Trama del film Nemico pubblico n.1 - l'ora della fuga (parte 2)
Il film racconta le spettacolari azioni criminali di Jacques Mesrine che tutti i mass media definirono "il nemico pubblico n. 1" e che la polizia francese non riuscì a catturare fino alla morte.
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Per quanto la prima parte del dittico di Richet mi aveva parzialmente deluso - dalla regia al cast, passando per una sceneggiatura incapace di coinvolgere fino in fondo - L'ora di fuga sfiora assolutamente il capolavoro...e un'inversione di marcia di questo tipo, anche nelle più ottimistiche previsioni, per quanto mi riguarda non era immaginabile.
La storia parte lanciata verso gli anni 70, tra fughe al cardipalma, compagni di viaggio coinvolti in azioni sempre più rocambolesche, materiali di repertorio (servizi televisivi, stampa e radio) e un mucchio di riferimenti agli avvenimenti storici di quel periodo (da Moro passando per Pinochet e le Brigate Rosse), capaci di allargare il quadro complessivo da semplice biografia criminale (vedi il primo anonimo e noioso capitolo) a vero e propio affresco sociale, garantendo un coinvolgimento totalmente assente nell'istinto di morte.
La pellicola scava scrupolosamente nei dilemmi interiori e nell'ideologia distorta del protagonista, convinto di essere un vero e propio rivoluzionario amato dal popolo, ma continuamente messo in discussione dai vari compagni di viaggio che crescono all'interno della sua parabola criminale. E in tutto questo Cassel si conferma come uno dei migliori attori in circolazione, per una prova attoriale ancor più marcata rispetto al primo capitolo.
Migliora senza alcun dubbio il cast (vedi soprattutto Mathieu Amalric e Ludivine Sagnier, entrambi straordinari), calano i punti morti, cresce a dismisura la tensione e l'ultimo quarto d'ora vale da solo almeno un piao di visioni: la ricostruzione degli eventi in cui Mesrine venne letteralmente trucidato in mezzo la strada, non risparmia alcun particolare e giunge come un vero e propio pugno nello stomaco.