Un ex marine viene coinvolto suo malgrado nel tentativo di stabilirsi su di un pianeta particolarmente ricco di specie vegetali ed animali e di sfruttarne le grandi risorse: quando però la razza indigena si ribellerà a questo colonialismo cosmico, l’uomo passerà dalla loro parte per guidarne la rivolta.
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Incanto. Cameron ci ha promesso l’incanto e ci ha accontentati.
Visivamente incantevole, il film mi ha fatto strabuzzare gli occhi come la mia nipotina alla prima esperienza in una sala cinematografica. Vuol dire che mi sono emozionata? Probabilmente si, il mondo artificiale di Pandora, esplosione di colore e fluorescenza, è stupefacente. Anche se ero un pochetto prevenuta( lo ammetto), curiosa comunque, le immagini mi hanno immediatamente catturata e non solo perché erano in 3D, dimensione già vista e conosciuta altrove, probabilmente anche in 2D mi avrebbero sorpresa. Sono rimasta colpita dall’estrema libertà creativa dei tecnici-ideatori di quel mondo e del loro sforzo nel renderlo meno artificiale possibile, credibile. In ciò Cameron ha fatto centro, pazientando anni affinchè lo sviluppo della tecnologia gli permettesse di realizzare il suo film, come originariamente era stato pensato.
La storia è semplice, certo, segue la struttura narrativa della fiaba nel modo più lineare: protagonista coraggioso, antagonista cattivo e ottuso, aiutanti, mezzo magico e così via; gli elementi di Propp ci sono tutti, come in migliaia di altri film( Balla con i lupi per primo). Se la linea narrativa fosse stata strutturata in modo complesso e articolato avrebbe aggiunto qualcosa? No, a mio parere, anzi, il prodotto finale sarebbe stato un bulesume indecifrabile. La linearità ( non banalità, attenzione) della storia compenetra perfettamente l’incanto delle immagini, il messaggio elementare passa tra tanta meraviglia proprio perché elementare, nel modo più classico. Poi certo, i dialoghi non sono mai brillanti e alcune interpretazioni disturbano, nell’insieme tuttavia le magagne della sceneggiatura passano in secondo piano e forse è giusto sia così in questo caso.
In fondo il cinema è ANCHE questo: una scatola dei sogni, ma non SOLO questo, per fortuna. Spazio ce n’è in abbondanza per tutto e per tutti. E godetevi questo spettacolo per ciò che è, senza tante paturnie!