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Il nascente thriller argentiano è la prima influenza in questo giallo diretto da Cavara, che dirige senza particolari spunti un film che inizia molto bene con la Bouchet "ninfomane" massaggiata in un centro estetico da un cieco, procede in modo abbastanza convenzionale (e i pochi dialoghi non vanno certo a scapito dell'attenzione, anzi..) per poi concludersi con una rivelazione meno imprevedibile di quanto magari si voleva far credere. La tensione serpeggia, e l'atmosfera spettrale della città si fa sentire, anche se a tratti. Gli aspetti psicologici dei personaggi (soprattutto di Tellini/Giannini, della ninfomane Bouchet e del cieco) sono purtroppo, anche se affascinanti, abbozzati in modo stilizzato.