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Contestualizzato nel suo genere, è un film che ha un suo fascino e una sua poetica, nella rappresentazione della solitudine, perversione e praticamente completa emarginazione del protagonista (l'assassino del "rossetto"). Lo stile si vale di molti flashback, le musiche calzano alla perfezione l'aria malata che si respira nella pellicola. Le scene del dentista così come l'auto-malmenazione delle parti intime sono raccapriccianti e se la giocano con alcune scene di Nekromantik (film oltretutto citato qui in Schramm quando alla radio ne viene parlato in lingua francese)... consigliata la visione per stomaci forti e per gli amanti del genere. Personalmente, tra film assimilabili che ho visto, per ora ho preferito di gran lunga Angst di G. Kargl...