Napoleone (Steiger) viene costretto all'esilio elbano mentre a Parigi s'insedia sul trono Luigi XVIII (Welles). Ma il maresciallo Ney, suo vecchio compagno d'armi, che avrebbe l'ordine di arrestarlo, si fa prendere dall'entusiasmo e lo accoglie nuovamente come il vero imperatore. Quindi Napoleone rientra trionfalmente a Parigi, mentre Luigi XVIII scappa e tutte le potenze europee si mettono di nuovo in allarme. Ma Lord Wellington (Plummer) lo sconfigge definitivamente a Waterloo.
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Soprattutto per appassionati delle uniformi, degli armamenti, di storia, delle strategie militari nell’epoca napoleonica. Per chi invece non coltiva tali spiccate passioni, in tutta la prima metà del film la vera Waterloo è da vincersi col proprio sonno; mentre l’attenzione sale un pochino con l’inizio degli schieramenti. Apprezzabilissimo per la puntigliosa (e immagino piuttosto costosa) ricostruzione della battaglia, e per la spettacolarità delle cariche e delle fumosissime cannonate, lo è un po’ meno per la regia, che ha comunque il piccolo merito di non divagare mai nel romanzesco o nel biografico. Infine Steiger, nel ruolo troppo impegnativo di Napoleone, si sforza in maniera evidente di caricare di carisma il suo personaggio, (sembra più preoccupato egli della propria recitazione che non Napoleone di vincere gli inglesi) riuscendo in tal modo a renderlo più che altro ridicolo e davvero poco credibile.