Il professor Gabe Roth e sua moglie Judy sono felicemente sposati da dieci anni, ma il loro matrimonio incomincia a incrinarsi il giorno in cui gli amici Jack e Sally annunciano che stanno per separarsi. Gabe ha una relazione con un'allieva, Jack va a vivere con una giovanissima insegnante, Sally è disperata e Jody la spinge fra le braccia di Michael. Ora anche i Roth si separano, ma non è finita...
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Amori desiderosi, altri indesiderati, rapporti dai colori sbiaditi o incompatibili, eccetera. Quello che Woody Allen porta alla luce è la quasi patetica realtà emotiva della middle class americana, annoiata e persa, privata dei suoi istinti e appiattita su sé stessa. Sarebbe però disonesto dire che sia un'idea drammaturgica nuova o affrontata in maniera illuminante, soprattutto considerando quanto al regista piaccia nascondersi dietro ai suoi modelli e ai suoi riferimenti. HUSBANDS AND WIVES è un film già fatto diverse volte ma in una salsa meno saporita che come unica aggiunta ha un uso della macchina a mano a dir poco acerbo (perdonabile) e ostentato un po' troppo (insopportabile).
Visto per la prima volta durante la mia giovinezza, è stato per anni tra i film che ho meno amato di Allen. Rivisto recentemente ha acquisito colori e sfumature - per non dire l'intero contenuto - diversi perchè, semplicemente, è una pellicola matura che esige di conseguenza una platea anch'essa matura. Riprendendo le lezioni famigliari di "Interios" e "Settembre" per arrivare alla crisi personale di "Un'altra donna" il copione si ripete e viene anzi portato all'eccesso, perchè tra i drammi firmati dal regista e dedicati all'universo coppia questo "Mariti e mogli" è probabilmente il più spietato e pessimista ( non per niente il regista si allontanerà dal genere per più di un decennio, forse perchè convinto di aver già detto tanto ). Rispetto al passato cambiano i modi ( il tutto è montato come un finto documentario, senza piani sequenza e con quella fastidiosa camera a spalla protagonista ), non i contenuti che si fanno sempre più profondi. Se da un lato la cosa è da accogliere positivamente dall'altro il microcosmo vivisezionato con amara rassegnazione da Allen è sempre il solito, e non è sufficientemente identitario perchè la gente vi si riconosca o ne possa trarre stimolo. Siamo infatti ancora di fronte a colte famiglie borghesi di mezza età che entrano in crisi esistenziale o prendono una sbandata per giovani donne superficiali. E non è credibile neanche la voglia di maternità della Farrow, più vicina alla cinquantina che ai quaranta. Quello che è credibile, come sempre, è la direzione d'attori di Woody e la sua innata capacità di rendere interessante qualunque personaggio senza farlo uscire di casa. Menzione particolare per la prova di una gigantesca Judy Davis, donna matura sull'orlo perenne di una crisi di nervi: nella'anno dell'Oscar alla Tomei forse lei avrebbe meritato di più
Buon film nel solito stile del creatore, che analizza la vita di due coppie mature, portandone fuori le magagne, aggiungendo intrecci e sbandate varie. Magari a tratti risulta un pò troppo verboso, ma la morale è che, non esiste coppia perfetta, e mai esisterà. Tutti hanno problemi, e prima o poi, ci si stufa di stare decenni insieme "mangiando sempre la stessa minestra.. Allen non scopre cerco l'acqua calda, ma in ogni caso ricordarlo non fa mai male.
Commedia di Woody Allen che si discosta dal suo classico stile visto che più che insistere sull'humor punta sul lato drammatico della vicenda. Si lascia guardare anche se il finale lascia un pò l'amaro in bocca.
Perfetto nel suo genere, mariti e mogli rimane un film capostipite della cinematografia alleniana con rimandi a film pre-manhannan e post-io e Annie
È un film di ripensamenti e ingarbugliamenti, affari con altre donne e uomini....ma ciò che è il fulcro della vicenda è l entusiasmo di una vita in cerca di sintonia di ciò che si ama e di una persona cara
Con Mariti e mogli del 92 Allen continua la sua analisi dei rapporti fra coniugi e di coppia in generale , adottando in questo caso uno stile documentaristico/d'inchiesta per me molto calzante. La storia è incanalata sui binari del drammatico e la comicità è ridotta al minimo. Il regista si concentra sugli sviluppi ,positivi e negativi, di due matrimoni all'apparenza consolidati. La forza dell'opera è nei dialoghi colti,brillanti,freschi e mai pedanti e nelle interpretazioni magnifiche di tutto il cast. Merita una lode l'approfondimento dei personaggi,potenziato dalla struttura narrativa adottata. Il ritmo è buono , il film non annoia e la trama regge senza forzature. Dunque un prodotto molto concettuale che ha la sua forza nello scavo psicologico dei personaggi e nella credibile costruzione e distruzione dei rapporti fra i protagonisti. Un Allen più serio e impegnato che sembra quasi profetizzare la rottura che di li a breve colpirà la sua storia con Mia Farrow.
non si ride e non ci sono battute in questo film, ma è un film che analizza i rapporti compassati, senza sbocchi e gli allontanamenti, con le nuove emozioni a farla da padrone
E' un po' di tempo che non guardavo qualcosa di Allen, questo mi mancava.
Rimango sempre stupita dalla incredibile intelligenza comica di quest'uomo. Non il miglior suo film, ma sprazzi di genialità ci sono anche qui. Più che godibile, anche solo per deliziarsi dei dialoghi effervescenti e mai e poi mai banali scontati o prevedibili.
Chi conosce un po' di gossip sulla vita di Allen resterà colpito da questo film che sembra quasi un viaggio introspettivo nel rapporto di coppia del regista e dell'allora compagna Mia Farrow. Soprattutto per quelle coincidenze della storia che quasi presagiscono a quello che avverrà in seguito nella realtà dei due. Tornando al film: la regia di Woody mi è sembrata particolare, diversa dal solito, con lunghissimi primi piani sui protagonisti, che si alternano nel resoconto della propria vita di coppia, e voci fuori campo ma presenti attivamente nel dettagliare la storia. Il cast è ricco di personaggi particolarmente brillanti, spiccano quelli femminili che sembrano meglio caratterizzati, il ritmo forse non è il massimo ma è decisamente congeniale al tipo di storia che il regista intende raccontare e le interpretazioni appaiono tutte ben inquadrate e convincenti. Di sicuro non è una commedia che fonda tutto sulla comicità, anche se ci sono momenti di arguta ironia, preferendo più il lato psicologico e riflessivo, ma è comunque un discreto esempio di stile alleniano che intrattiene degnamente e senza grandi sforzi.
Un buon film Alleniano, comunque da certi sottovalutato, ci serve ancora una volta molto bene riguardo un tema oramai tabù, il matrimonio.
A tratti spento, statico, ma anche reale e realistico, il film (apparentemente forsennato, iperattivo) sarebbe stato meglio arricchito da ironia e e leggerezza, come in altre opere del maestro.
Gran cast (e al solito bravissimo il grande e compianto Pollack; molto carina la Lewis), tanta malinconia e tristezza (come nel finale, o comunque in generale), dialoghi di ottimo livello, come in molte opere del maestro americano.
Effettivamente mancano cornici storiche, politiche, sociali, artistiche, ma come riflessione psicologica ed analitica riguardo all'evento matrimoniale il tutto è molto convincente e molto serio.
Tecnicamente un passo indietro rispetto a certi fasti Alleniani passati e futuri, HUSBANDS AND WIVES è comunque un buon mix tra commedia e reportage.
Tremendamente profetico, quasi a suggerire ciò che irrimediabilmente sarebbe accaduto al sodalizio con la Farrow, il rapporto insoluto Lewis-Allen speculare a quello in Manhattan con la Hemingway o a quello con la nipote in 'Crimini e Misfatti' è la raffigurazione di Woody che nel rapporto con le donne, si riconosceva nel suo ruolo come maestro di vita, saggio erudito veicolo catechizzante mediante il quale condurre la fanciulla alla vita.
Il paradosso con la quale il fatalismo si dispiega caotico e ineluttabile aggiustando con pezze i buchi coniugali, aprendo sbocchi impossibili, innescato dal nucleo cinetico Pollock-Davis (uno meglio dell'altro) è sviluppato attraverso una regia insolita, meccanica e nervosa, prodromi avvertiti già in 'Ombre e e Nebbia', temi già visitati ma vuoi il contesto preambolo del periodo nero nella vita privata di Allen, vuoi un cast estremamente ispirato si pone in rilievo rispetto al periodo.
Un altro godibilissimo film di Woody Allen. Judy Davis in ottima forma, da il meglio di sé come in Celebrity ma interpretando un personaggio molto diverso. Juliette Lewis anche molto brava, la scena del taxi in cui Allen, tramite il personaggio della giovane studentessa, fa una critica di sé e del film stesso è una piccola perla di genialità, una delle tante del cinema di questo grande maestro.
uno degli Allen che mi ha convinto meno. un film guardabile e scorrevole ma senza particolari acuti, senza dialoghi e situazioni divertenti o brillanti.
Schermaglie amorose e disguidi tra due coppie di amici...nella crisi una coppia trova nuova linfa per continuare la propria storia d'amore...mentre l'altra coppia "scoppia" a causa della crisi degli amici! Registicamente diverso dal solito,telecamera a spalla con pochissimi stacchi,tutto girato in stile documentaristico! A deludere è la sceneggiatura stranamente priva di humor o di frasi a effetto! Commedia senza infamia e senza lode...
Tra i peggiori e inutili titoli di Allen a partire dalle riprese amatoriali senza precise ragioni e al continuo sparlare di niente inventando scene che non portano da nessuna parte. Da dimenticare.
Decisamente in disaccordo con gran parte dei commenti che mi precedono. "Mariti e Mogli" è una classica commedia Alleniana assolutamente riuscita. Un montaggio a tratti irregolare ed una regia almeno inizialmente più frenetica del solito, ben si adattano alle nevrosi dei protagonisti, infatti, così come quest'ultime finiscono per adagiarsi, con l'andare del film, su una ritrovata consapevolezza, su una serenità in parte sorretta da una non totalmente negativa rassegnazione, anche la regia riprende a seguire i suoi normali ritmi, quelli a cui Allen ci ha abituati nelle precedenti pellicole. Dialoghi perfetti e senza cali di sorta, attori in stato di grazia ed un'ottima fotografia completano il quadro.
lunga e a tratti molto noiosa discussione sotto forma di miscellanea confronto/intervista che mette in risalto i problemi delle coppie di mezza età con tutti gli imprevisti possibili... è chiaro che ad Allen riescono meglio altre cose, ma questa è comunque sufficiente!
Notevole esempio di romanzo nel film, decisamente un Allen Bergmaniano sui rapporti di coppia che rimanda a "Scene da un matrimonio". Tra i protagonisti c'è un Allen scrittore di un romanzo che sostanzialmente può rappresentare il film in sè. Una narrativa diversa dal solito, tra confessioni allo spettatore e la partecipazione in prima persona dello spettatore stesso, catapultato all'interno della pellicola con un'assidua soggettiva. Un saggio maturo ed onesto della crisi di mezza età, analitico e nevrotico, reso benissimo da un montaggio discontinuo. Grandissimo contributo del nostro Carlo Di Palma, la corretta illuminazione degli interni con questi tipi di ripresa, credo siano uno dei compiti più ardui per un direttore della fotografia. Ottime tutte le interpretazioni, e spicca sul serio su tutti Sidney Pollack, con le dovute riverenze per un ottimo autore ed artista completo che è stato.
Allen in "Mariti e mogli" abbandona il suo lato più divertente per concentrarsi nell'analisi, parzialmente riuscita, dei rapporti matrimoniali già collaudati. Ci mostra con uno stile d'inchiesta che la crisi è sempre dietro l'angolo e può colpire proprio coloro in apparenza più tranquilli. Buona la recitazione dei protagonisti, compresa quella dell'intrigante Juliette Lewis/Rain che instaura una relazione con il suo professore Allen/Gabe.
Vedo pochi voti.... Chissà perchè! Comunque....... "Mariti e mogli" è una commedia diretta interpretata da Woody Allen. Questa volta il regista più nevrotico degli States ci presenta sotto forma di intervista un'analisi sulle crisi matrimoniali di mezza età. Così troviamo coppie che si lasciano perchè in fase di stanca, separazioni, nuove relazioni, intrecci sentimantali. Il tutto viene mostrato con una naturalezza e una semplicità molto realistiche: le dispute fra quarantenni sono argomento risaputo e quantomai moderno. Buona l'idea, piacevole il contenuto.
Non c'è che dire. E' così e basta. La donna quando arriva a una certa età, non è che FINITA.
Questo agli occhi dell'uomo medio, sia chiaro. Poi ovvio che da qualche parte esiste pure un essere di sesso femminile che non si fa travolgere dalla menopausa, che non ti sbatte continuamente in faccia i suoi problemi, in un perenne stato di lamentela e di noia. La crisi di mezza età invece colpisce l'uomo in senso opposto. Anzichè deprimersi, cerca di ritrovare la spensieratezza e lo spirito di quando credeva di tenere il mondo nelle proprie mani. E come fare, se non tuffandosi su delle creature più giovani che gli facciano rivivere i bei tempi andati?
Le donne appaiono sempre come le più fragili, come quelle che, tolta la figura stabile, trovano difficoltà nel reinserimento da single nella società.
Woody Allen, prendendo come esempio 4 amici, realizza un film a tratti documentaristico, concentrandosi sui rapporti matrimoniali in stato avanzato, analizzandone le tipiche evoluzioni e gli stadi per cui in genere si è soliti passare: dalle crisi, alla passione che si affievolisce, ai svariati esperimenti per il recupero o il danneggiamento voluto della coppia.