Nel 1983 in una fittizia piccola città dell'Indiana, un ragazzino sparisce nel nulla. Le indagini sulla sua scomparsa porteranno alla scoperta di esperimenti governativi top-secret e forze sovrannaturali dai poteri terrificanti.
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La prima serie di Stranger Things ha esordito con il botto su Netflix, dando anche la stura al revival anni 80 oramai alle porte da tempo. L'ho vista tutta d'un fiato e mi ha colpito il suo essere fondamentalmente un omaggio a quegli anni made in america. L'idea di usare dei ragazzini per creare una storia generazionale aveva tutte le carte in regola per sfondare. Il cast su cui spicca la giovane Millie Bobby Brown funziona. Anche Finn Wolfhard, mentre Gaten Materazzo come spalla comica e idiota è veramente inutile, e proseguirà così anche nelle altre stagioni. Comunque la prima stagione ha molte venature horror, una buona storia e anche gli interpreti adulti funzionano. Se Winona Ryder ritorna letteralmente sullo schermo e sicuramente David Harbour che dimostra di essere un caratterista efficace. Matthew Modine poi è la vecchia volpe che torna al pollaio, con i capelli bianchi e tutto il resto. Noah Snapp ovvero Will ha il difetto di apparire appena all'inizio, dopo di che scompare per riapparire alla fine. Comunque al netto di qualche difetto la sceneggiatura degli episodi funziona, e la serie arriva ad un finale aperto che ci porta ad una rivelazione sul sottosopra e la creatura Demogorogone. Non per niente visto il successo Netflix ha messo in cantiere una seconda stagione.