Nella Los Angeles del 1969 in cui tutto sta cambiando, l'attore televisivo Rick Dalton e la sua storica controfigura Cliff Booth cercano di farsi strada in una Hollywood che ormai non riconoscono più.
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VINCITORE DI 2 PREMI OSCAR: Migliore attore non protagonista (Brad Pitt), Migliore scenografia (Barbara Ling, Nancy Haigh)
VINCITORE DI 3 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film commedia o musicale, Miglior attore non protagonista (Brad Pitt), Miglior sceneggiatura (Quentin Tarantino)
Ormai Tarantino è schiavo di un cinema replica infinita del suo stesso modello, autoreferenziale e autocompiaciuto, che esaurisce il suo senso nello specchiarsi da parte del regista. Ancora il solito gioco di citazioni, ammiccamenti... provare qualcosa di nuovo, proprio no? Niente da dire sul duo Di Caprio/Pitt (doppiaggio un po' discutibile, mi è parso), né sulla qualità della messa in scena, però, alla fine, 2 ore e 40' che non vanno da nessuna parte, con il regista convinto che basti premere negli ultimi 20 minuti sul pedale dell'ABC del tarantinesco per arruffianarsi il pubblico (e forse ha abbastanza ragione), riprendendo e rifrullando concetti e situazioni già visti e utilizzati in altri suoi film.