black book - il libro nero (2006)

Pellicola sicuramente particolare, che come film d'avventura/azione non mi è dispiaciuto. Il problema è che nell'ultima mezz'ora c'è un netto calo di ritmo e quindi la vicenda perde qualcosa, e il voto tende ad abbassarsi. Non posso non far notare la brutta ambientazione storica della vicenda (e qualche incongruenza storica), che legittima ancor più il 6 che ho messo.

Il film ha riscosso consensi e non.
Sicuramente in termini di azione, agguati, trappole, tradimenti, personalità ambigue e colpi di scena ha tutto quello che serve per farne un buon tthriller d'epoca, è l'approssimazione storica che lascia un pò perplessi.
La cantante ebrea Rachel, che dopo aver assistito allo steminio della sua famiglia si unisce alla resistenza locale, non trova di meglio che innamorarsi di un ufficiale nazista, cosi' da innescare una reazione a catena che la porterà ad essere accusata di tradimento sia dalle SS che dai partigiani.
Il messaggio che si coglie è che in guerra non ci sono ne buoni ne cattivi, o meglio i buoni ed i cattivi stanno da entrambi le parti.

Premetto che sono un estimatore del buon Paul Verhoeven che dopo vent’anni passati in America, tra lavori di qualità altalenante, torna nella natia Olanda per girare questo film sullo sfondo della seconda guerra mondiale… Verhoeven mantiene intatto il suo stile registico, non per nulla il film sembra una fusione tra la patinatura del periodo hollywoodiano e lo stile più “a tinte forti” che caratterizzava il suo cinema prima che approdasse in America… Tradimenti, agguati, doppi giochi e colpi di scena si ripetono nel film, certo la sceneggiatura non è perfetta (c’è qualche forzatura e qualche semplicismo di troppo) ma l’ottima regia e il cast di alto livello (la Van Houten è brava e bellissima) ne fanno comunque un ottimo prodotto… Un film che mostra come Verhoeven non abbia perso lo smalto di un tempo, mentre negli ultimi lavori hollywoodiani dava l’impressione di essere destinato verso un lento declinio da cui non si sarebbe più ripreso…
Peccato che, da Basic Instinct in poi, sia un regista troppo poco considerato…

E'innegabile che il chiacchierato ritorno in patria da parte del regista,abbia restituito nuova linfa vitale al suo talento talvolta incompreso.
Black Book e'un film privo di velleita'storiche:nonostante il lughissimo lavoro durante la stesura della sceneggiatura(il progetto era in cantiere da molti anni e la storia trae spunto dall'uccisione a tradimento degli ebrei nei paesi bassi),il regista si concentra sui personaggi,mostrandoci cattiveria,avidita,sesso e tradimenti in un thriller che non conosce sosta,tra colpi di scena e ottime interpretazioni(su tutti la fantastica Carice Van Houten).Un ritorno in grande stile per un film coraggioso e soprattutto libero dalle ipocrisie politically correct tanto care al cinema hollywoodiano...

ottimo veramente!una rivisitazione della seconda guerra mondiale un po diversa con pochi eroi veri e molti piu opportunisti decisi ad arricchirsi il piu possibile sfruttando paure e debolezze altrui.....da vedere!

Se lo si prende come film d'avventura, e per nulla collegato a fatti realmente accaduti, è un buon film d'avventura ed anche un buon thrilling. Ci sono vari colpi di scena, e certe soluzioni che sembravano ovvie e scontate prendono al contrario un'altra direzione. Non male.

Finalmente un filmone vecchia maniera, fatto bene e recitato meravigliosamente.
Non capisco dove sia la noia...la storia è bella ed emozionante, i momenti di azione non mancano, cosi come non mancano i colpi di scena.

Sicuramente tra i migliori film in circolazione, e poi è tutto europeo, e questo non fa che ben sperare per il nostro cinema

Un bel film; intenso e profondo... peccato ke alla fine va un po troppo per le lunghe...
Ottima la regia, Buona la sceneggiatura, Eccellente il cast.

Fumettone firmato V, racconta le vicissitudini di una eroina ebrea che attraversa indenne tutti gli orrori pre e post nazismo.
Nonostante alcune lacune della sceneggiatura il film si vede volentieri e il taglio delle immagini di V è sempre piacevole.
Come dice l'amico più sotto V rimane uno dei pochi regisiti il cui stile lo riconosci ad occhi chiusi.

Se c'è una cosa che va riconosciuta a Verhoeven è la sua dimistichezza stilistica, e questo film di stile ne ha vendere... trasuda pathos, passione, rabbia, violenza, sesso esplicito.
Non è una tradizionale operazione reducista, e non è nemmeno un semplice "fumettone di referenti del cinema" del cineasta olandese (che celebra il ritorno in patria dopo vent'anni di permanenza a Hollywood) , ma un'operazione che riscatta la controversa ideologia censoria dell'opportunismo al servizio del proprio, terribile o inopinabile, ruolo sociale.
Il personaggio di Erika Stern non puo' riscuotere simpatia nello spettatore, non deve, eppure è a lei che Verhoeven chiede reclama di dedicare tutta l'attenzione della vicenda.
Memorabile,nella sua ferocia, l'agguato della famiglia Stern nel passaggio clandestino con la frontiera.
Un film radicale, profondamente "antipatico" e proprio per questo vitale e importante.
Non ci risparmia nulla e pretende di attentare alle nostre consuetudini e alle nostre private reazioni/opinioni sul dramma dello Shioah o della Resistenza.

Come scrivo nella recensione (v.) che spero verrà presto pubblicata, il grande pregio di un film come questo, irritante e facilmente avverso all'integrità morale del pubblico, è di revocare con coraggio e lucidità intelletuale un tipo di cinema che ha tutte le carte in regola per definirsi "commerciale2.

Verhoeven nobilita i film di genere, come faceva Aldrich tanti tanti anni fa