Jenny fa la psichiatra. Aspetta che il marito e i figli si assentino per tornare nella casa dei nonni, in cerca forse di sé stessa. Quello che invece trova č un mondo angoscioso, dove i fantasmi dell'esistenza arrivano per tormentarla. Jenny si confida con un collega ma neanche questo sembra darle sollievo. Finché, un sogno orribile...
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Ancora una volta la parola "minore" da parte di alcuni critici è usata a sproposito. Quest'opera si riallaccia al Bergman più nero e deprimente, per intenderci quello "onirico" de L'Ora del Lupo o de Il Silenzio. Si alternano quindi le vicende reali della protagonista con i suoi incubi deliranti, e il regista ci fa precipitare con lei in una crisi personale e psichica nerissima, orrorifica,. Il film è tra i più spietati della sua filmografia, accomunabile in tal senso nella crudeltà a Sussurri e grida. Insomma, come vedete diventa difficile se non impossibile non citare altro del regista perché Bergman ha la capacità unica di fare sempre gli stessi film rendendoli sempre unici, diversi a loro modo. Se anche L'immagine allo Specchio nasce come film televisivo personalmente non ho risentito dei tagli, anzi la vicenda era già eccessivamente caricata cosi e non avrei sopportato tre ore come in Scene da un Matrimonio sinceramente... Resta una vicenda potente, con immagini di crudezza sconcertante (dal tentato stupro ai deliri onirici di Jenny), e una prova magnifica di Liv Ullmann che si conferma attrice straordinaria qui nella sua prova forse migliore con Bergman.