zabriskie point regia di Michelangelo Antonioni Italia, USA 1969
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zabriskie point (1969)

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locandina del film ZABRISKIE POINT

Titolo Originale: ZABRISKIE POINT

RegiaMichelangelo Antonioni

InterpretiMark Frechette, Daria Halprin, Rod Taylor, Paul Fix, Bill Garaway

Durata: h 1.52
NazionalitàItalia, USA 1969
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 1969

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Trama del film Zabriskie point

Mark, studente ribelle ricercato a Los Angeles dalla polizia per aver ucciso un agente, riesce a fuggire su un aereo da turismo rubato. Nel deserto californiano incontra e ama una ragazza, Daria, che si sta recando a Phoenix per trascorerre un periodo di vacanza. Nel paesaggio spettrale di Zabriskie Point (il punto di massima depressione geologica degli Stati Uniti) i due giovani trascorrono lunghe ore d'amore, ma...

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Voto Visitatori:   7,45 / 10 (50 voti)7,45Grafico
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Voti e commenti su Zabriskie point, 50 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

JOKER1926  @  16/04/2012 01:44:54
   7 / 10
La potenza di un film, dell'immagine è quella di parlare aldilà delle parole e dei monologhi ripetitivi e ridondanti. Quando dietro la camera si addensa la maestria e/o lo stile di un regista determinato e consapevole della sua concezione cinematografica e del suo pensiero politico il gioco è fatto…
Accade tutto questo con Michelangelo Antonioni, il film in questione e di quelli che hanno fatto storia fra critiche ed approvazioni, si parla dunque di "Zabriskie Point".

Per entrare alla grande nell'intelaiatura teoretica della regia è importante sapere che Antonioni è stato un regista di idee "rosse", ovvero la sua anima verte verso la visione comunista e marxista delle cose.
Di conseguenza discorrendo di "Zabriskie Point" si arriva a parlare di politica e di una specifica "zolla" temporale, siamo infatti negli anni caotici del sessantotto fra uccisioni e moti di pseudo rivoluzione perpetrati, dopotutto, da quei "giovinastri" del tempo che ,avendo il sedere al riparo, (figli della borghesia) e godendo di una buona situazione economica si lanciavano in sfide e movimenti comunisti saturi di una circoscritta (se non totalmente assente) proiezione di ideali e di teoria sociale.
I ricchi (padroni del loro presente e futuro) rimanevano alla larga, i poveri, invece, rigavano dritto per la loro strada pensando all'essenziale, alla sopravvivenza… (Ma questa è una storia lunga...)

"Zabriskie Point" si prende la briga di remare contro la borghesia, ad inizio film e persino attaccato l'individualismo borghese, e contro tutte le sue componenti.
I giovani, protagonisti del film, rappresentano il "blitz", o meglio, la fuga dal mondo comune e ordinario verso punti (Zabriskie Point) incontaminati e lontani dal tran tran quotidiano. I loro dialoghi, i loro atti sessuali certificano la libertà di animo che sembra esser troppo utopica e inattuabile, ma la forza del Cinema riesce a far convergere il tutto verso una totale accettazione della cosa.
Sarà poi il finale, attraverso le immagini, a tonificare, una volta e per sempre, il contesto scenico e argomentativo della regia di Antonioni.
Il film oltre la sua natura comunista/evasiva mostra delle peculiarità di grande importanza, insomma si respira una strana sensazione in questa prodotto del 1969, sembra di essere in un contesto hippy ed estivo; tale macchinazione visiva e percettiva scaturisce dalle scenografie, o meglio, dalle ambientazioni che, specie negli esterni, donano molto.
Gli attori non famosi e le musiche rock sono altri crediti positivi nella confezione tecnica del lavoro cinematografico.
A livello contenutistico, invece, la trama si mantiene lontano da ingarbugliati snocciolamenti e si presenta troppo statica e settoriale. Gli episodi non aprono nessun binario narrativo, bensì aprono solo scenari di sensazioni che hanno però il pregio di catturare il critico cinematografico, magica e brillante, ad esempio, la relazione fra i due ragazzi.

Negli anni duemila, con gli occhi dello spettatore moderno, "Zabriskie Point" risulta essere indigesto, indecifrabile e impalpabile. Occorre visionare il tutto con acuta dinamicità di pensiero accettando (e magari non condividendo) ciò che ha voluto dire la regia. Film lento ma nel suo intento sicuramente compatto e aguzzo.

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Ultima risposta 17/04/2012 21.39.05
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  01/06/2010 11:30:43
   8½ / 10
Questo film ha il merito di avermi affascinato tantissimo, nonostante molti lo considerino una smartellata sulle palle.

Quei silenzi e quei punti morti per me sono volati, aiutati da una regia ottima e da un paesaggio estremamente selvaggio e funzionale allo scopo del film.

E quel pensiero rivoluzionario finale di una ragazza che vorrebbe ma non può è sicuramente una delle scene più suggestive che mi sia mai capitato di vedere davanti alla mia 32 pollici.

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Ultima risposta 07/06/2010 18.37.41
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  11/11/2009 11:14:07
   8 / 10
Film del 1970, unico di Antonioni interamente ambientato negli Stati Uniti. Questo lungometraggio è diventato un cult perché racconta il sogno della gioventù occidentale, come molti altri splendidi film di quegli anni.
Zabriskie Point è un luogo di libertà dove quasi tutto è possibile, ma dove l’attrito con la realtà produce il drastico risvegliarsi dal mondo della fantasia.
Celebre la splendida colonna sonora che annovera Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones e Jerry García.
Bellissima la fotografia di Alfio Contini.

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Ultima risposta 11/11/2009 12.31.17
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  04/09/2009 14:01:39
   7½ / 10
Gli ultimi sussulti post-sessantottini. L’estremo colpo di coda, messo in atto con un’opera in cui una visione apocalittica anti-borghese va di pari passo con quella di una “morrisoniana” “great golden copulation”, nell’alternanza tra severe invettive al sistema ed esaltazione dell’amore libero e depurato da qualsiasi classificazione di natura sociale. Così, attraverso un manifesto apparato metaforico (secondo il canone tipico del linguaggio cinematografico di Antonioni), si va dalle immagini che mettono in risalto l’artificiosità e la fatuità della mondanità capitalistica a quelle che, al contrario, evidenziano la naturalezza di un rapporto fondato sulla spontaneità, nel contrasto tra gli ambienti chiusi e asfittici di una multinazionale o di una villa lussuosa e quelli ariosi e luminosi della “Death Valley”.
Non è un film pessimistico, tutt’altro. Al momento di massima crisi, rappresentato dall’evento luttuoso, non consegue un adeguamento allo “status quo”, con conseguente assorbimento nelle “gerarchizzazioni” socio-economiche, ma il rifiuto di queste e la fuga: un modo per mantenere viva quella speranza –all’epoca sulla via del tramonto- di cambiamento radicale che ha costituito l’anima, sotto il profilo ideologico, del movimento sessantottino.
A conferma della svolta positiva, vi è pure il venir meno del peso dell’incomunicabilità di coppia, che aveva segnato la precedente produzione del regista ferrarese e che ora lascia il posto a una nuova e più conciliante prospettiva: alla sofferenza per la solitudine interiore subentra, qui, l’incanto e l’euforia per l’unione di due anime affini, suggellato dall’atto sessuale che si eleva –addirittura- fino a richiamare una sorta di amore cosmico.
Un film un po’ ingenuo ed esile nella sceneggiatura, perchè fa leva su una contrapposizione quasi “manicheistica” esente da analisi più approfondite della realtà (in questo senso, meglio l’ultimo lavoro di Bernardo Bertolucci), ma assolutamente pregevole nel suo impatto visivo, grazie ad un’eccelsa fotografia (Alfio Contini), che si muove tra suggestivi bagliori solari e orizzonti crepuscolari, e ad una efficace regia giocata in gran parte su campi lunghi e lunghissimi. Molto riuscito il momento (citazione parodistica di “Intrigo internazionale”?) in cui i due protagonisti s’incontrano, l’una in automobile l’altro su un velivolo, e nel quale si assiste a un singolare corteggiamento aereo.
Di prim’ordine la colonna sonora.

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Ultima risposta 19/09/2009 11.55.37
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fdondero  @  31/08/2009 07:58:32
   10 / 10
Per me Zabrinsky Point ha un valore immenso. Non penso che sia importante la trama, lo spaccato dell'america, il 69, l'espolsione termoatomica. Neanche la musica dei pink floid -che intendiamoci è bellissima, ma che per Antonioni fu una delusione e tenne nel fim solo perchè non poteva fargli un torto dopo avergli chiesto di lavorare per lui (ed infatti non ci sono solo i pink floyd, c'è John Fahey anche se per qualche secondo, i Greatful Dead).
Io non sono un critico e neanche uno molto esperto, ma le immagini, la fotografia sono una vera goduria, scorrono che è una meraviglia, non ti stancano mai, si susseguono in maniera perfetta. Ecco è questo susseguirsi, questo andare avanti che mi trasmette sempre qualcosa di enorme, che pochi film hanno il potere di fare. Questa è la vita, nelle poche ore di immagini Antonioni ci ha messo la vita, un episodio, ma pur sempre di quello si tratta. E' la vita che spesso non siamo capaci di vivere per via delle congetture che ci accompagnano: la scuola, il lavoro, le regole, il conformismo, il potere, lo stato. La trama è attuale ai tempi che erano: alla fine degli anni 60, una persona del suo carico intellettuale non poteva non considerare la contestazione, lo sviluppo immobiliarista, le SPA nel deserto (oggi vanno di moda nei vigneti e sono richieste anche dagli operai ex democrazia proletaria, senza offesa, ero DP anch'io). Poi c'è la poesia con cui ci presenta la storia dei due ragazzi: è commovente. Ma a voi non è mai capitato di innamorarvi a quella maniera? Io è da quando ho 4 anni che aspiro a delle situazioni come quelle (alla fine ci sono riuscito, ma che fatica!), ma quella di Daria e Mark è perfettamente riuscita. C'è l'intesa (lui che fa le acrobazie con l'aereo per segnalarle che deve atterrare, lei che capisce e disegna la pista), c'è l'attrazione di due persone giovani, che si attraggono, si proteggono. Ed è amore dolce e passionale assieme, quello vero. L'amore di gruppo nel deserto? Forse aveva calato una micropunta. Ma quella è la vita che fiorisce, è la natura, è un sentimento che si trasfigura, va oltre l'atto della coppia, è l'amore per tutti e di tutti. Forse c'è del paganesimo, ma Antonioni non era certo un clericale o un ciellino. Non ci vedo una gran malizia in quella scena, io l'ho vista assieme ai miei figli di 6-10 anni e l'abbiamo trovata tutti di una poesia straordinaria. Il consumismo, non centra un cavolo col film, è assolutamente secondario. Certo Michelangelo era un gran comunista, tant'è che John Fahey, un americano, scappo' via dopo che cenarono assieme e lui gli parlo' della sua visione imperialista ed anticomunista dell'america. Ah, che grande sei stato Antonioni. In 4 immagini hai riassunto la vita.
Riguardo l'esplosione, con Careful with your Axe Eugene dei Pink Floyd come accompagnamento, per i piu' maliziosi, potrei rigiocare la carta della dietil ammide dell'acido lisergico, ma sono sicuro che Michelangelo non l'ha mai presa. Non mi pronuncio, è superlativa, degna di una produzione di Hollywood di oggi, mi chiedo ancora adesso se e quanta dinamite possa essere servita. Una fine differente non poteva esserci, peccato solo che Mark sia morto e che Daria ne abbia sofferto in maniera immensa. Pero' si sa, la vita spesso riserva il peggio e questo Michelangelo lo ha contrapposto all'happy hand tipico delle produzioni americane.
Fantastico, fantastico, capisco che per molti non sia minimamente percepibile, d'altronde basta vedere chi abbiamo a governarci.
Al diavolo chi vuol capire questo film, veditelo, goditelo, non pensare a cosa voleva dire Antonioni, pensa a quello che ti suscita dentro. E se non ti dice proprio niente allora vai a giocare al superenalotto, guardati due televendite e poi il maurizio costanzo show. Questo dovrebbe farti stare meglio.

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Ultima risposta 23/02/2011 10.23.19
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Bathory  @  30/08/2009 12:50:43
   7 / 10
Il film è indubbiamente invecchiato abbastanza male...soprattutto per quanto riguarda la prima mezz'ora..
La seconda parte invece con l'ingresso nel desolato e silenziosissimo Zabriskie Point, il film cambia completamente registro, diventando estremamemente onirico, affascinante, visionario, con una delle scene più seducenti della storia del cinema.
Prorompente e visivamente devastante il messaggio finale anticonsumista e antiborghese, ma Zabriskie Point resta un film sostanzialmente sterile e vuoto con un pizzico di autocompiacimento in alcuni tratti, ma almeno una visione la merita..

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Ultima risposta 12/01/2010 19.29.05
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onda  @  01/08/2007 17:08:11
   8½ / 10
Zabriskie point è sempre stato molto maltrattato, secondo me ingiustamente, dalla critica e dal pubblico.
Credo che sia sbagliato volerlo classificare come un film di denuncia sociale tout court. In realtà, la visione dell'America di Antonioni non può essere realistica perchè è una trasfigurazione poetica (forse è realistico il west di Sergio Leone? Eppure nessuno lo ha mai accusato di avere immaginato un west fasullo, prorprio perchè era una creazione artistica ). Il film mette in risalto il contrasto tra una civiltà cinica e caotica e la purezza rappresentata dal deserto, luogo primigenio in cui si realizza l'amore tra i due protagonisti.
Credo che l'attacco frontale alla civiltà dei consumi, nelle linee essenziali, abbia un senso simbolico ancora oggi e non condivido le critiche di provincialismo mosse al film, dettate forse dal pregiudizio verso un cineasta italiano che ha cercato di spostarsi su un terreno non tipico per i registi nostrani.

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Ultima risposta 02/08/2007 15.39.22
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  01/08/2007 12:25:53
   9 / 10
Uno dei capolavori di Antonioni, ricco di simbolismi politici, culturali, esistenziali.

Il film sembra dire che le ribellioni alle istituzioni non possono che finire in tragedia. Nel fine anni '60 la contestazione studentesca ha assunto in diversi paesi dell'occidente toni da tragedia, Antonioni coglie l'essenziale di essa per via metaforica sottolineando da un lato la forza bruta e inutile del potere e dall'altra la necessità di una rottura radicale con il mondo corrotto della tecnologia del profitto.

L'eros vissuto nel deserto diventa il simbolo di una libertà senza regole assurde, da conquistare.

Forse l'Antonioni più attento alle grandi speranze di cambiamento del '69, un'epoca in cui simettevano in discussionie disvalori come la tecnologia del profitto, il falso moralismo sessuale, le guerre per il monopolio sul mondo, ma soprattutto l'autoritarismo e i sintomi perversi degll uomini di potere.

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Ultima risposta 02/08/2007 11.10.50
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Crimson  @  16/02/2006 17:35:41
   9½ / 10
A livello emotivo, è senza dubbio uno dei film che mi coinvolgono maggiormente, in modo crescente. Infatti mi viene spontaneo, nell'analizzare il film, di suddividerlo in due parti che mentalmente stacco tra loro con l'incontro tra i due protagonisti (o meglio, la lunga scena in cui Daria è in auto e il ragazzo la "corteggia" con l'aereo). La prima parte per me è funzionale ai fini della lettura finale del messaggio del film: viene presentato infatti il contesto globale, la 'macrosocietà' e la 'microsocietà' (il gruppo per il quale lavora Daria..)che apparentemente possono sembrare del tutto separati, ma che in realtà sono mossi dagli stessi princìpi, che generalizzando potrei definire "di non-vita" (almeno secondo il mio modo di vedere le cose).
La seconda parte vive invece 'semplicemente' dei due ragazzi, delle loro vite che si incontrano e che idealmente (o meglio, utopicamente) si moltiplicano nella prima e spaventosamente bella sequenza onirica del film. E mentre vengono mostrate scene di sesso giocoso e col sorriso sulle labbra di coppie e non solo, c'è spazio per riflettere sui vincoli che la società impone all'uomo, e non solo per quanto riguarda la sessualità. Personalmente è una scena che mi ha colpito molto per la sua incredibile naturalezza, ed è la scena erotica più raffinata e meravigliosa che abbia mai visto al cinema.
Ma non finisce qui, perchè le emozioni crescono a valanga fino al finale strepitoso (continuo nello spoiler).
Film capolavoro, al quale non attribuisco 10 perchè la prima mezz'ora del film per me non è da 10 e perchè sono un pò tirchio nell'attribuire il massimo eheh.

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Ultima risposta 16/02/2006 17.45.17
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  12/02/2006 20:13:55
   3 / 10
mi ha deluso completamente...insulso dall'inizio alla fine...trama inesistente e storia che non coinvolge...poi scene allungate come quella iniziale e in particolare la scena di sesso sul deserto...dire eccessivo,non mi ha dato nessun emozione tranne che sdegno...
vi prego di rispettare la mia personale opinione e cmq so di aspettarmi delle critiche

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Ultima risposta 26/01/2010 02.59.19
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la mia opinione  @  17/08/2005 00:11:03
   4 / 10
Indicato come un capolavoro si tratta invece per me di un film solito, retoricamente scontato senza nessun colpo di scena degno di Antonioni. deludente protesta anni '60 in chiave forse fin troppo intima e personale.

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Ultima risposta 23/11/2006 21.31.57
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