Nei giorni del golpe (1973) di Pinochet in Cile scompare un giovane cittadino USA. Il padre, uomo d'affari, lo cerca disperatamente con la nuora. Inutilmente. Si fa strada l'ipotesi che sia stato eliminato come scomodo testimone dell'aiuto dato dagli americani all'esercito golpista.
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Non è detto che a tutti possa piacere Gavras: il suo cinema - a parte "Z - l'orgia del potere" vanta sia ammiratori che detrattori, e questi ultimi gli rimproverano un'eccesso di didascalismo. Ma davanti a un film superbo come "Missing" ogni critica risulta pretestuosa e demagogica: il film è un superbo esempio di opera di denuncia sociale, le cui immagini violente e spietate mi hanno particolarmente colpito e "affondato" nei miei 15 anni, quando ero ancora inerme di fronte a vicende drammatiche come quelle del Cile. John Shea è un "protagonista" splendido, e le prove della Spacek e di Lemmon da elogiare senza riserve. Probabilmente Gavras non ha mai più raggiunto un simile equilibrio tra film di denuncia e pamphlet "militante", ma le sequenze di Missing (soprattutto le molteplici immagini dei cadaveri ammassati per terra) restituiscono al film un pathos e una liricità che non lascia indifferenti. Molto più vero di tanti telegiornali