you, the living (2007)

Piccole storie di ordinaria disperazione, tra mazzi di fiori abbandonati negli stipiti delle porte, insegnanti che scoppiano in lacrime, uomini giustiziati per aver distrutto servizi da thé nazisti e stanze che si spostano come treni in corsa. Ci si strugge, si sogna, ci si inquieta. Si ride, ma poi ci si pente di aver riso. Perenne il senso dell'imminente catastrofe.
Roy Andersson fa un film ogni morte di papa, ma son praticamente tutti capolavori.

mi è davvero diffcile valutare in maniera del tutto positiva questo film. l'ho visto con aspettative enormi, dovute alla nomination per l'oscar ma soprattutto al coro pressochè unanime di critiche entusiastiche nei suoi confronti, ma purtroppo non mi ha preso, molto semplicemente.
non tanto per la struttura narrativa, sapevo benissimo prima della visione di trovarmi di fronte a un collage di spezzoni di vita fievolmente legati l'uno all'altro, quanto piuttosto per l'incapacità del film di coinvolgere. non ho trovato tutta questa poesia nella rappresentazione della vita, delle diverse emozioni delle persone, ma piuttosto un film che vive di qualche buon momento alternato a spezzoni decisamente troppo arty e 'studiati'.
mi piacerebbe molto conoscere il parere di chi ha scovato la profondità che, forse pecca mia, io non sono riuscito a scorgere. senza sarcasmo, spero che qualcuno mi risponda per mostrarmi la sua prospettiva.

Gran bel film, particolarissimo e divertente. Non c'è una vera e propria storia, ne esiste sceneggiatura, ma soltanto una serie di piccoli grandi quadri che rappresentano le vite di gente comune. Stilisticamente perfetto, non a caso candidato agli oscar 2007 come miglior film straniero.