
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LUDWIG  @  15/05/2014 14:25:53
   10 / 10
Film complesso che narra il disagio di un'epoca despiritualizzata, chiusa su se stessa, nella quale il tempo è scandito dal ritmo isterico e incontrollato dei flussi finanziari registrati sugli schermi. Un'epoca fatta di non luoghi e disillusioni, quella che l'antropologo Marc Augé definisce "Surmodernità".
Sinceramente, non riesco proprio a capire tutti questi pareri negativi per un film così profondo ed emblematico della nostra società: i dialoghi, poi, sono irresistibili.
Altra nota positiva è il fatto che questo film mi abbia costretto a riconsiderare le doti recitative di un attore che ho sempre considerato mediocre: Robert Pattinson. Il James Packer da lui interpretato è pressoché perfetto e dannatamente postmoderno!

TonyMontana  @  17/03/2014 17:23:38
   9 / 10
Cronenberg ritorna agli albori con un film degno dei suoi capolavori. E' davvero un lusso poter vedere ancora qualcosa di così originale e inquietante al giorno d'oggi. Merita un voto alto nonostante la presenza di Pattinson e i commenti assolutamente insulti di chi mia ha preceduto.

Badu D. Lynch  @  22/10/2013 16:02:17
   9 / 10
- COSMOPOLIS - di David Cronenberg

Asimmetria impellente.

Parker è un morto che cammina, uno spettro che cerca l'annientamento. La limousine protegge e amplifica la profondità del suo vuoto esistenziale, lo separa dal pericolo della natura umana, dal rischio, dallo stimolo, dalla vita. L'abisso del protagonista , di conseguenza, è tutto tranne che disperato : non è esplosione, ma implosione. E' una mancanza interiore, quasi primitiva ; è l'esigenza di sentirsi carne, deformi, umani prima di ogni altra cosa. Eric raggiunge una sorta di asettica perfezione : la bellezza, i soldi, i numeri, i conti mascherano l'ansia d'esistere, il male di vivere. Il suo è un allontanamento meccanico e intellettualizzato dal mondo, dalla natura. E' un dimenticare il sublime sapore dell'imperfezione. Un freddo possedere e mai possedersi. Parker è macchina vivente, un automa, la parte ineccepibile e metallica dell'umanità, il quale, per sentirsi finalmente bruciare, deve necessariamente incontrare l'altra parte di se, deve assaporare e fronteggiare l'indispensabile perdizione, il proprio riflesso, la materializzazione umana di quella prostata asimmetrica : la propria parte sbagliata, deforme, inutile, rigettata, umana. L'uomo.

La limousine : uno spermatozoo che viaggia a ritroso, attraversa il tempo/corpo per ritornare all'origine, alla fecondazione iniziale in cui tutto muore e tutto nasce - il ventre materno. Il barbiere: l'unico punto fermo e stabile, la memoria del protagonista ; lo specchio dei ricordi d'infanzia, l'appiglio che avvicina all'emozione primigenia dimenticata, alle sensazioni più vecchie, primordiali ; più vicino possibile all'utero che accoglieva la totalità della vita, la purezza carnale, incontaminata e pulsante. Il tempo scorre e si fonde con Parker, diventando un'unica entità, come due gemelli Inseparabili, fino ad imbattersi nell'imperfezione corporea e fisica : la prostata asimmetrica, il big bang cronenberghiano nel quale ha inizio ogni cosa. La psicologia del protagonista è in continua evoluzione : egli ha superato la condizione di "essere umano qualunque", raggiungendo la consapevolezza del proprio male di vivere, della propria spettralità esistenziale. Ecco quindi la spasmodica e silenziosa ricerca del suo alter ego, la fine celeste, necessaria.

La naturalezza del mondo non esiste più, si è persa. Cronenberg racconta l'assuefazione dell'uomo (moderno) nei confronti della logica del computer, del calcolo asfissiante ; l'adagiarsi ad un universo automatizzato. Muoversi e cibarsi di numeri infinitesimali. Sprofondare in quest'universo intellettualizzato. I desideri soffocati ribollono dentro il protagonista, nelle profondità del proprio corpo ; ora la sua personalità denaturalizzata si dilata, ricercando la propria forma primordiale e originale. Eric cambia atteggiamento, diventa consapevole delle proprie necessità esistenziali nonché corporee : cerca inesorabilmente l'imperfezione ; l'urgenza del dolore fisico, il bisogno di sentirsi tangibili, l'esigenza della morte per scoprirsi finalmente vivi, carne prima di tutto.

Le informazioni diventano atroci, si dimentica il sapore della lacerazione. E' il bisogno represso di sentirsi eccitato, come una malattia. La mancanza di passioni travolgenti, Il bisogno di chiudere un qualcosa che è appena cominciato. Le idee si fondono con il tessuto della vita quotidiana : si diventa pura informazione, fredda matematica che respira, cammina, scopa. Il futuro è destinato a fallire, è insistente. Ecco la necessità di stordirsi fino alla vertigine. Il dolore, la prostata asimmetrica è l'inizio, l'input interno, la scintilla che riaccende il suo castrato concetto di libertà, che lo porterebbe ad essere libero. Il primo passo verso la vita. Si va dal parrucchiere per tuffarsi nella fragilità della reminiscenza, per sentire nuovamente pulsare quest'esistenza in stallo ; ecco che il parrucchiere diventa un'associazione di idee, vita. Bisognerebbe allontanarsi dalla prevedibilità, dalle pianificazioni, dalle precauzioni - assaporare il pericolo, il mondo. E' ora di ricongiungersi con la propria nemesi. Parker determina consapevolmente la sua rovina, perché ha la presa di coscienza. Lui è entrato volontariamente in quell'appartamento nonostante sappia di trovare la sua fine. Ecco la presunzione, l'assenza di rimorso, l'intuizione di una morte prematura, lontani dai dubbi : vuole autodistruggersi più degli altri, più è in alto più avrà un crollo straordinario. Un Icaro già caduto tanti anni fa, secoli fa, che finalmente vuole vivere : Morte e Vita si scambiano i ruoli, il significato. Eric vuole finalmente bruciare, ritornare all'origine della vita, al senso dimenticato dell'esistenza. L'invisibile incontra il visibile. Lo spettro incontra il corpo. Due facce della stessa apocalittica medaglia. La violenza in realtà richiede un progetto, impegno, una motivazione ; sarebbe un banalizzare la propria dipartita, meccanizzarla, spogliarla dal proprio fascino incontaminato ; ecco che quindi l'unico modo di crollare è farsi uccidere da colui che non è contro la ricchezza, da colui che non ha fantasia, che non ha reali motivazioni per ammazzare, nessun movente. Sta semplicemente "dall'altra parte", è il proprio riflesso umanamente decodificato. La prostata asimmetrica è l'imperfezione che sconfigge la precisione, ciò che vibra dall'interno, che esige diventare parte integrante, staccarsi dall'apatia vitale, dalla freddezza di un mondo computerizzato, senza morte. Carne, corpo prima di mente. Ecco l'importanza dell'asimmetria , di ciò che è sbilanciato. La risposta è nell'anomalia, nel suo corpo e nel suo reprimere inconsciamente le pulsioni esistenziali ; non è in tutti quei calcoli, in tutti quei numeri, in tutta quell'automatizzazione del mondo. Ecco la caduta di Icaro, tanto attesa. La Vita e la Morte che si abbracciano, si scambiano i ruoli per un solo momento che durerà per sempre. Completarsi a vicenda.

Cosmopolis è il collasso definitivo della materia cronenberghiana ; è l'implosione finale di tutto il cinema del regista canadese. L'(ultimo)urlo soffocato di David Cronenberg, come fosse la sua opera definitiva - l'ineluttabile apocalisse corporea. Il suo (capo)lavoro conclusivo.

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Ultima risposta 22/10/2013 20.34.17
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giams  @  13/08/2013 19:57:19
   9 / 10
Impossibile commentare Cosmopolis a parte definirlo un CAPOLAVORO assoluto.

Melefreghista  @  31/07/2013 00:01:08
   10 / 10
L'unico modo per capire Cronenberg è guardare tutta la sua filmografia, opera dopo opera, solo così si può cogliere il linguaggio di questo regista visionario.

Era preventivabile, considerando la presenza di Patterson, che molti l'avrebbero visto senza nemmeno conoscere lo stile del regista.
Insomma, non sapevate a cosa stavate andando in contro!

Cronenberg è così, non aspettatevi intrattenimento.

Questo canadese, ormai settantenne, è riuscito a farmi apprezzare persino il vampirla! La dice lunga sulla grandezza di un film claustrofobico, angosciante, alienato, disumano.

Ennesimo capolavoro. Sarà rivalutato tra 20 anni.

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Ultima risposta 20/01/2014 13.52.45
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deliver  @  11/07/2013 12:54:33
   6 / 10
Di per sè il film non dice nulla che non sia stato già detto. Si tratta appunto di un film tratto da un romanzo del caro Don De Lillo, un caustico affondo alla torre d'avorio in cui sono racchiusi i magnati capitalisti. Detto questo, non serviva necessariamente una traduzione cinematografica. Soprattutto se il progetto viene affidato ad un Cronenberg, regista che ha sempre svolto il ruolo di pioniere, squarciando nuovi orizzonti, rivelando deliri e dimensioni ignote.
Ne esce così una pellicola non eclatante. Insomma, David sembra essersi appollaiato a riprendere fiato. Non il Cronenberg migliore...

MonkeyIsland  @  14/06/2013 19:18:19
   8½ / 10
Film superbo fatto passare da molti ingiustamente come un Croneberg "minore".

Reduce da A Dangerous Method che è un buonissimo film ma nonostante il tema interessante non decollava mai, nel 2012 torna con Cosmopolis è sceglie nel cast coraggiosamente Pattinson che sembrava essere relegato a essere un eterno Edward Cullen della mediocre saga Twilight.

Anzi Pattinson è bravissimo nella parte, e il film nonostante abbia si un ritmo volutamente lento e molti discorsi non abbiano alcun filo logica è un film che non deve intrattenere ma far riflettere.
Un gran film sulla neofinanza che vale 1000 volte i vari Wall Street 2 e Margin Call usciti ultimamente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  02/05/2013 11:19:31
   7 / 10
David Cronenberg è tornato alla carica; ha lasciato da parte l'eleganza di History of Violence, La Promessa dell'assassino e A Dangerous Method, e al contrario in Cosmopolis ho visto un ritorno del macabro e dell'angoscia interiore che affiora dalla carne. Di nuovo l'automobile e la sessualità sono protagonisti, l'aurea surreale fa da contorno e i dialoghi sono fondamentali. Infatti, devo avvisare che a molti questi dialoghi appesantiranno la visione, arrivare in fondo è un po' impegnativo, però gli amanti di Cronenberg avranno modo di gustare molti tocchi d'autore come ai vecchi tempi.

ferzbox  @  03/01/2013 02:05:03
   9 / 10
Croneneberg non ce la faceva più,aveva un disperato bisogno di espandere al massimo la sua vena registica e aveva bisogno di lavorare ad una sceneggiatura che lo faceva sfogare.
Bhè.. a mio avviso con "Cosmopolis" penso ci sia riuscito...ha lavorato ad un progetto che prendeva in esame la società in cui viviamo e tutti i risvolti economici,etici e morali che ne nascono...
Una visione del sistema attraverso una Limousine..e all'interno un multimiliardario...persona quasi indefinita,che vede tutto il mondo che lo circonda in maniera diversa dalla massa...una massa che vede attraverso quel finestrino della sua auto...o forse faremmo meglio a dire..della sua casa...
Il mondo diventa ovattato attraverso gli occhi di Eric....e in fondo il suo vecchio quartiere,dove ama tagliarsi i capelli,è l'unico rifugio che ha...l'unico contatto con il mondo che gli è rimasto...ma non può sfuggire alle conseguenze della sua posizione sociale..non può sfuggire dal finestrino della sua Limousine...e quando decide di uscirne sa che diventa vulnerabile....
Un film che mi voglio rivedere più volte...
Cronenberg ha gridato un pò...vogliate perdonarlo.......

mauro84  @  02/01/2013 20:46:40
   7 / 10
Cronemnberg che dire.. bentornato.. uno dei lavori cinematografici + folli mai fatti da quest'uomo.. una trama che passo e passo prende forma verso la sua drammaticità finale.. che dire a sto uomo.. a sto Pattenson, finalmente serio non manca proprio nulla.. ricchezze.. donne.. libertà.. ha tutto quello che vuole dalla vita!

sto film lo devo riassumere in 5 voci semplici: bulimia, catastrofe, claustofobia, post moderno e assimettrica..

un film che all'inizio mi ha detto a.. e solo alla fine ho capito quello che veramente voleva dire.. esterefatto e biasito dai vari commenti letti da maggio all'uscita ad oggi che finalmente l'ho visto..

bentornato Cronenberg.. almeno una volta nella vita sto film dovete vederlo.

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benzo24  @  20/12/2012 17:53:03
   9½ / 10
Fredda analisi della nuova umanità, rassegnata e senza speranza.

jannakis  @  12/12/2012 10:15:52
   7 / 10
il declino dell'impero capitalista è narrato con profetica lucidità nei libri di De Lillo come in quelli di Ballard e devo dire che aspettavo quest'incontro tra Cronenberg e De Lillo da molto tempo, dalla volta che lessi Rumore bianco e immaginai possibile proprio un simile connubio nel caso di un'ipotetica trasposizione del racconto in pellicola. E' arrivato invece con cosmopolis e il risultato non poteva essere diverso da quello ottenuto. Certo non ne poteva uscire un capolavoro visto che il film si svolge quasi interamente all'interno di una limousine e i dialoghi vanno ad occupare una posizione centrale, ma le atmosfere rispecchiano quelle del libro e il messaggio arriva chiaro e tondo.

Marvin  @  28/11/2012 01:00:39
   7 / 10
Ho appena finito di vedere il film, e premetto di non aver letto il romanzo.
Si tratta di una spietata analisi del declino inesorabile del capitalismo, visto come un fantasma che procede con lentezza, ma costanza, per la sua strada, protetto dalle solide pareti di una limusine, che lo dovrebbe isolare dal mondo circostante, reale e perciò pericoloso, ma che invece ne lascia entrare scorci, che bastano per destabilizzarlo. Si tratta di un fantasma, proprio perchè la sua intima imperfezione (la "prostata asimmetrica")

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In Cosmopolis i dialoghi (volutamente irrealistici) e le situazioni, creano nello spettatore un senso di straniamento rispetto a ciò che sta vedendo, e questo lo aiuta ad approcciarsi alle tematiche del film in maniera critica, e a comprendere la simbologia che sta dietro ad immagini apparentemente realistiche.
Leggendo i commenti su questo ed altri siti mi ero preparato ad un film indigeribile, al limite della sopportazione, invece devo dire che non l'ho trovato eccessivamente pesante. I dialoghi, sui quali la pellicola è quasi interamente costruita, e che in rete sono stati definiti noiosi, pedanti, inconcludenti, mi sono invece sembrati lucidi e, a volte, perfino appassionanti. Non tolgo tuttavia che a volte si abbia l'impressione di stare seguendo una (pur interessante) conferenza, piuttosto che un film. Non mi spiego comunque una media dei voti tanto bassa: si tratta sicuramente di una pellicola difficile, e tutt'altro che di intrattenimento (d'altronde un film deve per forza essere piacevole e divertente per essere valido?). A mio (personalissimo) giudizio, questo non è affatto un brutto film: affronta importanti argomenti e offre buoni spunti di riflessione. Non è un capolavoro, poichè in alcuni momenti fa sentire eccessivamente la propria verbosità

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Inoltre ha una sola chiave di lettura, quella del regista, e non lascia spazio a nessun'altra possibile interpretazione.
Ultimissime considerazioni: ho apprezzato il ritorno di elementi particolarmente "cronenberghiani" (prostata asimmetrica, fusione tra tecnologia e corpo umano, accennata in uno dei dialoghi, ed altri), che mancavano nei suoi ultimi film. Non mi ha particolarmente colpito l'interpretazione di Pattinson, che ho trovato poco a suo agio.

InvictuSteele  @  25/11/2012 18:29:16
   6 / 10
Da amante di Cronenberg, sia del suo periodo horror degli esordi sia di quello degli ultimi anni votato al dramma, ho trovato la pellicola in questione davvero pesante da digerire. Lo stile del regista è così, a volte macchinoso, altre volte onirico, spesso anche lento... e tutto ciò è voluto per permettere allo spettatore di assimilare la scena e di stabilire una connessione con gli attori, ma questa volta il maestro si è spinto troppo oltre, esagerando nell'estensione di dialoghi infiniti difficili da seguire e da capire, perciò non posso non esprimere il mio disappunto. Film soporifero con pochissimi colpi di scena dove tutto si sviluppa lentamente e in maniera confusa. Tuttavia la sufficienza non gliela toglie nessuno, stiamo parlando pur sempre di un film interessante e diretto con classe.

outsider  @  19/11/2012 15:58:39
   8½ / 10
un film che è più di un film, l'ho visto due giorni di seguito per due volte, la prima degustandolo per scorrevolezza, la seconda volendo carpire parola per parola, in absoluto silentio, il pregio dei dialoghi, l'ultimo splendido diLogo finale che ci riporta all'interiorità umana snocciolata indicando i capisaldi delle interazioni fra le vite nell'età moderna, rappresentandone la vacuità, l'inutilità, la rabbia, la noia, i contrasti, le insoddisfazioni, i diversi livelli di giudizio e punti di osservazione. un copione da urlo destinato ad interpretazioni che richiedevano attori capaci di recitare muovendosi in spazi ristretti, di stupire, di caratterizzare la realtà con la mimic facciale, di rappresentare ognuno un pezzo di società.
la cura di cronemberg per i pRticolari, libro a parte, merita un plauso alla geniale idea ed al coraggio di essere riuscito bene in un lavoro difficile ma grandioso.
Film cui va il premio del Vecchio BaFFo. Per intenditori...
P.S.
Da spruzzo nelle mutande e grugnito incontrollato la scenaprima di sexo e quella con la nera, una donna da erezione spacca mutande.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  30/10/2012 08:48:21
   8½ / 10
Cronenberg dirige De Lillo. Il risultato è una fredda ma lucida rappresentazione dell'esistenza, del progresso, del corpo.

Vedi recensione

BrundleFly  @  21/10/2012 17:49:44
   6 / 10
Dopo la breve parentesi "gangster" e la brevissima "storico-freudiana", Cronenberg ritorna sulle sue tracce e sforna un film che contiene tutti i temi a lui più cari: sesso, ossessione, sangue ecc...
Purtroppo il film non è al livello dei suoi capolavori, nonostante qualche dialogo interessante, e forse Cosmopolis era un titolo che doveva rimanere unicamente sotto forma di romanzo. Gli concedo la sufficienza perchè penso che comunque sia un film ben realizzato dal punto di vista tecnico-registico.
Spero che almeno segni una svolta per la cariera di Pattinson.

addicted  @  10/10/2012 00:14:19
   9 / 10
Una visione che mi ha entusiasmato.
Cronenberg fa strike: realizza uno dei suoi film migliori, revitalizza Pattinson (davvero bravo!) e ci regala quasi un paio d'ore di cinema difficili da dimenticare.
Attori gestiti alla meraviglia, sceneggiatura al fulmicotone (quanto dobbiamo a De Lillo? Purtroppo non l'ho letto). La colonna sonora merita una menzione speciale: è la ciliegina sulla torta, suadente e claustrofobica.
Un ritratto spaventoso di qualcosa che è sotto i nostri occhi eppure non vogliamo vedere.
Merita visioni multiple e potrebbe dare dipendenza (almeno a me).

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Ultima risposta 21/12/2012 20.57.48
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TheLegend  @  07/10/2012 15:33:39
   6½ / 10
Cronenberg è un regista che non mi ha mai entusiasmato;mi ha sempre dato l'impressione di voler dire delle cose intelligenti ma, spesso ,con un linguaggio troppo ostico.
Di questo film mi è piaciuta la folle razionalità che sprigiona,così come quella del personaggio principale,purtroppo interpretato da un Robert Pattinson che non mi convince mai.

Kejhill  @  06/10/2012 16:06:59
   6 / 10
Molti dicono che sia un capolavoro, altri una tremenda schifezza e seppur trovo giusto entrambe le scuole di pensiero io mi posiziono come fatto da qualcun'altro nel mezzo, perchè il film seppur parta da una base particolarmente ingenua (Il taglio di capelli) finisce man mano che prosegue il film per virare sempre più su tutt'altro e il punto focale del film cosi a un certo punto diventa il percorso sempre più forte nel baratro della follia di Eric Packer.

Pattinson discreto e regia tutto sommato buona, probabilmente meno verbosità alla "A Dangerous Method" non sarebbe guastata ma non conoscendo il libro e non sapendo quanto esso sia "verboso" è dificile trattare questo punto come un difetto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  06/10/2012 14:05:42
   6 / 10
Molto particolare questo ultimo film di Cronenberg, forse il più sperimentale presente nella filmografia del cineasta canadese. E come tale è destinato a dividere critica e pubblico tra chi lo considera un aborto e i fan del regista che difenderebbero un suo film anche se questo fosse al livello di "Troppo Belli". Come spesso accade la verità, probabilmente, sta nel mezzo. "Cosmopolis" è un film verboso, tutt'altro che mainstream e ostico, non tanto per una presunta osticità dei dialoghi, ma perchè seguire un film fatto esclusivamente di dialoghi, per l'appunto, è sempre e comunque cosa difficile. Difficile anche se i dialoghi offrono spunti interessanti come in questo caso, considerare "Cosmopolis" come una delle migliori opere di Cronenberg è secondo me un piccolo insulto a Cronenberg stesso (regista discusso, anche dal sottoscritto, ma di indubbio talento) che nei suoi film gli spunti interessanti ce li ha sempre messi eppure è riuscito a rendere gli stessi film delle pellicole adatte a tutto il pubblico (ovvero quello che viene volgarmente definito "cinema d'intrattenimento"). Non di meno va dato atto al regista di aver saputo osare ma rimane la sensazione forte che certi libri andrebbero semplicemente letti (anche se purtroppo, oggi, a leggere libri sono in pochi) lasciando da parte trasposizioni cinematografiche.
La regia fa il suo dovere soprattutto quando ci si trova all'interno dell'ipertecnologica limousine, vera e propria corazza protettiva contro tutto ciò che succede all'esterno, nonostante il trambusto che c'è di fuori Packer (e con lui lo spettatore) si sente protetto e allo stesso tempo indifferente a ciò che accade appena oltre lo sportello. Nota molto dolente: Pattinson. Il divo delle teenagers si comporta, per la verità, un po' meglio di quel che credevo ma un ruolo così centralizzato richiedeva certamente una presenza molto più magnetica pur mantenendo quell'aspetto di bellezza e gioventù che si richiede ad un personaggio come Packer. Non chiedetemi perchè ma io ci avrei visto bene Di Caprio in questo ruolo. Alcuni hanno anche visto dei significati nascosti dietro alla scelta di Pattinson, secondo me la soluzione è molto più semplice: Cronenberg ha voluto fare il furbetto scegliendo un attore che godesse di eccezionale popolarità in un certo tipo di pubblico, e così facendo ha ingannato il pubblico stesso. Un esperimento simile era stato tentato con Keira Knightley in "A Dangerous Method", lì la sua scelta è stata premiata da un'interpretazione portentosa dell'attrice, qui no!

Film noioso? In alcuni (e solo in alcuni) frangenti sì ma personalmente di Cronenberg ho trovato molto più noioso "Spider" che è meno verboso di questo.
Film difficile? Non certamente nei dialoghi in sé che, anzi, appaiono banali il più delle volte. Decisamente più ostico comprendere le implicazioni o il vero significato di questi dialoghi.

Mi trovo in difficoltà anche a dare un voto che rispecchi il vero valore di un film così. Sulla base dei pregi e difetti descritti mi sento di dare a "Cosmopolis" un 6 salomonico. Normale che a qualcuno il film sia piaciuto molto ma forse è fuori luogo scomodare la parola "capolavoro", così come è fuori luogo la definizione di "schifezza".

Una cosa però sono curioso di sapere:

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

kako  @  23/07/2012 13:28:13
   8 / 10
è innegabile che sia un film dall'approccio difficile e non facilmente digeribile, ma a me ha affascinato moltissimo, mi ha colpito e trasportato tra il suo mare di parole e riflessioni sul mondo odierno. Un Pattinson che mi ha sorpreso per l'ottima prova dopo le deludenti e inespressive performance vampiresche e un Cronenberg che ho riscoperto amare dopo la delusione del precedente A Dangerous Method. Il film si basa quasi completamente sui dialoghi, bellissimi, perfetti, pungenti e che fan riflettere. Una critica colta e diretta all'alienazione dell'attualità e al liberismo, sistema economico iniquo e destabilizzante che distrugge le coscienze e mette i profitti davanti alle persone. E il film ci mostra quell'autodistruzione derivante dall'inserimento totale in quel sistema cannibale che porta il protagonista a voler essere il migliore anche nella disgrazia e poi la limousine perfetta metafora della separazione dal mondo reale, dagli uomini comuni che gli contestano la sua condizione di cinica macchina crea soldi, che affama le persone per creare il suo impero. Una pellicola estremamente suggestiva e intelligente, sulla devastazione sociale e la disperazione, sulla vanità e il desiderio economico fine a se stesso, il tutto accompagnato da una buona colonna sonora. E non posso che sorridere al pensieri di quelle ragazzine che escono sconvolte o mortalmente annoiate dalla sala, dopo aver visto il loro idolo-vampiretto in un ruolo totalmente diverso.

bood  @  17/06/2012 16:33:56
   10 / 10
bel film

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spoonji  @  14/06/2012 10:44:35
   9 / 10
Non scherziamo, c'è tanta di quella sostanza, tanti di quegli spunti, tanta di quella bellezza in questo film, che probabilmente se mettiamo insieme tutti i film in programmazione in questo momento, non coprono neanche la metà della grandiosità di questo film.
Quasi mi azzarderei a definirlo CAPOLAVORO.
L'autodistruzione di Eric Parker è la nostra distruzione, è l'oblio verso cui stiamo cadendo inesorabili e verso cui sta affondando tutto il sistema su cui si è basata la nostra economia negli ultimi 30 anni.
E' la nostra vita attaccata agli schermi, che non ci permette di vivere la magnifica imperfezione del mondo reale.
E' l'alienazione della ricchezza, il delirio di onnipotenza.
Visto in lingua originale, Pattinson stupisce per la sua bravura.
Veramente un film incredibile.

Guy Picciotto  @  13/06/2012 16:50:46
   8 / 10
Non si possono dare voti alla storia del post marxismo liquefatto in deserti ombrosi fasciati e moltiplicati per mille fino a spezzare l'autismo di wall street facendolo uscire tumefatto agonico pezzo di marmo-porpora in un altrove artaudiano: oltre la Parola c'è il cinismo del Suono, percezione sonora (Ligeti) che appartiene alla memoria bergsoniana: meta-linguaggi e amoralità robotica che fendono i nostri sorrisi: ricordi purulenti-verminosi che non
ci appartengono più: sfocate esplosioni di violenza inconscia che impediscono la consequenzialità dell'azione. Luigi Nono, Stanley Kubrick e l'egresso terminale ballardiano sparato dritto in un 3000 tecnocratico ultracapitalista che è già odierno.
Poiché il denaro è il centro del nostro sistema, economico e sociale, noi abbiamo dovuto adattare il nostro passo al suo. Basta entrare nell'ufficetto di qualsiasi piccolo broker, accerchiato da monitor, altoparlanti, telefoni, fax, lo sguardo fisso sullo schermo gigante e multicolore della Reuter che, attraverso un megacalcolatore, lo tiene collegato in modo permanente con 20.000 case finanziariee con tutte le grandi Borse del mondo, per capire a quali stress, a quali fibrillazioni, a quali sollecitazioni da Formula Uno sia sottoposto un uomo che lavora con il denaro in fibra ottica. Solo un po' meno evidenti ed esasperati sono gli stress, le fibrillazioni, le sollecitazioni
che ritmano l'esistenza di tutti coloro che vivono all'interno dell'odierna economia monetaria. Ciò spiega anche l'apparente paradosso, che è esperienza comune e quotidiana, per cui l'uomo moderno, che proprio allo
scopo di risparmiare tempo dispone di mezzi velocissimi per muoversi e comunicare (automobili, aerei, telefoni, telefonini, fax, computer), non ha mai tempo, è in perpetuo affanno, «con gli occhi costantemente fissi all'orologio
Sono i ritmi cui ci obbliga la logica del denaro che è lo spirito del denaro (guadagno sistemico) a prenderci il tempo.
Gianni Agnelli una volta disse «Le generazioni perdono presto la memoria finanziaria, ogni tanto hanno bisogno di una doccia fredda, per guarire
dall'euforia» .
Ma il mito della moltiplicazione del denaro, della crescita ad infinitum, non muore mai e, dopoun po', si è pronti a ricominciare
Chi ha instaurato nella nostra civiltà questi principi "liberal-internazionalisti" sono gli stessi che hanno instaurato l'idea di villaggio globale, idee che sono alla radice della estinzione della nostra razza....
Come ha detto un utente qualche commento fa, questo film non c'è ed è così che doveva essere smarginato lo spirito del romanzo di DeLilloa parere mio, quindi centro pieno per Cronenberg che torna su ottimi livelli dopo alcune prove a vuoto.
E un film che parla di uno zombi della sua bara prematura (la sua limousine).
Davvero non basterebbero duemila anni per spiegare i perversi, contorti legami che intarsiano capitalismo ultra liberista e sangue demoniaco pagano.

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Ultima risposta 15/06/2012 18.47.08
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gaffe  @  08/06/2012 00:41:45
   7 / 10
Anche Cronenberg si converte alla critica al neoliberismo senza regole,
nel covo della limousine di eric tutto è programmato all'arricchimento personale, all'esterno qualcuno è pronto a fargliela pagare per la povertà che ha provocato, l'autodistruzione rimane così l'unica consolazione possibile.
Rimandi ai suoi Videodrome e Crash, C. ritorna al futuro dopo alcune pellicole non proprio entusiasmanti, il film forse può essere dimenticato in fretta ma non è tutto da buttare.
Bravo il protagonista, non conoscevo l'attore di twilight ma si è molto calato nella parte.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  07/06/2012 23:02:59
   8 / 10
Prima di tutto chiederei al moderatore di eliminare il voto dal mio commento, perché per questo film non voglio esprimere nessun voto. Non credo sia possibile (intendo sia votare il film che non votarlo su FS).
Il punto è che Cronenberg fa esattamente ciò che andava fatto per filmare un libro come Cosmopolis. Per raccontare il non-luogo narrato da De Lillo sceglie di fare un non-film.
Possiamo senza tanti dubbi affermare, infatti, che questo film è uno splendido non-trama che si avvicina ai capolavori francesi degli anni 60-70, un film elitario con un non-attore come protagonista.
E' senza dubbio un (non)film difficilissimo, in cui ogni dialogo apre scenari interessanti e spiazzanti, forse anche troppo criptico, quasi una sfida.
E' un'opera che merita più di una visione attenta per cogliere tutte le sfumature. D'altronde stiamo parlando di un (non)film tratto da una delle opere letterarie più complesse e stratificate di inizio secolo e Cronenberg realizza un'opera altrettanto complessa e stratificata che a volte ha il difetto di apparire quasi narcisistica oltre che troppo ostica a una prima visione.
Per questo motivo credo sia giusto dare un non-voto al non-film in modo che resti sospeso, galleggiante in un limbo dai contorni definiti solo dal commento.

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Ultima risposta 31/07/2012 15.54.01
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-Uskebasi-  @  05/06/2012 17:03:06
   6 / 10
Il cinema sta veramente morendo. Non lo dico certo per Cosmopolis, non merita questa importanza nel bene e nel male. Lo dico perché nel campo non c'è una cosa che odio di più dell'intervallo, e adesso si sta diffondendo in ogni cinema distruggendo l'atmosfera, l'emozione e la tensione del film solo per incrementare la vendita di qualche coca diluita con acqua. Comunque, dicevo, guardo Cosmopolis e arriva l'inaspettato (in realtà in questo caso un po' sperato) intervallo. Un uomo apre la grande porta della sala, non sta uscendo per prendere una bibita, sta entrando. Scende gli scalini alfabetici, dalla N alla A e si piazza davanti al grande schermo. In mano ha una macchina fotografica e con nostro grande stupore chiede a tutti... a tutti... alle decina di persone in sala, il favore di disporsi vicini davanti a lui per una foto. Il motivo è un presunto test inerente al film, credo che abbia accennato a misurazioni o altro, non so cosa, niente di preoccupante comunque. Tutti hanno accettato seppur con qualche perplessità nel volto. Non ha chiesto nemmeno di sorridere, ha solo scattato la foto. Poi uscendo, all'altezza della lettera L, ha aggiunto che chi avesse voluto, avrebbe potuto trovare la foto in rete in un preciso sito.
Era di parola. L'ho trovata, ma non è un granché, non ci ha nemmeno preso tutti. Eccola comunque:

http://a4.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash2/32267_135885646425209_135611903119250_384099_96782_n.jpg

Non vi dico chi sono io, ma ammetto che ero leggermente annoiato.
Molto curioso è il fatto che nella primissima scena alla ripresa del film, ci sia la solare ragazza del Pattinson che fa sottintendere al partner la bellezza dello spettacolo a cui stava assistendo, semplicemente dicendo di essere uscita a metà. Istintivo il pensiero di aver dovuto fare la stessa cosa, che forse sarebbe stata la scelta migliore, onde evitare esplosioni pericolose. Ma mi sarei sbagliato. Si perché alle parole Nancy Babich qualcosa cambia. Il film inizia a prendere un'altra forma e a raggiungere altri obiettivi oltre a quelli già stra-ottenuti dell'incremento nello spettatore della conoscienza finanziaria e dei cojoni. Si inizia a capire il comportamento del protagonista e anche i dialoghi diventano molto più interessanti, fino alla parte migliore, il duello verbale con il sempre grande Giamatti, che non sapevo ci fosse ma che avevo individuato in una scena a fianco della limousine. Avresti dovuto salvarmi.

Qua non si discute Cronenberg, tantomeno l'intelligenza del film, c'è dentro tutto e questo è fuori ogni dubbio. Mi immagino come sarà il libro, sarà unico, e doveva essere solo quello, non si possono filmare le parole.
Insomma, Cosmopolis è esattamente come Pattinson; può piacere, ma non andiamo a dire in giro che è bello perché se gli mettiamo a confronto il vero bello gli occhi si aprono. La nostra credibilità sarebbe quella di una ragazzina di 13 anni.
E infine le sale dovrebbero essere più controllate, non possono entrare anche gli animali.

http://shamael.noblogs.org/files/2012/03/che_palle.jpg

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Ultima risposta 24/05/2014 11.27.35
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paride_86  @  04/06/2012 23:21:26
   9 / 10
‎"Cosmopolis", un film importante, colto e grottescamente sofisticato: da vedere assolutamente, David Cronenberg non è mai stato così in forma.
Il grande cinema è morto? No, non credo.
I grandi registi sono in via di estinzione? Probabilmente sì, visto che i film più belli degli ultimi anni sono stati firmati da gente che ha passato da parecchio i 50...
Anche Robert Pattinson è stato una bella sorpresa: un attore di valore che adesso, dopo questo film, si è definitivamente liberato dello stereotipo di vampiro sexy per adolescenti isteriche.

claudio54  @  03/06/2012 23:33:51
   8½ / 10
Che dire... mi prende un senso di spaesamento... di tristezza. Eravamo in otto in sala a vedere quello che mi è sembrato fin da subito un film bellissimo, estremamente impegnato, serio, niente affatto difficile, come dicono molti. Cosa c'è di difficile in un film come questo? Non ho ancora letto il libro del grande De Lillo (uno dei miei autori americani preferiti)(che poi è quasi italiano). E' cinema allo stato puro, estremamente simbolico, ma lasciamo stare gli aggettivi. Capisco che può non piacere il genere, ma, mi domando, come si fa a dare voti così bassi ad un film così straordinariamente coraggioso? Cosa vogliamo dal cinema? Le vacanze di natale e cose simili? Il cinema sta morendo, cari miei. Non so se sia colpa dei produttori, del pubblico, dei distributori (questi veramente credo che abbiano grandi responsabilità), di internet, dei downloads illegali (veri e propri furti, non credete che sia il caso di cominciare a chiamare le cose con il loro nome?) Per non pagare i pochi euro che costa una visione al cinema stiamo uccidendo tutto, cinema, musica, e tra poco anche la letteratura. C'è qualcuno che dice: ma il cine costra troppo, 7 o 8 euro ti sembrano pochi? E quindi tutti giù a rubare, a vedere copie illegali di pessima qualità su telefonini grandi come francobolli, ipad e via dicendo.
Dicevo che eravamo in otto in sala. Una domenica sera. Se il biglietto fosse stato non di otto euro ma di cinque sarebbe stata la stessa cosa. Il cinema sta morendo, lo stiamo uccidendo noi. Registi come Cronenberg stanno diventanto solo degli eroi coraggiosi, solitari, come quei quattro gatti che vanno a vederlo. Che tristezza.

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Ultima risposta 04/06/2012 20.45.42
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  02/06/2012 12:53:28
   7 / 10
E' un film difficile...uno di quelli che dovrebbero essere visti piu' volte per capirne tutti i risvolti!
Non penso sia necessario leggere prima il libro ma conoscere il pensiero di De lillo si, puo' essere utile!
"Cosmopolis" è ambientato in un futuro dove le classi sociali sono ancora piu' separate tra di loro e la societa' è quindi in completo disfacimento...L'uomo piu' importante d'America (il Presidente) è considerato un pesce piccolo in confronto ai "mostri" della finanza!
In un oceano di limosuine viaggia il nostro protagonista che cerca di farsi cambiare il taglio di capelli...nel frattempo vari incontri dove ascolteremo discorsi futili mescolati a problemi esistenziali...e non mi riferisco a prostate asimmetriche!
il cast fa il suo dovere,cioe' non recita...a parte l'ottimo Giamatti che sembra essere la vera coscenza di un protagonista che ha gia' assorbito dal Mondo tutto quello che c'era da succhiare (o guarda è proprio il vampiro Pattinson,un caso?).
La prova di Cronenberg era talmente difficile da non poter risultare completa...L'assenza totale di azione dimostra come il libro sia quasi infilmabile ed è imossibile non trovare smarrimento e indignazione nei confronti di alcuni dialoghi assurdi...ma questo è il futuro,quindi ancora non possiamo capire...

gianni1969  @  01/06/2012 15:40:25
   9 / 10
il commento di kowalsky e' l'emblema delle emozioni che trasmette a mio avviso questo capolavoro. cronenberg non lascia,ma raddoppia. poi i detrattori ci sono sempre,delusi dal fatto che non sbuca nessun licantropo o affini.

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Ultima risposta 01/06/2012 18.41.14
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Mpo1  @  01/06/2012 01:04:34
   8½ / 10
Dopo 3 film non del tutto soddisfacenti, o comunque lontani da quello che era il miglior Cronenberg, il regista canadese torna agli alti livelli del passato con un film che lascerà il segno, un'opera originale e spiazzante che già divide tra detrattori ed entusiasti. Tratto piuttosto fedelmente dall'omonimo romanzo di Don DeLillo, il film è un'odissea, un viaggio attraverso New York che è anche un viaggio nel mondo moderno e nella mente del protagonista Eric Packer, che incarna il capitalismo più estremo. Film apocalittico, glaciale, claustrofobico, pieno di dialoghi spesso criptici ma affascinanti, "Cosmopolis" è un'opera che fa e farà discutere, che racconta l'oggi meglio di tanti filmetti "realistici" che infestano gli schermi (soprattutto in Italia). Possiamo notare molti punti in comune con il capolavoro del 1996 "Crash": quest'ultimo aveva nel desiderio sessuale e in quello di morte i suoi poli principali, e ciò che sembra guidare Eric, al di là del soddisfacimento dei momentanei bisogni, è proprio un forte desiderio di autodistruzione; in entrambi i film il rapporto tra uomo e tecnologia, e in particolare tra uomo e automobile, è essenziale, tanto che la bianca limousine di Eric diventa quasi un'estensione del suo corpo, o una sua rappresentazione. La tensione verso un'impossibile perfezione porta Eric a scontrarsi con l'imperfezione che è già dentro di noi… Tra i molti momenti da ricordare: la visita medica, gli incontri con la moglie e ovviamente il finale. Molto bella anche la colonna sonora, in particolare il brano sui titoli di coda ("Long to Live" dei Metric). Di questo film si potrebbe dire tantissimo, e nuove visioni sono sicuramente necessarie…
Prevedibili e scontate le critiche… ma il vero Cinema NON è intrattenimento, non tutti i film si possono guardare distrattamente sgranocchiando popcorn, il cinema è una forma d'arte, di cultura, deve provocare, far riflettere… davanti a un film dobbiamo usare il cervello, non dimenticarci di averlo. Invece di insultare il film, non sarebbe meglio ammettere semplicemente che non ci si arriva?

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Ultima risposta 22/02/2020 22.25.50
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  31/05/2012 23:46:46
   7 / 10
Il regista della psiche e della carne, a solo un anno dall'incompreso "A dangerous method" (si vede che C. con il magma della parola ci ha preso gusto) imbastisce un apologo di sconcertante cripticità sulla devastazione sociale prodotta dal potere economico. Lo fa attraverso un protagonista, novello Ulisse, bulimico di sensazioni forti e incapace di vivere il reale, tormentato da sé (asimmetria della prostata, del taglio di capelli) e dal microcosmo che lo protegge (la limousine, le guardie del corpo).
L'impressione di minaccia costante si fa sempre più carica, così come aumenta l'inquietudine legata ad una metropoli devastata in cui i ratti sono divenuti la più preziosa merce di scambio.
L'universo Cronenberg è strabiliante come sempre, anche se meno originale di quanto ci si sarebbe potuti attendere; le sue ossessioni carnal-techno-psico-sessuali si fondono alla perfezione in un'atmosfera di degenere esaltazione che richiama al precedente "Crash" ma anche a "Strange days" di Katryn Bygelow.
D'altra parte però, il livello di fruizione del film è oltremodo minimale: neppure con "Il pasto nudo" tratto da Burroghs il regista era arrivato ad un tale grado di inaudita difficoltà. Dialoghi rispettati anche alla lettera dal referente letterario, accumulati senza sosta e senza pietà in un delirante vaneggiamento divinatorio su una fine tanto imminente quanto auspicata.
Piuttosto complesso non lasciarsi esasperare dalla verbosità dei trattati filosofici dei personaggi e dall'insopportabile rigidità interpretativa di Robert Pattinson, attore per caso affatto efficace nel ricoprire un ruolo di notevole astrusità, alter ego luciferino del vampiro fiabesco fin'ora affrontato.
L'impressione è che C. abbia peccato di riserbo d'interpretazione, demandando alla fiumana concettosa di DeLillo il compito di parlare di una nuova apocalisse. Visivamente suggestivo e inquietante, acusticamente demoralizzante, profondamente frustrante.
Alla fine ci si ritrova stremati e irritati ma con la sensazione di aver assistito a un film che si farà ripensare a lungo.
Non se ne può fare una colpa agli scettici: non è la sacerdotessa Morton a dire proprio: "Più è visionaria l'idea e più le persone rimarranno indietro"?

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Ultima risposta 04/06/2012 19.50.17
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  31/05/2012 23:04:40
   8 / 10
Indifferente, distaccato, senza cuore né rimorso. Dalla sua Torre di Babele lasciata impunita dalla collera di Dio, Eric Packer contempla la setticemia del Capitale. Come un moderno Kane compra aerei o cappelle/pinacoteche per il solo gusto di possederle e nutrire il proprio individualismo. Dominatore del mondo e schiavo delle stesse infrastrutture da lui stesso create.
Cosmopolis è un viaggio a ritroso alla riscoperta della propria carnalità, odori e sensazioni. E' la demolizione di un ostentato equilibrio interiore, attraverso l'accettazione dell'imperferzione e della disarmonia a cominciare dalla propria (asimmetria della prostata) in un faccia a faccia drammatico con un grandissimo Giamatti, coscienza stessa del protagonista. La fine del viaggio di Eric Pecker è la trasmutazione completa da virus del sistema all'anticorpo di quello stesso sistema. Una nuova carne.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  31/05/2012 22:49:37
   8½ / 10
Continua Cronenberg a trasportare sul grande schermo i romanzi intraducibili del '900: lo fece con il delirante Pasto Nudo (uno dei suoi capolavori), poi Crash e adesso questo criticatissimo Cosmopolis. Scritto da uno dei maestri della letteratura americana, quel Don De Lillo di cui tanti si prodigano ad elogiare i romanzi ma che a conti fatti è anche uno di quegli scrittori che è durissima leggere, principalmente per lo stile in cui la parola predomina sull'azione fino all'eccesso cerebrale. E non tragga in inganno l'elogio costante della critica, De Lillo è uno scrittore che ha spaccato a metà un pò tutti e solo per questo andrebbe menzionato come autore di assoluto valore.
Cosmopolis di David Cronenberg nasceva quindi per dividere, soprattutto se il canadese decideva di partire dal Verbo, dalla pagina scritta, trasportando di fatto tutto il romanzo sul grande schermo cosi com'è o come dovrebbe essere cinematograficamente. E allora, si chiedono in molti? E ALLORA?
Qualcuno provi a leggere lo stile ostico di De Lillo, il tempo narrativo che si fonde in un continuum al di fuori del tempo stesso tra presente, futuro e passato, il delirio razionale dei suoi personaggi e gli scatti di follia (?) improvvisa. Cronenberg ce l'ha fatta, senza scendere in compromessi ha fatto del Cosmopolis letterario un film di difficilissima visione, noioso per i più, certamente cerebrale e verboso fino allo sfinimento.
Ciò che di fatto non mi va giù sono le critiche di non cinema che questo film si porterà dietro per tantissimo tempo da parte di alcuni detrattori; la parola per molti non è appannaggio della cinematografia dove tutto parte dall'immagine. Ma a me sembra si sia incappati in un grosso equivoco: in Cosmopolis Cronenberg privilegia l'aspetto verboso rispetto a quello dell'azione ma di fatto crea un'atmosfera apocalittica e schizoide ma sempre glaciale e "ragionata"; il suo cinema sembra lontano ma in realtà Cosmopolis ne è impregnato nei temi, non solo da quegli scatti lontani di grottesco sessuale, violenza ostentata o momenti puramente assurdi (i terroristi dei topi e quello della crema pasticciera). Certo, perché Cronenberg è rimasto fuori dalla limousine.
Al di là di questo, il film ha un montaggio molto veloce e i continui scambi sembrano atrofizzare lo spettatore che non se ne rende conto: Cronenberg segue i dettagli, a volte ossessivamente, non si è ovviamente limitato a scrivere la sceneggiatura in sei giorni; che poi ovviamente tutto è già nell'opera letteraria, perché bisognerebbe aggiungere dialoghi o temi che non centrerebbero nulla? Cronenberg rimane comunque un maestro quando riesce a creare all'interno di scambi verbosi un angoscia crescente, che sembra lì lì per esplodere ma in realtà implode in sé stessa lasciando sgomenti. Salvo poi scattare in episodi di incredibile violenza, tanto veloci quanto sconvolgenti.

Cosmopolis è l'odissea (riferimento non casuale) di uno spettro che ha in mano il mondo, nell'immenso palco delle strade di New York dove incontra altri spettri, residui di una vita implosa; come se non bastasse, profetizza il presente in un certo senso.
Il problema è questo: lo spettatore non è più disposto all'ascolto, non più o forse non lo è mai stato. Ci sta la noia, ci può stare. Ma è un vero peccato non riuscire a cogliere tutti i suggerimenti di quello che è uno dei film più interessanti e controversi degli ultimi anni, che lo si ami o lo si odi.

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Ultima risposta 08/10/2012 19.26.14
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  31/05/2012 18:29:21
   9 / 10
Tutto previsto, ovvio, ma per me è stato un'inesauribile colpo al cuore: esco dal cinema e provo la stessa impossibilità di "barricarmi", epicentro del mio controllo mentale e corporeo è e si sente vulnerabile. Mi tornano in mente quelle parole "tu dovevi salvarci...". Perchè? La lobby economica prevede forse di arricchire i suoi schiavi o l'unica cosa che conti è tentare di farli sopravvivere? Il cerchio si chiude, indistintamente. Mi faccio un sacco di grasse risate pensando alla faccia contrariata delle ragazzine davanti al Patterson post-saga: se fossi nel film, direi che il disprezzo per il pessimo gusto altrui non fa che liberare (oh che goduria) la mia anarchica cattiveria... al diavolo i vampironi romantici stampati nelle foto dei diari scolastici, ma forse la scelta di P. non è casuale. L'Icona pop (star) che testimonia l'altro vampirismo,quello sociale, allettante e altrettanto diabolico.Il tutto incapsulato in questo magma visivo dove l'identità umana, dopo la febbre dell'oro, assiste sconsolata al funerale collettivo di un'intero sistema - il sesso privo di vita come in Shame di McQueen, l'incontro con personaggi di altre epoche e vite come in After Hours di Scorsese - il Q. I. una massa cerebrale di dati che vanifica ogni substrato (contatto) di vita (con)terrena. Se il Capitale non ha piu' alcuna possibilità di difendersi, la minaccia di ferite ancora aperte sposta l'obiettivo su mondi vilipesi da altre paure ("Sparano ancora ai presidenti?Ci sono persone piu' interessanti di loro"). Il film questo Naked Lunch della generazione Zero, questo 1984 dei carnefici diventati vittime, è un vero e proprio CAPOLAVORO.
L'asettico spettatore non vi troverà la zavorra necessaria per affrontarlo fino alla fine ma si sbaglia: correte a vedere la storia di quel musicista alla ricerca vana di una spiritualità interiore... lasciate quel barbiere rincorrere il sogno schiavista di un passato da tassista iperattivo "morto dentro" quella professione dolcemente logorante... lasciate a un'immenso Paul Giamatti, che sembra uscìto da un film di fantascienza, il compìto di esaudire o meno la nostra (voglia di) vendetta... magari c'è solo un'eccesso di pragmatismo letterario, anche se suggerisco a chi diffida che Don De Lillo è e rimane uno dei piu' grandi letterati americani contemporanei, insomma non uno qualunque
Forse il sangue versato da Cronenberg a differenza di quello di Twilight non sarà mai inutile

5 risposte al commento
Ultima risposta 10/10/2012 00.22.21
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marcodinamo  @  31/05/2012 17:31:55
   6½ / 10
Originale ma sicuramente troppo ostico.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  31/05/2012 13:09:58
   7½ / 10
Chissà se "Cosmopolis" potrebbe mai candidarsi a "capolavoro mancato" di Cronenberg. Forse sono troppo severo.
Leggendo "Cosmopolis" di DeLillo non si tarda a comprendere come mai il regista abbia provato un irresistibile richiamo: sembra condensare la sua poetica.
Desiderio della carne a contaminarsi con la tecnologia, che si fa tensione del nostro grado di civilizzazione a svaporare dalla materia, tradursi inanemente in mera astrazione, numero che domina asetticamente. Fantasma che si aggira. Fantasma che si protegge, insieme a tutti i propri liquidi corporei, nell'abitacolo ermeticamente chiuso.
Pattinson (a mio avviso efficace, nel ruolo di un individuo ermeticamente chiuso) entra in conflitto con il vuoto pneumatico della propria prigione: i conti non tornano più, la tentazione della materia è troppo forte.
Ecco che l'ultima sequenza, la meno risolta nonostante un Paul Giamatti in stato di grazia, ci riconduce ad ambientazioni putride e fatiscenti quali ce ne sono un'infinità nel cinema di Cronenberg (dai primissimi film a EXistenZ).
Il putridume della carne (anche fisicamente giamatti incarna bene l'antitesi di Pattinson) è una tentazione vertiginosa, che per questo personaggio che implode non può che rappresentare la negazione del proprio estremismo.
Non ci può essere rinascita, un buco nero lo attende.

Ma nel film c'è qualcosa di non perfettamente risolto: sarà probabilmente il fatto che il fascino della prosa di DeLillo è nella parola e non nella narrazione; in questo senso non è filmabile, e Cronenberg dimostra invece una incredibile fedeltà all'autore (pare abbia scritto la sceneggiatura in 6 giorni; è plausibile, dacché riporta interi passi del romanzo), in questa sua più recente propensione per la verbosità.
E' come se attraverso la parola Cronenberg volesse costruire una ulteriore gabbia, claustrofobica, in cui rinchiudere (e sotto il cui peso schiacciare) il suo personaggio, che pure con le parole si muove insolitamente bene.

Mi attendevo uno scatto visivo rispetto alla pagina, una più marcata "cronenberghizzazione" del soggetto (già però, come detto, troppo cronenberghiano in partenza, forse), e in questo sono rimasto perplesso. Anche se devo dire che l'ambientazione algida e robotica nella limousine resta impressa. Così come il procedere lento, quasi a ralenti, dell'auto.
Tuttavia, almeno a una prima visione, il film accusa tutta la propria cerebralità, il proprio essere studiato a tavolino, il proprio aggiungere tutto sommato poco alla poetica dell'autore (aggiornata al capitalismo finanziario post-industriale del XXI secolo).
L'epoca in cui il topo è divenuta l'unità monetaria.

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Ultima risposta 02/06/2012 12.36.46
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Manticora  @  31/05/2012 12:40:15
   8 / 10
Cosmopolis ovvero come girare un film incomprensibile per il pubblico, rendere il tutto insopportabilmente verboso, ma anche terribilmente reale e soprattutto legato al libro di Don De Lillo, che nessuno ha letto...
Cronemberg è un regista che non è stato mai lineare nella trasposizione dei suoi film, ha attraversato i generi con la stessa disinvoltura di chi passa dal mestiere di bagnino a quello di macellaio. Però il suo è un film necessario, per quello che rappresenta, perchè nella sua inperfezione ci sono dei semi di verità. Il capitalismo è un fantasma, profezia della crisi finanziaria e sociale che sta sconvolgendo la nostra normalità. Cos'è la normalità? Spendere un milione di dollari? comprare un bombardiere russo che non può volare per mancanza di pezzi di ricambio e andare a contemplarlo in un capannone? Voler comprare una cappella, con tele di rotko alle pareti? Avere due ascensori che diffondono entrambi musica, ma differente?
La normalità del capitale è la sua stessa follia, perchè senza follia il capitalismo non può esistere, prendere così tanto e dare così poco, fino a che non saranno i topi scaraventati nelle tavole calde o le torte in faccia a cambiare la situazione. Ma se cavi gli occhi ai dirigenti e ai miliaridari forse non potranno più godere di questo senso di onnipotenza, di cinismo e mancanza di empatia con la GENTE.
La gente si parla addosso, la critica idem, le banche falliscono, qualcuno si dà fuoco, le guardie del corpo fanno il loro lavoro, in mezzo il fantasma del capitale scorrazza ancora per il mondo. Sono un grande enigma per me stesso dice Eric, perchè non sà cosa vuole, forse fottersi la moglie, forse uccidere qualcuno, forse farsi tagliare i capelli, o forse semplicemente morire.
Tutto è asimmetrico, non si può prevedere la fine del capitale, quando sarà, be le limusine non serviranno più a niente, perchè il mondo non è dentro quell'archetipo di bunker semovente, che separa l'avere dall'essere, ma nelle strade che attraversa....
Nota negativa, robert Pattison come attore non convince, assolutamente, Colin Farrell o Edward Norton sarebbero stati perfetti, Il resto degli attori è al servizio della storia, dalla Binonche a Paul Giamatti, appunto per gli aspiranti spettatori, questo non è un film che tutti possono capire, quindi se non siete sintonizzati su ciò che il film vuol essere, se vi aspettate che Pattison diventi un vampiro, o se non avete idee, be vi consiglio spasionatamente di EVITARE DI VEDERLO.

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Ultima risposta 01/06/2012 22.47.44
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  28/05/2012 12:18:49
   9 / 10
"La libertà assoluta trova la propria negazione solo nella morte degli altri." Hegel

Il cinema di Cosmopolis non risiede nella consequenzialità dei dialoghi, David Cronenberg stacca ogni USB e attua una sorta di Cut-Up cinematografico applicato al SUO cinema sorvolando sul rapporto causa-effetto e squarciando l'immobilismo voluto dell'intera pellicola con silenzi al limite del "RUMORE bianco" e voragini di corpi con abissi narrativi tanto quanto rivelano e possano rivelare perfettamente l'inconsistenza totale del reale, sempre in bilico tra l'essenziale estremo e l'inessenziale estremo, dando totalmente possibilità allo spettatore di cogliere il punto di svolta della sua asimmetria in ogni potere immaginifico della paranoia.

"Qualunque cosa facciamo la dismisura serberà sempre il suo posto entro il cuore dell'uomo, nel luogo della solitudine. Tutti portiamo in noi il nostro ergastolo, i nostri delitti e le nostre devastazioni." Albert Camus, L'uomo in Rivolta

Altamente profetico ["La logica evoluzione degli affari è l'omicidio" - Don DeLillo, Cosmopolis], profondamente radicato in quell'oggi che è già assente e presente e che risiede nell'assassinio del domani e pertanto nell'irreale tanto quanto la realtà non è altro che una frattura scomposta di se stessa, irriverente e asymmetrical nel proporre e nel proporsi, altamente trapiantato violentemente nel hic et nunc dello STRANIAMENTO tanto quanto il collasso della cyborg finanza e la morte del futuro, già auspicata da Ballard in Crash.

"L'ho viste in America, e oggi, ogni domenica nel mio quartiere, a Parigi, durantre i matrimoni cinesi. Sono completamente in sintonia con i nostri tempi: insieme vistose e di cattivo gusto. Sembrano belle dall'esterno, ma all'interno danno la stessa sensazione triste che un hotel frequentato da prostitute. In qualche modo mi toccano, però. Sono obsolete, come vecchi giocattoli futuristi. Penso che segnino la fine di un'era, l'era delle grandi macchine. Queste vetture sono diventate il cuore del film – il suo motore. Le ho immaginate come navi che trasportano gli esseri umani durante i loro ultimi viaggi, le loro ultime missioni. Il film è una sorta di opera di science-fiction, in cui esseri umani, animali e macchine sono in via di estinzione – "motori sacri" collegati tra loro da un destino comune, schiavi di un mondo sempre più virtuale. Un universo dal quale le macchine, le esperienze reali e le azioni stanno gradualmente scomparendo". Carax sulle Limousine (from / for "Holy Motors")

E allora queste bare bianche a cielo chiuso asettiche ed erotiche, totalmente insonorizzate, diventano i carri armati blindati per la protezione in-cosciente dell'alienazione che ride di se stessa nel vuoto Imperante del Caos che non può essere confinato con un finestrino alzato perché fiction di un mondo interiore come un Caronte Bianco di Carne Metallica Dilaniata. I nomi smettono di avere il loro significato, e l'essere nel suo "essere" umano è solo una scelta nell'infinito gioco delle possibilità. Come tutti i "Ciò in cui Credo" ogni mente è lucidamente offuscata dalla ricerca della distruzione rifuggendo il concetto romantico secondo cui dalle ceneri della distruzione nasca ogni arte e che la creazione non sia altro che giustificata collisione di energia nata dalla distruzione. La distruzione imperiale del capitalismo di Cosmopolis non è che lo specchio della metamorfosi (ancora Cronenberg) del concetto stesso del denaro: topo, topi, uomini-topi, marxismo a cinque stelle. Un valore concettuale portato al paradosso dove campeggia il trionfo dell'apocalisse dello spirito: "facciamo sesso", che non è altro che il testamento "f.uck" kubrickiano di Eyes Wide Shut, l'implosione dell'inibizione, la morte del dialogo, il fottìo della logica, una pallottola che trapassa la mano, la morte del sentimento totalmente in linea con il concetto di corpi-manichini imposto dalla nostra Società al Cerone di Morte annegata dalle lacrime di ogni equazione che asservita alla corrispondenza più non è, la determinazione a non schivare MAI la collisione nella totale ricerca dell'imperfezione per contrapposizione al non aver mai considerato ogni possibilità di errore, ogni tentativo di soverchiamento, ogni gambizzazione di programmazione da diagramma. E l'opera si chiude proprio sulla frattura Umano contro dis-Umano [«L'ultima questione è sapere se dal fondo delle tenebre un essere può brillare.» Karl Jaspers], una frattura solo fasulla, perché basata sul fraintendimento e il totale allineamento (e del suo viceversa) del solo apparentemente Umano, del solo apparentemente Disumano, nell'incertezza prepotente di DOVE siamo, di ciò che siamo, di CHI siamo.

Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman  @  26/05/2012 16:11:10
   6 / 10
Cosmopolis..andiamo con ordine.

Un'unione azzardata quella di Cronenberg con l'acchiappa teenagers Pattinson,tanto incuriosito da questo duo che mi sono precipitato in sala,pronto a sbavare nel vedere rappresentato un'universo in rivolta(una possibile microesplosione di rabbia,sfinimento e disperazione da parte di chi è arrivato solo ad opporsi al sistema con la forza,che puó accadere in futuro in maniera catastrofica ad esempio nel nostro paese),un piccolo mondo gestito dal nulla nella quale tutti possono impazzire da un momento all'altro..i ricchi ancora ancora pensano di essere un faro nell'oscurità,tutto quello che è rimasto di buono in una società spazzatura impazzita,ma non possono fare altro che venire risucchiati dall'anarchia totale.Pensano di riuscire a proteggersi creando regole proprie per differenziarsi dagli altri e fantasticando con filosofie e pensieri da quattro soldi per poi distruggersi da soli.

Ecco..universo rappresentato visivamente al meglio.Ambientazione scioccante,da brividi,quasi da esclamare a metà visione"non riuscirei mai a vivere in una topaia gigantesca e decadente simile".

Ecco,pregi finiti.
Come ho fatto a comprendere qualcosa in tutto il film visto che ho provato a mettere giù una bozza di trama e chiave di lettura del film all'inizio?
Facile,ho tanta fantasia.Riesco a fotografare squarci di locations e visioni registiche per ricostruirmi la storia nella testa.La sceneggiatura peró è un qualcosa di improponibile,di inaccettabile in una sala cinematografica.Ogni 5 minuti inserimenti di espedienti per mettere in diffcoltà lo spettatore che non si ricorderà che cosa proponeva lo script nei 5 minuti precedenti.Un esercizio di stile di scrittura che vuole stupire invece doveva essere più diretto e sintetico che avrei apprezzato molto di più.

Interpretazioni...ehm..cavolo d'accordo con un utente che Giamatti ruba la scena a tutti anche se per poco peró è stato un personaggio che mi ha riattivato le energie necessarie per seguire ancora un'oretta di film.
Il resto del cast decisamente sottotono,quasi messi li gli attori per fare bella presenza e senza lasciare il segno.
Capitolo a parte,un Pattinson che mi aveva convinto con Bel Amì,ma un film di questo genere proprio non lo riesce a reggere sulle proprie spalle,sembra un mastino napoletano liberato senza più mettergli la museruola per la miseria..che pena.

Cronenberg rimandato come Burton..ha realizzato solo un sufficiente sguardo oltre la bolla in cui siamo imprigionati col governo che ci prende per le palle...e meno male che ho capito dove voleva arrivare alla fine perchè ragazzi,seguire una sceneggiatura non è mai stato così difficile...

narko80  @  26/05/2012 01:31:21
   8 / 10
Bhe Cronenberg è uno di quei registi che divide a metà. A me piace molto, quindi anche questo film m'è garbato parecchio. Ottimo Pattinson. Ci sono alcune frasi, alcuni silenzi, alcune espressioni che mi sono rimasti impressi. Film critico. Film molto consigliato.

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Ultima risposta 27/05/2012 15.12.57
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