Nel 1750 il capitano Mendoza, mercenario e mercante di schiavi, dopo aver ucciso il fratello in duello, si fa gesuita, va in una missione del Sudamerica, riprende la spada per difenderla da una spedizione militare.
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Film da non perdere. Stare dalla parte dei gesuiti non è facile; stare dalla parte degli indios, oggi, fin troppo semplice e scontato. La Compagnia venne effettivamente soppressa dopo pochi anni da questi fatti, sicuramente anche per comportamenti dei suoi "soldati" simili a quelli dei difensori degli indios. Questi non si rivelarono però adatti al lavoro forzato, ed iniziò un'altra vergogna dell'Occidente (non senza la complicità dei mercanti islamici): la tratta degli schiavi dall'Africa. Joffé racconta, in modo magistrale, una storia vera, o meglio un frammento poco conosciuto della colonizzazione del Sud America, e questo è già un gran merito. La Chiesa cattolica si rivela del tutto incapace di fermare la rapacità di portoghesi e spagnoli; perderà, per giunta, la Compagnia, e non conquisterà mai il cuore animista degli indios. Tutto questo è suggerito in un'opera in cui ambientazione, fotografia, musica, recitazione sono eccellenti. Drammatico senza eccessiva retorica, Mission è un film che ha solo meriti. Nei commenti che precedono qualcuno parla di lentezza e noia: mi sembra invece che l'azione non manchi (forse manca l'esaltazione compiaciuta della brutalità: niente spaltter qui) e che complessivamente Joffè sia riuscito a rendere la vicenda in modo equilibrato. Unico appunto è che forse parla troppo poco degli Indios e del loro modo di sentire.