Gli anni d'oro dell'eccentrico miliardario Howard Hughes, industriale, produttore, regista, progettista e aviatore, ma ancora più celebre per i suoi amori per le dive più belle e famose dell'epoca.
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VINCITORE DI 5 PREMI OSCAR: Miglior attrice non protagonista (Cate Blanchett), Migliore fotografia, Migliori costumi, Migliore scenografia, Miglior montaggio
VINCITORE DI 3 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film drammatico, Miglior attore in un film drammatico (Leonardo DiCaprio), Miglior colonna sonora (Howard Shore)
Eccoci al terzo candidato agli oscar, ora mancano solo gli outsider....
Questo film è inferiore secondo me sia a Ray che a Neverland, con Ray ha in comune la durata, ma se le 3 ore di Ray si godono tutte, le tre ore di "The Aviator" sono tiratissime......il film ha delle cadute e delle lentezze che pesano nell'economia della pellicola.
La storia del miliardario poliedrico Hughes poteva essere un'ottima occasione per raccontare l'Ameria a cavallo della 2° G. M. e invece rimane un'incompiuta, si rimane indifferenti al personaggio e si rimane indifferenti alle sue vicende, eppure di spunti ce ne sarebbero per appassionarsi a un personaggio così complicato e fobico....
Scorsese, secondo me, la racconta in maniera un pò didascalica, il cast di alto livello è decisamente poco utilizzato e valorizzato se non nella figura di C. Blanchett, brava ad interpretare un mito di quei tempi, mentre gli altri personaggi si susseguono intorno a Hughes senza lasciare segno e sparendo come erano arrivati.
Cosa capiamo di quest'uomo? .... che era un genio dell'aviazione (forse), che aveva delle serie fobie (questo si), ma come era arrivato ad occupare la posizione (ricco si va bene)??.... ad avere quegli interessi cinematografici, questo non ci viene spiegato ci viene imposto, come si evolve la sua vicenda (si può solo fare supposizioni).
Alcuni momenti morti, che dovrebbero farci entrare nella psicologia del personaggio, ottengono con facilità l'effetto noia.
Comunque Di Caprio l'ho trovato impegnato e calato nel personaggio, regge abbastanza la scena, anche se a volte non sembra convinto del personaggio nemmeno lui (e se non lo è lui....).
Nulla da dire sui costumi e la ricostruzione storica, ma Scorsese già con "Gangs" aveva dimostrato molta cura, ma "Gangs" oltre a queste caratteristiche ha una storia che ti prende e ti trascina.
Insomma il film purtroppo non emoziona, non ti ricordi una scena palpitante o che ti ha preso particolarmente, un film che definirei piatto nello svolgimento, solo un buon esercizio stilistico.
Un film fatto per gli oscar, e prob vincerà come film (perchè gli americani ci sentono troppo per i loro miti che sfidano il potere) e come regia (dovuta a Scorsese per altri capolavori), ma saranno premi più dettati dall'obbligo che dalla sostanza.
Da vedere eventualmente solo al cinema, in dvd è un sonnifero.