Dopo la morte della moglie, Otto, un sessantenne scorbutico e cocciuto, è costretto a lasciare il lavoro che ha svolto per quasi quarant'anni e per questo comincia a pensare di farla finita. Ogni suo tentativo di uccidersi, però, viene sventato o mandato a monte dalle intromissioni dei suoi nuovi vicini, esuberanti e chiassosi, con cui poco per volta finisce per fare amicizia.
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Si piange a dirotto per due ore singhiozzando. Non esagero, uno dei film più tristi della storia del cinema (Philadelphia in confronto è l'Esorciccio) Film affatto ottimista, positivo e con il lume della speranza. Cupissimo, ansioso.Non si sorride (e parlo di sorridere) neanche per un millesimo di secondo in 126'. E poi troppe, davvero troppe citazione al (nettamente superiore) e molto simile "Gran Torino". E poi davvero troppo, troppo lungo.Inutilissima e leziosa la parte sulle lezioni di guida per non parlare dell'irritante digressione sul transgender che il protagonista adotta. Un peccato perché la prima parte con i ricordi della moglie sono meravigliosi e straziante.Ma, ribadisco, troppo lungo e troppo amaro. Si esce dal cinema distrutti. Meglio di film che non lasciano nulla eh ma davvero la piacevolezza, il sapore dolce di aver visto un capolavoro in questo caso non c'è