Un sassofonista, dopo aver ricevuto da uno strano individuo cassette in cui viene ripreso in casa sua durante la sua vita quotidiana, viene accusato dell'omicidio della propria moglie. Ma, una volta in carcere, si trasforma in un'altra persona, che viene scarcerata e inizia una vita in qualche modo parallela a quella precedente...
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Purtroppo la visione del secondo film di Lynch non è andata come speravo. MD rimane di un altro pianeta, dato che è una rivisitazione perfezionata di "strade perdute". Questo film annovera una colonna sonora molto eterogenea e valida ( ottimo Bowe). Nulla da eccepire sulla confezione meramente tecnica: ambienti "onirici", fotografia, paesaggi sono ineccepibili. Gli attori offrono una prova recitativa media, quindi buona, ma senza eccellere in maniera strepitosa. L' Arquette comunque è veramente spettacolare. Detto questo, il film offre pochi appigli per farsi capire e neanche si sforza di mostrarci questi pochi appigli. So benissimo che Lynch è uno dei pochi maestri di cinema rimasti, e che i suoi film vertono spesso su un complesso gioco di sogno-realtà, dove spesso la somma della parti supera il tutto. Non è raro che bisogna essere in possesso di chiavi interpretative per snocciolare il film e dargli ( se possibile) un senso logico. Purtroppo il film toppa protendendosi nella durata, ed alla distanza fa emergere troppi dubbi, troppe domande, troppi passaggi a vuoto. è inutile sottolineare che una visione sola non basti, e quindi sono andato a farmi supportare da internet. Addirittura viene tirato in ballo Freud, e qualcosina diciamo che l'ho anche apprezzato. Ma non c'è stata quella magia che pervadeva Md, che ritengo per il momento superiore a questo. DI conseguenza il voto che attribuisco deve rimarcare la voragine tra i due film.