Oppresso dall'ossessione per il successo che gli inculca il padre, il giovane musicista David Helfgott affronta la sua passione con le nevrosi che lo porteranno al manicomio. Soltanto da adulto saprà ritrovare la salute mentale e il talento, grazie anche all'amore di una donna.
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Personalmente non amo i film biografici, a meno che non diano l'opportunità di affrontare metaforicamente temi più ampi della storia che raccontano. E' difficile adattare questo concetto a "Shine", vista la particolarità della vita di David Helfgott, pianista geniale e bonariamente schizzato. Il personaggio del padre è molto interessante, ma sulla famiglia di David si poteva lavorare di più, a partire dal suo rapporto con la madre, praticamente inesistente nel film. In certi punti, poi, il film mi è sembrato un po' "fasullo", nel senso che molti sconosciuti si affezionano facilmente a David senza un vero perché (o meglio, senza che il motivo sia esplicitamente mostrato). Nel complesso, però, il film è ben realizzato e tutti gli attori che hanno interpretato il protagonista hanno dato prove eccellenti.