Cresciuto nell'Arizona del secondo dopoguerra, un giovane di nome Sammy Fabelman scopre uno sconvolgente segreto di famiglia ed esplora come il potere dei film può aiutarlo a vedere la verità.
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Uno Spielberg che sbaraglia, che incolla allo schermo con gli occhi e con il cuore, con la forza delle emozioni, che trasudano dalle riprese di Sam, dal pianoforte di sua madre, dagli occhi di un bambino e ragazzo poi che, al riparo dal mondo nel tepore di una famiglia "mulino bianco", ne scopre le cattiverie e gli egoismi, i primi superflui e i secondi necessari, ma entrambi tanto dolorosi. Lo stile Spielberg riempie lo schermo, l'attenzione ai dettagli traborda dagli occhi di Sam/Steven e si posa su tutto ciò che diventa film e parte della sceneggiatura. Bellissimo il ritratto della mamma artista, talent scout di suo figlio, che gli insegna prima di tutto a vivere le sue passioni, proprio quelle cui lei ha rinunciato.