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Film realizzato molto bene che si focalizza sull'ascesa del famoso boss da quando da Brooklyn arriva a Chicago, con tanto di provolone incartocciato sotto al braccio, fino alla morte. Il film ha il merito di non tralasciare aspetti importanti per una corretta ricostruzione storica senza, però, perdere di vista una certa fluidità del racconto grazie ad una "romanzizzazione" misurata che rende il tutto ancor più godibile. Infatti, se da un lato non mancano riferimenti al contesto sociale e culturale dell'America di quegli anni, come la corruzione della polizia, gli intrecci tra politica e criminalità e il ruolo di personaggi di contorno (bravo Martin Balsam), dall'altro viene fatto un ritratto, inedito quanto efficace, del Capone uomo, con riferimenti alle sue vicende sentimentali, alle sue passioni ma anche al suo lato violento. In questo molto si deve a Rod Steiger (attore che adoro) in una delle sue migliori interpretazioni di sempre e che forse ci regala il miglior Al Capone visto al cinema. Alla fine, grazie alla buona sceneggiatura, il film riesce a dare il giusto peso narrativo a tutti gli aspetti che ho citato; tuttavia devo dire che se fosse stato un pò più lungo e con un regista con un tocco un pò più personale, il risultato sarebbe stato ancora migliore.