a christmas carol (2009)

L'atteso ritorno al grande cinema del regista americano dopo il mezzo scivolone de "La leggenda di Beowulf" e l'ancora troppo sperimentale "Polar Express", oramai Zemekis dimostra di saper padroneggiare sempre con maggiore efficacia la motion capture raggiungendo non solo esiti di straordinaria spettacolarità e bellezza, ma anche di forte impatto emotivo.
La sceneggiatura ripercorre fedelmente il libro di Dickens cogliendone con efficacia sia la matrice fanciullesca, favolistica, sia quella violenta quasi orrorifica raccordate sotto l'egida di un forte intento moralistico.
Zemekis mantiene saldo questo equilibrio cercando di mantenere sempre un tono intermedio, solido, compatto e positivo, fresco e squisitamente sentimentale, con lo spirito di un bambino che si diverte a giocare con il cinema, spirito che tanto aveva caratterizzato suoi capolavori come "Forrest Gump", "Ritorno al futuro" e "Chi ha incastrato Rogger Rabbit" e che sembrava essersi perso nel troppo artificioso e ricercato "La leggenda di Beowulf".
Così si avranno scene estreme: alcune violente, drammatiche, quasi orride (in un ricordo alla lontana del gotico bartoniano) altre invece patetiche e struggenti, raccordate da altrettanti momenti leggeri e frivoli, quasi comici, il tutto interpretato con una grande fantasia e vivacità visiva.
C'è ancora qualcosa da sistemare, non tutto il lungometraggio si presenta con la medesima efficacia ed intensità, qualche momento risulta ancora un po' troppo artificiale, plastificato adagiandosi, conseguentemente, in un standardizzato gioco di stile (soprattutto la parte dedicata al natale futuro, quasi troppo smaccatamente ricercata e gotica), ma è indubbio quanto Zemekis abbia fatto enormi passi in avanti dal lontano "Polar Express" e soprattutto dall'estetizzante "La leggenda di Beowulf".
Ottimo il cast, magnifico Gary Oldman, buono anche Jim Carrey, discrete le colonne sonore di Silvestri.