Un sassofonista, dopo aver ricevuto da uno strano individuo cassette in cui viene ripreso in casa sua durante la sua vita quotidiana, viene accusato dell'omicidio della propria moglie. Ma, una volta in carcere, si trasforma in un'altra persona, che viene scarcerata e inizia una vita in qualche modo parallela a quella precedente...
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Perché la trama, od ogni altro singolo elemento di un film, dovrebbe passare in secondo piano? E' importante, almeno, tanto quanto le seghe mentali di Lynch. La sola idea di applicare ad un film un concetto matematico è, lo ammetto, geniale. Anche se non originalissima, si potrebbe scoprire. Personalità multiple, trasfigurazione, io e super-io. E' questa la vera rivoluzione. Portare su schermo il conscio e l'inconscio freudiano. Progetto ambizioso, questo (=Lynch) sta avanti! Ma veniamo alle note dolenti. Alzi la mano chi ad una visione ingenua dilettante senza alcuna preparazione c'abbia capito un'acca. D'accordo, uno s'informa e poi vede. E che gusto c'è? Parliamone. Se devo vedere un film di cui ne conosco preventivamente tutti i dettagli manco mi ci accosto personalmente. O non lo faccio con gioia! Manca il mistero, l'effetto sorpresa, diventerebbe esclusivamente un caso di studio. Oltretutto è invecchiato male, i ritmi sono troppo blandi sul palloso andante, non particolarmente brillante il lavoro tecnico né ci sono ste gran prove di recitazione. Ma per una "rivoluzione" sperimentale di tale portata minimo si parte dalla piena sufficienza. Ci si ferma anche, però. Con mezzo punto in più per il coraggio di ingaggiare "alle chitarre" Marilyn Manson ed i Rammstein. Lo consiglio solo a chi ne sa della materia (psicoanalisi) e potrebbe indovinare qua e là qualche riferimento (dubito, ma mai dire mai).