rapsodia in agosto regia di Akira Kurosawa Giappone 1991
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rapsodia in agosto (1991)

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locandina del film RAPSODIA IN AGOSTO

Titolo Originale: RHAPSODY IN AUGUST

RegiaAkira Kurosawa

InterpretiTomoko Ontakara, Mie Suzuki, Titsunori Isaki, Richard Gere, Sachiko Murase

Durata: h 1.35
NazionalitàGiappone 1991
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1991

•  Altri film di Akira Kurosawa

Trama del film Rapsodia in agosto

Una anziana sopravvissuta alla bomba del 9 agosto 1945 ospita quattro nipotini i cui genitori sono temporaneamente a Honolulu. A loro la nonna racconta dell'immane tragedia della bomba atomica, di cui i giovani non trovano praticamente più alcun riscontro. L'arrivo di Clark, un nipote d'America della donna, non chiude le antiche ferite, anche se tutto sembra congiurare perché il passato sia dimenticato.

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Voto Visitatori:   7,45 / 10 (20 voti)7,45Grafico
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Voti e commenti su Rapsodia in agosto, 20 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/06/2013 11:12:48
   7½ / 10
Rapsodia in agosto si ricollega in qualche modo a Testimonianza di un essere vivente, non soltanto per il filo conduttore della bomba atomica, ma per lo scollamento generazionale che si è creato nel Giappone post-bomba. In Rapsodia comunque non predomina l'ossessione paranoica di Nakajima, ma la volontà di non dimenticare e riuscire a trasmettere alle nuove generazione un messaggio preciso, che si erga da quella modernità che tutto ha sepolto nella foga della ricostruzione, nella rincorsa al benessere economico e ridotti a pochi sparuti monumenti e nei ricordi dolorosi di chi ha vissuto sulla propria pelle quella tragedia. Rapsodia in agosto è un auspicio ed una speranza di non vedere più occhi carichi di odio nel cielo. Un messaggio semplice e diretto, raccontato in maniera toccante e per nulla retorica.

topsecret  @  28/05/2012 10:28:25
   6½ / 10
Un Kurosawa forse non a grandi livelli, dirige una storia abbastanza semplice ma lineare, un ricordo amaro e drammatico nella storia del Giappone, ma anche un messaggio di rispetto, di lutto e di perdono.
Un film abbastanza scorrevole che non annoia e che riesce anche a far riflettere.
Irritante il doppiaggio di Richard Gere.

dave89  @  04/06/2011 11:33:00
   10 / 10
Capolavoro di kurosawa...l'ennesimo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  27/12/2010 20:20:42
   7 / 10
Uno degli ultimi Kurosawa affronta un tema molto importante per la storia del Mondo ma soprattutto per il popolo Giapponese...la bomba atomica!
Attraverso una signora anziana che ha avuto la vita distrutta da quell'evento vediamo come si puo' perdonare il nemico,accettare la propria condizione di essere "incompleto" senza mai dimenticare l'orrore che porta la guerra in generale!
Richard Gere rappresenta il popolo Americano e il suo ingresso nel film porta una ventata di eccessi moralismi che hanno il culmine nella sequenza di fronte alla reliquia nella scuola!
E' un film che consiglierei solo a chi ha visto tutti gli altri lavori di questo grande regista!

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  14/07/2010 13:21:55
   6½ / 10
Si vede benissimo che è un film ideato e diretto da un anziano di 80 anni.
A quell'età si tende a essere il più diretti e didascalici possibile. Ormai non facciamo più parte della vita e del suo tumulto, siamo solo dei testimoni, delle persone che hanno visto e vissuto e che non posso far altro che comunicare ciò che preme di più far sapere a chi sta per prendere in mano le redini del mondo.
La limitazione delle facoltà percettive fa sì che tutto venga un po' idealizzato e tolto dal reale. Qualsiasi cosa, anche la più semplice, sia fisica che mentale, costa tantissima fatica e diventa un grosso sforzo. Per questo si tende a fare economia e a rendere qualsiasi idea o azione statica e semplice.
Il grande Kurosawa sforna così nella sua estrema vecchiaia dei film elementari, semplici, didattici e con al centro una figura molto vecchia che fa da testimone e punto di riferimento per dei giovani, combattuti fra il nuovo e la memoria del vecchio.
Ciò che preme di più a Kurosawa in Rapsodia di Agosto è mettere in guardia le nuove generazioni dal fascino della guerra. Diventa un imperativo categorico ricordare cosa è stata in passato e i disastri che ha combinato. Mai, mai deve ripetersi una cosa del genere. Il ricordo stesso brucia tantissimo e continua a sconvolgere. Il finale ci suggerisce che ci si deve muovere, uscire di casa, correre, sacrificarsi al minimo sentore di possibile ripetizione di un tale disastro per l'umanità.
La vecchietta è anche testimone che non ci deve essere astio, vendetta per i nemici del passato. Mai trascinarsi dietro faide, odi, altrimenti non finiremo mai di scannarci a vicenda.
Kurosawa vuole pure essere ottimista e speranzoso sulle generazioni future. I nipoti forse saranno meglio dei genitori, non saranno così presi dai soldi e dal profitto ma ameranno la natura e l'arte, nonché la sincerità e la spontaneità di sentimento.
Si vede però che Kurosawa "vuole" essere ottimista. I ragazzetti sono fin troppo idealizzati e ritratti come si vorrebbe che fossero, rispetto a quello che offre oggi la sensazione comune di generazione giovane (profondamente superficiale, cinica e consumistica).
Il rapporto nipoti-nonna è comunque ritratto in maniera umana e sentita e va da una incomprensione iniziale ad un tentativo di venirsi incontro e capire le reciproche storie.
Certo si sente molto la mancanza di azione e complicazione/approfondimento umano e il prevalere dell'insegnamento esemplare. Anche lo stile registico è piuttosto statico anche se sempre elegante ed affascinante.
Tutto sommato un film senza grosse pretese ma utile e anche piacevole.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  09/03/2009 15:02:27
   8½ / 10
Il film che al tempo mi fece conoscere e amare Kurosawa.
Non è fra i suoi capolavori, ma è per quanto mi riguarda una delle sue opere più vere e personali.
Splendida elegia sul cinema, sulla vecchiaia, sul ricordo; magica, come solo un film di Miyazaki sa essere.

VikCrow  @  08/03/2009 11:11:37
   10 / 10
Parto dal presupposto di non amare il cinema di Akira Kurosawa, in quanto non apprezzo molto i film in costume, ma questo fa eccezione (assieme a "Rashomon", che resta il suo capolavoro). Da vedere assolutamente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  06/02/2009 13:34:30
   8½ / 10
Che filmone ragazzi! Kurosawa è davvero un maestro nel raccontare le proprie paure e sensazioni personali. Con Rapsodia in Agosto ci mostra come le ferite fisiologiche e psicologiche lasciate dalle bombe atomiche alle persone che hanno vissuto in quelle zone al termine della seconda guerra mondiale rimangano tutt'ora aperte. Il tutto viene narrato con una delicatezza ed una semplicità a dir poco disarmanti, senza mai cadere negli eccessi di buonismo che la trattazione di questo tipo di avvenimenti potrebbe portare. Unica pecca è il doppiaggio, in alcuni punti non proprio all'altezza.

Ciaby  @  24/12/2008 21:43:58
   10 / 10
inquieto e riflessivo kurosawa. Poetico.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  25/06/2008 12:31:19
   9½ / 10
La memoria è come uno scheletro in ferro che porta i segni del fuoco della distruzione, e che dopo 50 anni è ancora lì, a far male.
Il film è forse un pò retorico, ma era inevitabile. E' forse melodrammaticamente fuori dagli schemi classici di Kurosawa degli anni '40 e '50, ma l'ultima sequenza, in quel giorno che ricorda tanto quella terribile mattinata, in cui al posto dell'occhio infuocato e disidratante si scatena come per miracolo una pioggia torrenziale, è una delle punte massime del regista.
Nel 1991 Kurosawa era già un uomo vecchio, forse l'anziana signora con i suoi nipotini è la metafora del cinema e della sua nuova generazione, inadatta allo stile di un tempo, e disinteressata ad adattarsici, ma credo non avesse più nient'altro da dire. A questo punto della propria carriera, è stato di dovere, in quanto giapponese, un film sulla tragedia prima del suo Giappone, non importa se minore o capolavoro mancato, se innovativo o no. E' un film importante. Doppiaggio penoso di Richard Gere, il resto del cast ricorda purtroppo i doppiaggi Hollywoodiani. Ottima fotografia.

5 risposte al commento
Ultima risposta 23/07/2009 18.44.30
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addicted  @  27/03/2008 14:41:59
   10 / 10
Un capolavoro del grande maestro, che nell'ultimo periodo della sua vita aveva acquisito una insuperabile capacità narrativa, che gli consentiva di toccare gli argomenti più seri con una leggerezza che fa vibrare le corde più profonde dell'animo.
La meditazione sulle tragedie della storia è tanto più profonda quanto più è calata nella verità dei sentimenti e degli affetti.
Alcune sequenze hanno una potenza straordinaria, con una valenza davvero universale.
Richard Gere fa molto poco, ma lo fa bene. Nelle mani del maestro la star di Hollywood partecipa, forse incosapevolmente, al film più importante della sua carriera.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  02/02/2008 23:23:58
   8 / 10
Rapsodia in agosto è il penultimo film di Kurosawa. Forse dal punto di vista autobiografico e poetico è una delle opere più intense e significative del famoso regista. Il film risente però della presenza di codici linguistici occidentali. Valori etici e scene di relazioni, con tutte le loro logiche connesse, vengono articolati e comunicati con modi espressivi a tratti europei e americani. Questi codici circolano sempre più nel circuito cinematografico mondiale rendendo difficile fare film con linguaggi originali. In questo film gli occidentalismi presenti tra le righe del linguaggio visivo fanno sfumare in una forma ibrida che sa già di globalizzazione il noto tono orientale del raccontare.

Beefheart  @  05/07/2007 14:55:59
   6½ / 10
Amara commedia, ambientata nei giorni nostri, che riflette sulla tragedia della bomba atomica sganciata su Nagasaki nel ''45, indelebilmente impressa nella memoria e nella coscienza degli uomini. In particolar modo, tra gli effetti collaterali del nefasto evento, oltre all''opprimente consapevolezza che logora gli animi della gente, viene messa in risalto la difficoltà di rapportarsi che giapponesi ed americani di oggi hanno ricevuto in eredità da quei tempi bui; se i secondi preferiscono, comprensibilmente, dimenticare, i primi vogliono invece ricordare, pur perdonando. Tutto ciò ci viene rappresentato attraverso una storia mite e un po triste che vede come protagonisti principali 4 ragazzini in compagnia della nonna Kane che li ospita, nella sua tipica abitazione nella campagna di Nagasaki, in occasione di un viaggio che i genitori fanno alle Hawaii, per correre al capezzale del vecchio zio morente, fratello di Kane, emigrato dal Giappone negli anni ''20 ed arricchitosi a dismisura con il commercio degli ananas. La compagnia della nonna ed il soggiorno vicino alla città permettono ai 4 cuginetti di approfondire conoscenze e riflessioni in merito all''olocausto nipponico. Quando i parenti americani ricambiano la visita il cerchio si chiude con le doverose e sentite scuse di Richard Gere, nei panni del cugino Clark, alla vecchia nonna Kane. Alla fine ho trovato piuttosto valida la prima parte, in compagnia di Kane ed i ragazzi, dove abbondano poesia, tradizione, genuinità e qualche interessante ed emozionante passaggio nozionistico, come le immagini che mostrano i resti dello scempio che oggi ne perpetuano la memoria e simboleggiano l''orrore; quella che prima dell''esplosione era la struttura metallica chiamata "castello", presente in tutti parchi del mondo perchè i bambini ci si arrampichino, adesso è un informe reticolo di tubi contorti, fusi e semicarbonizzati, tutti inclinati sullo stesso lato, come "pettinati" dal devastante spostamento d''aria della deflagrazione. Decisamente meno interessante invece la seconda parte, che ho trovato abbastanza banale ed infantile, come se si trattasse più di un film propedeutico da diffondere nelle scuole che non di una profonda analisi esplorativa psico-sociale come mi sarei aspettato dal regista. Se la fotografia è buona, la recitazione un po meno; la vecchia Kane non sfigura ma Richard Gere non spicca affatto, tutt''altro. A peggiorare le cose contribuisce non poco il ridicolo doppiaggio che gli conferisce un improbabile accento british, come un novello Sherlock Holmes. Purtroppo non imperdibile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  01/06/2007 12:47:49
   7 / 10
Non si può certo discutere sul grande Kurosawa, ma questo non è certamente il suo film più bello.

Quattro ragazzi sono ospiti dell'anziana nonna, durante un'assenza dei genitori, a Nagasaki proprio durante il 45° della commemorazione del lancio della bomba atomica. La vecchia, che ha dimenticato persino qualche nome dei suoi numerosi fratelli, non ha dimeticato un solo attimo di quel lontano giorno di tragedia.
Terrificante l'occhio simbolico che compare, per un attimo, tra le montagne.
I nipoti visiteranno anche la città, ormai ricostruita, e troveranno anche una specie di scultura che altro non è che un ammasso di metallo contorto di una scuola devastata durante il bombardamento e che, ora è considerato come una monumento al ricordo.
Non è un film pieno di vita, è un po' pesante e stanco, ma penso che debba essere visto. Forse, noi occidentali, non abbiamo ben capito quello che è successo. Non c'eravamo sul posto e molti della nostra generazione ne hanno soltanto sentito parlare.
Quando tornano i genitori dei ragazzi sembrano quasi vergognarsi del passato e volerlo riscattare, in qualche modo, pensando solo al modo di arricchirsi, alla carriera. La vecchia sembra non avere rancori. Più volte ripeterà: "E' la guerra", come a rimarcare che potrebbe succedere a tutti, per via della guerra, anche a noi, come se non ci fosse un vero colpevole.
La guerra è colpevole.
Sembrano più sensibili i ragazzini, la nuovissima generazione.
Non ho ben capito la presenza di Richard Gere, che interpreta una particina finale, ma che comunque ad un certo punto dice: "Prima non capivo... ora sì".
Anche lui appartenente alla generazione di mezzo.
Film comunque da vedere, per non dimenticare.

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AKIRA KUROSAWA  @  08/05/2007 17:47:43
   8½ / 10
l utente qui sotto è un ignorante. questo film è l ennesimo capolavoro del maestro giapponese che stavolta affronta un tema che l ha scosso tutta la vita ovvero il lancio delle bombe atomiche sulle citta giapponesi hiroshima e nagasaki alla fine della guerra mondiale e lo fa facendo una profonda riflessione sulla guerra e l umanita e usando numerosi simboli( come l occhio gigante). un capolavoro da vedere e rivedere

Crimson  @  30/11/2005 20:32:52
   7½ / 10
Un film che apre gli occhi, specie a noi occidentali, su ciò che ancora oggi a distanza di decenni quelle due maledette bombe atomiche rappresentano per il Giappone e in particolare per i superstiti.
Tutto ciò ci viene presentato con poche parole..ad emergere sono soprattutto gli sguardi, gli occhi dei cittadini di Nagasaki nella commemorazione a 45 anni di distanza (per me la scena più bella del film) e tramite la vicenda della vecchia nonna. In più c'è Richard Gere (che gira una particina) che interpreta uno statunitense di radici giapponesi, tenuto all'oscuro sulla morte dello zio nel corso del bombardamento. Appena appresa la notizia raggiunge la zia e i nipotini a Nagasaki, proprio nel giorno della commemorazione, e pur stando lì pochissimo vede quanto gli basta per esclamare "prima non capivo..ora sì".
La brevità del film è funzionale al messaggio: noi spettatori siamo come Clark (Richard Gere), abbiamo gli stessi suoi occhi, ci comporteremmo esattamente come lui si comporta. E forse impariamo qualcosa da quei pochi sguardi affranti, da quelle omelie incessanti e da quei ricordi e quelle parole della nonna Kane.
Kurosawa ormai a fine carriera poteva permettersi questo film educativo e "diverso". Personalmente l'ho apprezzato ma per come vedo il suo cinema preferisco tuffarmi su altri suoi lavori.
Comunque è un film da far vedere nelle scuole.

"Quanto facilmente la gente dimentica.."

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Ultima risposta 25/06/2008 12.40.20
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