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Il film inizialmente fu commissionato a Svankmajer dal partito comunista come documentario culturale ........ma il soggetto che il regista scelse di trattare (L'Ossario di Sedlec) gli permise di affrontare tematiche importanti e profonde (oltre che scomode) e di criticare il regime.......... Non imprescindibile,ma degno d'interesse.
Bianco e nero, simbolismo, morte. Ottimo cortometraggio, direi che è un'ode alla componente più affascinante e spaventosa di tutta la nostra esistenza, la morte appunto. Molto bella anche la musica che sembra prenderci per mano e sussurrarci di non avere paura.
Mi è venuta voglia di andare a fare due passi al Monumentale.
Mi è piaciuto questo inusuale corto di Svankmajer. Trovo che questo regista sia in grado di sistemare ogni cosa in perfetta armonia col resto. Qui la visione delle ossa non può prescindere dalla voce fuori campo di una sorta di nuova Truffaut da Camera Verde. È difficile da apprezzare e giudicare, va a gusti, a me è piaciuto.
Questo cortometraggio sarebbe la dimostrazione ennesima - se anche ce ne fosse mai stato il bisogno - che Svankmajer è un vero e proprio maestro dell'animazione, forse inarrivabile. Un film che altro non è che una ripresa di ossa e teschi in mano al regista cecoslovacco diventa una piccola opera d'arte, creando composizioni di ossa quasi artistiche. Tra i suoi corti non è certo uno dei migliori, pecca di sterilità ed è anche un po' noiosetto, però ripeto, pur essendo uno dei lavori minori di Svankmajer, non si può non apprezzare la fantasia creativa di questo autore che traspare anche da cortometraggi che nessuno riuscirebbe a girare con tanta maestria. In mano a qualsiasi altro regista questo film sarebbe stato un'emerita schifezza, a mio avviso.
Un forte sentore medievale di morte si aggira tutt'oggi nell'Ossario di Sedlec. Incaricato dal regime di fare una sorta di documentario su quel luogo, Svankmajer realizza un corto in cui evidentemente l'idea dei costruttori del sito di usare la morte come decorazione gli sembra già di per sé sufficientemente macabra per aggiungerci la stop-motion. Il risultato è curiosamente inquietante. Memento mori.
abbastanza noiosetto,non mi ha detto nulla a differenza d altri suoi corti.una sequenza di immagini di teschi e ossa umane ricostruite a suo piacimento.in questo corto Svankmajer utilizza un arte visuale decisamente macabra dove l'uso del b/n si sposa perfettamente con le immagini.
Incredibilmente macabro,è il corto (non d'animazione) che meno mi è piaciuto di quelli visti finora di Svankmajer. Non che sia brutto,il regista è bravissimo nel non proporre la sua consueta stop-motion ma semplicemente a riprendere teschi disposti in maniera fantasiosamente morbosa. Provocatorio,semplicemente non fa per me per quanto io sia uno che ama i film malati. Le musiche di sottofondo contribuiscono al senso di morte che aleggia sul corto.
Personalmente ha un gusto fortemente provocatorio nel suo essere così smaccatamente macabro. Gli ornamenti, i simboli interamente costruiti con le ossa di migliaia di persone morte a causa della peste nera.
Non è un cortometraggio animato (qualcuno provveda correggere la scheda tecnica). In un bianco e nero datato Svankmajer riprende la morte nella sua forma più terrena. L'ultimo stadio della vita, la non vita potremmo chiamarla.
E' uno Svankmajer ancora alle prime armi, ma già si comincia a notare il genio. Come è facilmente intuibile dal titolo, questo è un corto interamente girato all'interno di un ossario, dove all'interno ci sono delle opere create con le ossa.
Premessa necessaria: è un corto difficilissimo da commentare e non è un film di animazione come indica la scheda. E'un corto girato in bianco e nero pressochè muto con una carrellata in primo piano di teschi, tantissimi teschi custoditi all'interno di una Chiesa all'apparenza vuota. Suggestioni di morte, violenza; un trip allucinato di immagini folli, partorite da una delle menti più geniali degli ultimi 20 anni. Grande, grandissimo Jan.