Due studentesse rumene, Otilia e Gabita, dividono la stessa stanza in un dormitorio per studenti universitari, durante gli ultimi anni di comunismo in Romania. Un giorno Gabita scopre di essere incinta...
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Splendido. Si percepisce l' odore di una terra particolare. Una Romania funebre, che nella segretezza delle case assaggia o sogna le cose europee, che nel 1987 vive ancora una dolorosa dicotomia. Fra la superficie così disumanamente impeccabile, come una scrivania ordinata ma invissuta, e il sottostrato magmatico e fremente, che vorrebbe vivere di luce. Si percepisce poi l' odore di una terra universale. Quella che tutti calpestano, spesso senza guardarla. Il film risponde ad un' urgenza che è sociale solo perché, in principio, profondamente umana. Cosa possa fare una legge, anche questo Mungiu si chiede. Risponde: può e deve appianare le mille e indefinibili altezze, naturali ma dilanianti, che dividono uomini e donne. La discussione fra Otilia e il fidanzato è emblematica. Entrambi sono innamorati, "colpevoli", disarmati (il loro silenzio durante la cena chiassosa è meravigliosamente eloquente). Eppure la spada di Damocle pende su una sola testa, facile immaginare quale.
La caratterizzazione del dottore, con la sua disturbante compostezza e la deontologia professionale di mer.da, è qualcosa di straordinario. E infatti, fra le tante scene indimenticabili, una è davvero terribile: la carezza sudicia di Mr. Bebe sulla gamba di Gabita. "Dai, buona fortuna".