antiviral regia di Brandon Cronenberg Canada 2012
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antiviral (2012)

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locandina del film ANTIVIRAL

Titolo Originale: ANTIVIRAL

RegiaBrandon Cronenberg

InterpretiCaleb Landry Jones, Sarah Gadon, Malcolm McDowell, Douglas Smith, Joe Pingue, Nicholas Campbell, James Cade, Lara Jean Chorostecki, Lisa Berry, Salvatore Antonio

Durata: h 1.48
NazionalitàCanada 2012
Generehorror
Al cinema nel Novembre 2012

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Trama del film Antiviral

Syd March lavora per una clinica che rivende sieri di virus, recuperati dalle malattie che hanno colpito personaggi famosi e destinati a schiere di fan morbosi e ossessionati dalle celebrità. Grazie alla possibilità di lauti guadagni, Syd usa il proprio c

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Voto Visitatori:   6,13 / 10 (16 voti)6,13Grafico
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Voti e commenti su Antiviral, 16 opinioni inserite

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Jumpy  @  21/02/2021 17:46:05
   6½ / 10
Mi è sembrato più in fanta/thriller che un horror vero e proprio. Scene di forte tensione si alternano a momenti visionari/onirici/allucinazioni e, tra gli uni e gli altri, una certa lentezza e monotonia che contribuiscono poco a sviluppare il film (si poteva sfoltire di un buon quarto d'ora).
Lo stile, nelle scene più riuscite, ricorda tantissimo Cronenberg padre, l'idea di base, di per sé anche piuttosto originale ed accattivante è inizialmente anche ben sviluppata, peccato che, secondo me, nella parte centrale si perda un po' tra i meandri di una trama che diventa un po' faticosa da seguire.

Overfilm  @  12/09/2017 14:20:41
   7 / 10
Il film viene inserito nella categoria horror, ma non e' la sua...
Lo vedrei bene inserita in quelle ottime serie che sono "black mirror"...
La trama, come gia' anticipato da molti, narra "la follia dei fan che per assomigliare in tutto e per tutto ai loro idoli ne vogliono condividere anche le malattie...".
Sembra assoluta fantascienza, ma nella realta', gia' ogg,i per assomigliare ai propri "modelli di riferimento" i fan fanno "porcate" notevoli ergo...
Cio' detto trovo assolutamente in parte il protagonista.
Si poteva rendere la trama un pochino piu' lineare e scorrevole accorciando anche un pochino i tempi per ottenere un risultato ancora migliore...
Comunque un buon 7 se l'e' meritato.

alex94  @  20/01/2016 11:55:54
   7 / 10
Un film che sembra uscito dalla mente e dalle mani del caro vecchio David Cronemberg,quello che sguazzava nella fantascienza e nell'horror unendo la profondità delle tematiche trattate al disgusto e al raccapriccio che i corpi mutati e deformati dei suoi protagonisti trasmettevano,creando così un cocktail unico e maledettamente originale.
Ecco questo è quello che è il film Antiviral,diretto da suo figlio Brandon, quì alla sua opera d'esordio,che racconta la follia dei fan che per assomigliare in tutto e per tutto ai loro idoli ne vogliono condividere anche le malattie.......... l'originalità sicuramente non manca così come non manca l'inquietudine ed il sottile senso di disagio (unito naturalmente al disgusto) che Cronember junior riesce a trasmettere allo spettatore che si ritrova così ad assistere spaesato ai più vari e folli avvenimenti.......
Interessante anche la regia,Cronemberg sceglie di non dare morali su quello che mostra,si limita ad analizzarlo,con freddezza e cinismo,questo unito alla bellissima fotografia di quel genio di Karim Hussain,contribuisce a rendere gli eventi narrati nel film ancora più allucinanti.
Un horror con i contro********,come non se ne vedevano da un pezzo,da vedere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/01/2016 11.59.59
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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  24/10/2014 16:13:11
   7 / 10
Confronto a tanti figli di papà che ci finiscono un po' per caso a ripercorrere le orme di famiglia, e in prevalenza capita di riscontrare una fastidiosa superficialità di fondo, un'agiatezza di chi ha tutto pronto, fondi e un cognome che è sinonimo di garanzia e curiosità, ma spesso il tocco autentico paterno s'interrompe nella discendenza, non assimilato, Brandon osando e perchè no, sbagliando (dopotutto se non lo si fa nella propria opera prima quando è consentito farlo?!) appare inculcato genuinamente al gene di famiglia.
Nel periodo più classico del padre, Brandon ripercorre le prime tappe, anni '70 del genitore, con l'impostazione rigorosamente indipendente, e con un tocco già formato a tal punto da poter già ora fare previsioni fortunate sul suo futuro nel cinema indipendente.
Affascinante la prima parte, il feticismo fuori controllo verso le star porta i fans a farsi inoculare i loro mali, scimmiottando un certo divismo oggigiorno imperante tra i giovani, più ostica la seconda parte, non solo nel ritmo anche nella cripticità degli eventi.
La Gadon già musa del padre, qui diva del figlio, accompagnata dall'efebica e fotogenica presenza di Caleb Landry Jones capace di mostrare i mutamenti del corpo e i deterioramenti della malattia.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  23/08/2014 17:39:37
   7 / 10
La cultura dell'esposizione massmediatica e l'ingegneria genetica si fondono in un horror fantascientifico malato e visionario. L'idea di fondo è ottima, la realizzazione un po' meno. Comunque, ottimo esordio per il figlio d'arte Brandon Cronenberg.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/08/2013 00:08:32
   7½ / 10
Un cognome pesante come un macigno perchè quando si è figli d'arte è molto facile avere i fucili puntati addosso ad un esordio. Brandon Cronenberg non si discosta molto dalle tematiche paterne, l'ossessione per corpo umano e anche dallo stile di regia, estremamente curato con quell'atmosfera malata che si percepisce in maniera tangibile in contesti apparentemente asettici e rafforzati, come in questo caso, da un bianco predominante, quasi invasivo.
Dalla sua comunque ha un soggetto di base molto buono e ben costruito in un plot che ricalca il genere fantascientifico distopico, magari un po' farraginoso nel ritmo ma capace di catturarti. Bravo anche l'attore protagonista, un volto che rimane impresso, un corpo che fa vedere l'avanzare della malattia. Un esordio non facile e superato con una certa brillantezza.

Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  03/06/2013 12:34:33
   8 / 10
La prima cosa che ci viene in mente è: com'è stata l'infanzia di Brandon in casa con un padre come Cronenberg?
Ecco la risposta: " Antiviral" è l'essenza di un mix delle influenze del padre adattate all'attualità e forse più malato. Il concetto di "nuova carne" (Videodrome), lo stile di vita "malato" (Crash) e la la degradazione del corpo (La Mosca).
Esteticamente un film austero, asettico, stanze bianche e spazi chiusi; solo il rosso del sangue e i colori dei tulipani.

Un mondo malato dove i fan desiderano le malattie dei propri beniamini come unico modello da seguire.

Un film da vedere, un'esperienza poiché di una cosa siamo sicuri … Brandon Cronenberg ha un futuro nel cinema.

6 risposte al commento
Ultima risposta 03/06/2013 17.02.57
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  11/04/2013 14:30:42
   8 / 10
L'adorazione per le celebrità trascende in uno schizofrenico feticismo tanto che, in un futuro non troppo lontano, la gente paga profumatamente per farsi inoculare i virus di cui soffrono le star del momento. La simbiosi con il soggetto venerato è talmente forte da assumere connotazione mistica, con la condivisione del malessere come punto di contatto concreto, rafforzato da un empio rituale eucaristico durante il quale ci si ciba di bistecche ricavate da coltivazioni cellulari dal blasonato pedigree.
Il business prolifera su quest'ennesima mercificazione di corpi vuoti eletti a divinità del nulla, le due cliniche specializzate in tali trattamenti fanno soldi a palate mentre il mercato della pirateria ha già capito come aggirare i vari copyright. Dell'ingranaggio fa parte Syd March, diafano e stralunato venditore della clinica "Lucas", ma anche predone sulla propria pelle, anzi, tramite il proprio sangue, di virus da vendersi sul mercato nero.
Tutto bene finché non si imbatte in un agente patogeno sconosciuto e probabilmente mortale. "Antiviral" riferisce di un contesto distopico con ritmo rarefatto e colpi di scena ben calibrati, ambienti asettici, colori smorti e star luminose, luridume invisibile, strisciante e subdolo nell'attacco all'organismo e nel penetrare menti corrotte da martellamenti mediatici inneggianti alla perfezione estetica; tutto nell'ambito di una società che è specchio estremizzato di quella attuale, fortemente improntata sull'apparire e sul profitto con ipocrite barriere morali che annebbiano la vista.
Brandon Cronenberg , figlio dell'illustre David, abbatte queste limitazioni ed esalta la fascinazione cieca verso divinità troppo terrene, a loro volta schiave di un sistema che ne cannibalizza ogni possibile aspetto sino alla morte.
Sarà fiero papà David di questo debutto coi fiocchi che raffina e attualizza alcuni temi da lui stesso trattati parecchi anni or sono nei suoi primi angoscianti lavori.
"Antiviral" riflette ciò che siamo e lo fa in maniera lucida e spietata, trascinandoci in un abisso fotografato splendidamente da Karim Hussain (il regista di "Subconscious cruelty"), percorso da sonorità inquietanti che sembrano rendere ancora più aliena la figura del protagonista, il bravo Caleb Landry Jones, a sua volta non immune alle sirene dell'infezione.

2 risposte al commento
Ultima risposta 27/02/2014 09.44.26
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Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  06/04/2013 09:09:37
   6½ / 10
Bah.... Sia per il soggetto, sia per quanto si tratti dell'opera prima del giovane Cronemberg merita almeno la sufficienza..... molto coraggioso (che ci sia lo zampino del padre?) ma si avvale cmq di altri pregi..... una buona regia e una fotografia allucinante... dove il bianco candido relativo agli ambienti asettici della Lucas si contrappone al concetto di virus, spesso rappresentato da un rosso scuro tendente al bruno e i colori impastati e putridi derivanti da sostanze tossiche in decomposizione.... minimale e a tratti monocorde ma decisamente interessante e deviato. In sostanza un incoraggiante debutto....

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