Mabel, sposata all'italoamericano Nick, con tre figli, sente crescere il conflitto con la realtà che la circonda soprattutto nei rapporti con il marito il cui lavoro lo tiene spesso lontano da casa e che gli impone ritmi tali da renderlo a sua volta spesso nervoso e intrattabile. Dopo l'ennesimo litigio, Mabel subisce un crollo nervoso in seguito al quale deve trascorrere un periodo in clinica.
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Mai vista tanta verità, mai provata una simile empatia per dei personaggi cinematografici. Cassavetes: un profondo innovatore, un artista di enorme sensibilità, un uomo innamorato. La sua musa è la sua donna eterna, Gena Rowlands. Ovvero una donna bellissima e un'interprete atomica. Grandissima, profonda, estremamente drammatica, la pellicola che gli ha dato la fama mondiale è un concentrato di sperimentazioni registiche, ai limiti dell'amatoriale (in tal senso credo che Von Trier non sia rimasto indifferente al modus operandi di Cassy) e di performance superlative. La grandiosità e la complessità dell'opera sono accentuate dalla semplicità della realizzazione, in una maniera così efficace da mettere paura.
Non nego che possa sopraggiungere la noia, ma va riconosciuta la grande forza del complesso. Il migliore film di Cassavetes, un'opera unica, ancora oggi nonostante i tentativi di eguagliarla o di imitarla. Più sincero e puro da solo rispetto a tutta la filmografia di Von Trier. 150 minuti di poesia cruda. Non sfigurerebbe accanto ai migliori film di Bergman. Uno dei film più sensibili e dirompenti mai visti.