chasing ice (2012)

Fotografo per professione, documentarista per vocazione e dovere; sto parlando di James Balog, incaricato dal National Geographic e partito alla volta di alcuni dei più importanti ghiacciai per comprovarne la preoccupante e inarrestabile scomparsa.
Le immagini mozzafiato dei panorami di Groenlandia, Alaska, Islanda e Montana ci mettono di fronte ad una realtà dei fatti tanto terribile quanto inequivocabile, queste enormi masse d'acqua solida si stanno sciogliendo ad una velocità pazzesca. Ciò che per cause naturali accadeva in un secolo ora avviene in pochi mesi e Balog lo dimostra con un metodo semplice e geniale al tempo stesso.
Per cogliere la verità ha predisposto decine di postazioni fisse da cui macchine fotografiche scattano ad intervalli regolari. Le immagini, montate poi adeguatamente, ci sbattono in faccia un vero e proprio film dell'orrore, fornendo un' indubitabile prospettiva del problema che nel corso degli anni ha subito un processo di rallentamento riguardo la sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
Del riscaldamento globale ormai si parla troppo poco, le rassicurazioni di politicanti senza scrupoli e lo scetticismo (prezzolato?) di alcuni studiosi hanno fatto il loro dovere, e poco importa se le catastrofi naturali colpiscono con frequenza e violenza ben più veementi rispetto al passato e il livello degli oceani si sta alzando.
Lo sguardo è sicuramente unilaterale, ma Balog ha ottenuto l'alleanza delle immagini per convincerci della bontà delle sue teorie. C'è poco da negare, semmai sul cosa accadrà si sarebbe potuta fare qualche ipotesi in più e soprattutto sarebbe stato interessante capire come l'uomo debba agire per limitare o addirittura stoppare questa corsa suicida.
Un bel lavoro "Chasing Ice" , sinceramente divulgativo e mai agiografico nonostante il personaggio sia di quelli tosti. Insensibile a intemperie e temperature gelide, impavido dinnanzi pareti rocciose e crepacci. Un avventuriero d'altri tempi pronto a scarificare un ginocchio nel nome della verità.