La cannoniera americana San Pablo è ancorata sulle rive dello Yang-Tze. È il 1926: nazionalisti e comunisti cinesi lottano contro il colonialismo occidentale. Holman si inimica il personale cinese della nave e poi viene ritenuto, a torto, colpevole della morte di una donna. Disgustato dalla situazione generale, Holman vorrebbe disertare, ma finisce per morire da eroe difendendo la locale missione.
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Un kolossal spettacolare, un misto di guerra, avventura e melodramma, assolutamente da rivalutare. Apparentemente può sembrare innocuo ma dietro la convenzionalità di uno stile che può far confondere il film tra i vari polpettoni d’ambientazione esotica che Hollywood sfornava in quegli anni, c’è una sincera e accorata affermazione del coraggio dell’uomo di essere se stesso, della sua dignità, della sua capacità/volontà di attingere alla parte migliore di sé, che più in generale rientrano in un messaggio antimilitarista che non si consuma nel solito pacifismo quanto piuttosto nell’egualitarismo morale dei popoli. I difetti non mancano, qualche personaggio è abbozzato male e il racconto si ramifica in qualche digressione di troppo ma il film è pieno di sequenze emozionanti. Forse è la prova più completa di McQueen che non a caso ebbe l’unica nomination all’oscar della sua carriera.