La storia è quella di un uomo con un debole per la bottiglia, in viaggio dal Montana al Nebraska per ritirare il premio di un concorso, assieme al figlio da cui si è da tempo allontanato.
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Pellicola presentata al Festival di Cannes 2013. Woody Grant è vecchio scorbutico, taciturno e un po' rimbambito che pensa di aver vinto un milione di dollari in una lotteria promossa su un volantino. Il figlio David intuisce subito la truffa, ma il padre è deciso a riscuotere il premio. Pur riluttante, David lo accompagna. Il viaggio diventa un modo per ripercorrere il passato di Woody, nato e cresciuto a Lincoln, in Nebraska. Dopo "Paradiso amaro" con George Clooney, Alexander Payne firma un film molto intimo. Nebraska, con il suo bianco e nero (che da un tocco di amarezza non scontato), ripercorre a tappe la vita di un uomo comune e gli avvenimenti che l'hanno reso com'è adesso: un vecchietto tenace e un po' fuori di testa che però i figli stesse esitano a conoscere. Oltre al tema del road movie, Nebraska è anche un'odissea famigliare. Quasi nessuno infatti rimane immune al fascino e all'avidità che il profumo dei soldi della sbandierata vincita di Woody (Bruce Dern) ispira. Tra vecchi ricordi, passati amori, velate gelosie, tradimenti, piano piano il figlio David (Will Forte) inizia ad avvicinarsi al padre che non ha veramente mai conosciuto e che gli si rivela in maniera del tutto diversa a quella che aveva immaginato. Nebraska è anche un film sulla vecchiaia, l'età non più verde che prima o poi tocca a tutti, in cui non saremo più autonomi e dovremo contare sui nostri cari e in cui a un certo punto ci si chiederà cosa abbiamo lasciato dietro di noi. Finale bello. Alexander Payne, riesce a ritrarre questi caratteri e a conferire loro profondità e umanità.