Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Un film ben distinto in due parti. Una brillante, la prima, per concludere in una seconda banale. Fresco di idee e contrasti, sapendo esprimere visivamente un concetto di tempo, velocizzando, rallentando e fermando la scena, in contrapposizione anche agli stati d'animo. Il fascino dello "still life", unito a realtà e sogni, formula un perscorso di crescita necessario, quanto soggettivo, come fosse un gioco della vita, maturando confidenze a modi fare e di essere. Tra i contrasti troviamo la perversione e l'arte, riconducendomi al "discorso" fatto da Terry Zwigoff nel suo "art school confidential". Film condito da dettagli di narrazione oltre gli still life come efficace e semplice nell'unire il tempo in una sola scenografia; alcuni ricordi da bambino del protagonista non cambiano scena, senza stacchi di telecamera, come facessero parte del presente, relazionati dal discorso della voce narrante. Quest'ultima a volte simpaticamente aiutata da frasi continuate/concluse casualmente da terzi, come fosse il destino, o semplice sapere comune. O altri più in dettaglio come il suono del videogioco dei bambini annoiati, combacia perfettamente con la cassa della cassiera annoiata. Il tutto scorre bene. Quasi geniale, con una facilità che affascina lo spettatore, fino alla partita di calcio... ... poi l'oblio.
come interpretare il tipo che si muove nella scena ferma durante la partita?? ("nella città di mezzo")... semplicemente come spiegato che in un qualsiasi mondo, c'è sempre qualcosa di pericolso e inaspettato??
Il film abbraccia la solita commedia teen, ed un finale con moralina da 4 soldi.