vallanzasca - gli angeli del male regia di Michele Placido Italia 2010
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vallanzasca - gli angeli del male (2010)

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locandina del film VALLANZASCA - GLI ANGELI DEL MALE

Titolo Originale: VALLANZASCA - GLI ANGELI DEL MALE

RegiaMichele Placido

InterpretiKim Rossi Stuart, Valeria Solarino, Filippo Timi, Gaetano Bruno, Francesco Scianna, Paz Vega

Durata: h 2.05
NazionalitàItalia 2010
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2011

•  Altri film di Michele Placido

Trama del film Vallanzasca - gli angeli del male

1985. Renato Vallanzasca, 35 anni, è detenuto in isolamento nel carcere di Ariano Irpino. È lui stesso a raccontarci le sue prime imprese adolescenziali che gli frutteranno la prima reclusione nel carcere minorile. È l'inizio di una carriera che, con il supporto di alcuni amici d'infanzia, lo condurrà a divenire "il boss della Comasina". All'inizio degli Anni Settanta inizia ad insidiare il dominio, fino allora incontrastato di Francis Turatelo ma la rapina a un portavalori gli procura un arresto con conseguente evasione dopo quattro anni e mezzo.

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Voti e commenti su Vallanzasca - gli angeli del male, 121 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  07/02/2011 19:19:07
   7½ / 10
Premessa: son d'accordo con chi giudica le polemiche non solo inopportune (perché è apprezzabile che il cinema italiano si smarchi, come quelli americano e francese, dal senso di soggezione nei confronti della realtà criminale che sceglie di evocare rischiando di "mitizzarla"), ma anche ipocrite.
E a tal proposito basti pensare all'importanza, anche autoreferenziale e quasi metaforica, delle sequenze dedicate alle lettere ricevute in carcere da Vallanzasca, e del suo surreale matrimonio.
In esse, senza troppo sforzo, il regista mostra di voler concentrare la propria attenzione sulla "fascinazione del male", ovvero sulla stessa relazione che si instaura tra il suo film e il suo pubblico. Si tratta, invece che di una pretestuosa "smarcatura" deresponsabilizzante (semmai rischia di essere un boomerang), di un modo, ben fuso con il resto della materia diegetica, di esplicitare il rapporto tra la recezione pubblica di un certo "mondo" e il fascino che esercita il "male".
Il "male" su cui Placido si concentra non è qualcosa di generico e tantomeno di totalizzante.
Il male di Vallanzasca è molto "banale".
La frase chiave è "provengo da un contesto sociale benestante; i miei gesti non nascono dal disagio".
Ciò su cui Placido si concentra, in modo efficace (tanto quanto inefficace e goffo era stato "Il grande sogno"), sono le pulsioni eversive fini a se stesse: frutto non di un disagio sociale o di un'ideologia politica, quanto – esclusivamente? – della frustrazione nei confronti della piattezza educata e ipocrita della "normalità borghese", attorno alla quale la società (nella specie, quella italiana degli ultimi 60 anni almeno) si è edificata.
E' il tema di "Vallanzasca": film forse persino superiore a "Romanzo criminale" sia per compattezza tematica (senza le divagazioni politiche quasi ingenue che il barocco plot di De Cataldo dava all'altro film), sia per l'indubbia padronanza stilistica ed estetica con cui Placido si dimostra qui assolutamente all'altezza (almeno formalmente) di Scorsese.

Se il film accusa una certa ripetitività nella prima parte (che sa di già-visto-tante-volte) la sua seconda parte, quella carceraria, è molto più interessante. E un'inquadratura in particolare non si dimentica, per grandiosa efficacia di messinscena: la "plongée" basculante con cui viene ripreso Vallanzasca e i suoi vicini di cella, isolati da mura di cemento in un carcere di massima sicurezza.

Non sono sicuro infine che i genitori avrebbero potuto uscire dall'anonimato, per essere visti da una distanza più ravvicinata. Non sarebbe però servito nulla di più, anzi, a dire tutto il necessario, quanto alla (umana) genitoriale compiacenza, impotente, di una famiglia di origine la cui impotenza e inettitudine sostanziale al cinefilo non può non ricordare i genitori di Alex, in "Arancia meccanica".
Interessante che Placido abbia voluto che fosse il proprio fratello – così somigliante a lui –a interpretare il padre di Vallanzasca.

2 risposte al commento
Ultima risposta 08/02/2011 18.18.52
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