Il Libanese, il Freddo, il Dandi, sono i capi della banda della Magliana, che per 15 anni ha sparso il terrore in Italia. Durante questo periodo, attraverso tutte le vicende italiane come il terrorismo degli anni '80 e Mani Pulite, il commissario Scialoja si mette alla caccia della banda.
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Placido sorprende e colpisce dritto allo stomaco con "Romanzo criminale", pellicola graffiante e dura che amalgama dramma e vita vera, citando l'accattone di Pasolini ma memore della lezione di Scorsese e delle sue strade malvage popolate da bravi ragazzi. Straordinario il cast, con Favino a svettare su tutti; a questo proposito va segnalata l'unica nota dolente, Stefano Accorsi: qualcuno lo avvisi che l'ha già dato l'ultimo bacio, così magari la smette di strillare e si toglie dalle palle una volta per tutte. Il troppo vituperato Scamarcio fa invece la sua porca figura, riuscendo a non sfigurare accanto ad alcuni tra i migliori giovani attori italiani in circolazione. A voler trovare qualche difetto, il film paga una lunghezza resa eccessiva a causa di alcune sottotrame evitabili (come la patetca love story tra la zoccola ed Accorsi); peccatuccio veniale, dazio che si paga volentieri per godere di un simile sontuoso affresco.