the aristocrats (2005)

"The aristocrats" è uno dei più celebri e longevi sketch del mondo, che pressoché ogni stand-up comedian americano ha interpretato almeno una volta nella vita, se non altro a mo' di sfida verso un collega. Un po' come gli stornelli romani: il gioco sta nell'improvvisarne le variabili più disgustose. Sì perché "The aristocrats" è costruito in modo tale che non sia la sua conclusione a far ridere (la cosiddetta "punchline", già nota a tutto il pubblico), quanto piuttosto la parte centrale dello sketch. In soldoni, ecco lo schema dello scketch:

1. Una famiglia-tipo si presenta da un impresario e gli dice di avere un numero da presentare.
2. L'impresario chiede svogliato alla famiglia di mostrarglielo.
3. I singoli membri della famiglia si esibiscono in una serie di atti disgustosi e volgarissimi (ed è qui che si innestano fantasia ed estro comico dei vari narratori, che possono andare avanti anche diversi minuti a descrivere le pratiche immonde messe in atto dai singoli membri della famiglia, spesso tra l'altro accompagnata da un cagnolino).
4. Al termine del numero, l'impresario chiede quale sia il nome del numero, e la famiglia risponde all'unisono: "Gli aristocratici"! (punchline).

Ora, come detto, la punchline è totalmente accessoria, non diverte e non aggiunge niente allo sketch, assolvendo alla semplice funzione di gong finale. Ma la parte centrale, in cui i comici puntano tutto sul disgusto, è di volta in volta geniale. Questo documentario non è altro che la ripetizione ossessiva dello sketch da parte di una serie di comici (incluso Cartman di South Park...), e se alla lunga il giochino può stancare, rimane interessante come operazione, oltre che un tributo alla comicità triviale ed alla tecnica comica d'oltreoceano.

Per uno dei migliori esempi di esecuzione dello sketch "The aristocrats" (anche se in versione ridotta, volendo lo si può portare avanti molto più a lungo), si rimanda al seguente link: http://www.youtube.com/watch?v=dnbHGmd8XNE&feature=related