last days regia di Gus Van Sant USA 2005
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last days (2005)

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locandina del film LAST DAYS

Titolo Originale: LAST DAYS

RegiaGus Van Sant

InterpretiMichael Pitt, Lukas Haas, Asia Argento, Scott Green, Nicole Vicius, Ricky Jay, Ryan Orion, Harmony Korine

Durata: h 1.25
NazionalitàUSA 2005
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2005

•  Altri film di Gus Van Sant

Trama del film Last days

Blake attraversa il bosco lentamente, circondato da alberi giganteschi. Arriva ad una piccola cascata e si spoglia per fare un bagno. La mattina dopo torna a casa sua, un'elegante villa di pietra in stato d'abbandono. Molte persone stanno cercando Blake... i suoi amici, i suoi discografici e anche un investigatore privato - ma lui non vuole farsi trovare. Nella confusione delle sue ultime ore, Blake passerà quasi tutto il tempo da solo. Evita le persone che vivono a casa sua, che si avvicinano a lui solo quando vogliono qualcosa, soldi o aiuto per una canzone... Parla cortesemente con un venditore di Pagine Gialle e poi si rifugia in un locale di musica rock. Blake vaga nel bosco e suona una nuova canzone, un ultimo saluto al mondo del rock and roll. Finalmente, solo nella serra, Blake, in silenzio troverà il modo di rilassarsi.

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Voto Visitatori:   4,78 / 10 (95 voti)4,78Grafico
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Voti e commenti su Last days, 95 opinioni inserite

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Filman  @  04/12/2018 14:41:04
   6 / 10
Un film difficile nella visione ed estremo nella narrazione non può che lasciare l'amaro in bocca quando esteticamente, invece che brillare di pregevolezze, cerca soltanto di evocare sensazioni poco piacevoli dalle viscere dello spettatore. Ma il vero difetto di LAST DAYS è, in questa sua volontà di stile, l'incapacità di scandalizzare e la poca forza che concentra nel pugno diretto allo stomaco di chi guarda, perlopiù annoiato dalle immagini statiche e dai piani sequenza di Gus Van Sant privi di una scusa, se non uno scopo, che li porti ad essere osservati con interesse. La varietà di situazioni, lo sbocciare narrativo e il peso caratteriale del protagonista provano e in parte riescono a controbilanciare un minimalismo altrimenti sterile, creando uno squarcio tra il realismo e il surrealismo.

LaCalamita  @  22/10/2018 02:28:07
   7½ / 10
Non so come abbia fatto, ma Gus Van Sant riesce a dare voce a qualcosa di molto difficile da tradurre in cinema. Parliamoci chiaro, il regista in questione è l'autore di Gerry, un lavoro che (a mio parere) rende davvero l'idea di cosa significhi trovarsi nella situazione dei due protagonisti (fermo restando tutto l'apparato metaforico del "perdersi"). Ebbene, quell'idea di "rappresentazione" la ritrovo anche in questo Last Days, stavolta nel trasmettere lo stato d'animo di una persona nelle condizioni di Blake/Kurt. Vista in questo modo, "non ci si può lamentare" della lentezza, del vuoto, della mancanza di senso: è proprio l'inferno vissuto dal protagonista, è ciò che si vuole quasi "simulare". Qualcuno penserà che esistono film a tema più godibili e scorrevoli. Ma, di nuovo, se lo scopo è entrare, solo per un paio d'ore per fortuna, in quella vita, non ci devono essere compromessi dettati dal mainstream, dettati da un montaggio più generoso.
Ahimè il film si avvicina e non di poco a quell'oblio, al disorientamento, al caos. Credo che, oltre alla possibile utilità di avere delle informazioni su Kurt Cobain, oltre all'avere delle informazioni sul tema rappresentato, faccia molto l'esperienza personale al riguardo, dell'averlo provato sulla propria pelle.

Perchè 7 e mezzo e non di più?
Perchè Last Days è uno di quei film già di per sè innovativi, eppure stimolano ulteriormente la creatività: il film è fatto bene, e a mio parere si potrebbe fare ancora di meglio.
Ma dico francamente che comunque non vorrei simbolicamente premiare un'opera che riporta questa sfumatura dell'essere umano. Non è la peggiore, ma è la più disgraziata. Forse persino Van Sant sarebbe d'accordo.
Non siamo, biologicamente, nati per cadere nel buco nero della malinconia spinta fino all'estremo.
R.i.p. Kurt Cobain.

Light-Alex  @  18/04/2014 13:02:49
   6 / 10
Io la sufficienza gliela do. Non di più però. Credo che la maggior parte dei commenti negativi derivano dal fatto che ci si aspettava di trovare la storia di Cobain e invece questa è più che altro la storia di uno pseudo artista-tossico allo sfracello mentale e psicologico.
Quindi proverò a depurare interamente il mio giudizio dal preconcetto della trama ispirata al leader dei Nirvana.

Dunque il film è più che altro evocativo e suggestivo. Non c'è una vera e propria trama e la storia risulta abbastanza confusa dai continui cambi spazio temporali che il regista propone. Si salta continuamente tra presente e passato, che si mescolano. Risulta difficile da seguire e lento. Penso bisogna lasciarsi andare e farsi trasportare dai suoni e dalle immagini senza cercare di capire tutto.
Anche perché il regista ci presenta una storia in cui il destino del protagonista è che bello che segnato. Non ci viene nemmeno spiegato se in effetti si tratta di un grande arista, un genio, un uomo dall'animo incredibilmente sensibile. Ci viene solo proposto un uomo devastato dalla droga in cerca di pace.
Si percepisce il suo senso di disagio, di solitudine, di paura.
E' questo secondo me il senso del film. Sentire sulla propria pella una parte di quel male in cui si consumano i tossicodipendenti.
Cobain è solo un pretesto per un film si suggestioni.

In ogni caso forse troppo criptico, troppo lento e poco godibile. Per questo più della sufficienza non riesco a dargli.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  13/08/2011 19:03:47
   8 / 10
Due segnali emersi dalla cronaca recente mi hanno indotto a (ri)pensare a quanto l'Arte Cinematografica preceda e accompagni il nostro vissuto. Da poco avevo terminato una breve disamina scritta di "Elephant", un'opera che sento sempre viva sottopelle, riferimento irrinunciabile per tutti quegli atti orribili di violenze arcane che ogni tanto emergono da qualche parte del mondo. Ripensavo alla strage del liceo Columbine quando i notiziari sono stati invasi dagli attentati del 22 luglio in Norvegia; non ho potuto fare a meno di rievocare l'elefante che prende sempre più posto, che si accomoda placido estendendo le sue membra flaccide e pesanti, in una specie di chiazza crescente. Orribile.

Mi sono perso dietro ai perché, come umanamente accade in questi casi, non trovando molte risposte. E poi ho ripassato mentalmente la filmografia di Gus Van Sant, soffermandomi per un attimo sull'atto successivo a quello: "Last Days". Nemmeno un giorno di tempo per rimuginare nei miei spazi di solitudine che Amy Winehouse perde (si toglie?) la vita nella sua casa di Londra. In questi casi c'è chi parla di mistero, di doppie personalità: da una parte la forza incredibile del successo accostata a improvvise fragilità, il carisma rapportato a un senso di straniamento nei confronti del mondo. Tutte constatazioni inconfutabili ma inutili. Qualcuno muore, e non c'è più niente da fare. Rimane il nucleo dell'atto, dell'azione secca e improvvisa che ci spiazza e che sorprenderà sempre le nostre abitudini di pensiero.

"Last Days" prende le mosse dai quattro elementi fondamentali, in cui tutte le cose esistono e consistono, che sembrano suggerire un barlume di vita. Terra. Aria. Acqua. Fuoco. Segnali positivi, con un futuro. Invece, a guardar bene, il terreno dove si svolge l'azione è un pantano, l'aria è umida, l'acqua inquinata, il fuoco pericoloso. Perché bruciare in fretta toglie tutto ciò che rimane dell'esistenza. Il film così condotto è vagamente ispirato agli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain, cantante dei Nirvana, uno dei gruppi più innovativi del genere grunge. Segue da vicino la vergogna della paura di essere inadeguati, il non saper cosa fare di se stessi.

Blake (il nome inventato nel film, perché Kurt/Jim o qualsiasi altro nome è maledettamente uguale che non serve cristallizzarlo dandogli una connotazione giornalistica) è un fiore appassito in un vaso senz'acqua. La pellicola è un ritratto molto personale di un artista che si nasconde perché è in crisi, cerca di sfuggire alla pressione della carriera artistica e all'abuso di sostanze stupefacenti che l'hanno allontanato da famiglia, amici, collaboratori. Chissà cosa accade, o forse sta per accadere in questa disamina quasi sperimentale, in questo breve viaggio cinematografico che bussa a qualche porta senza avere la forza (o la pretesa) di aprirle tutte.

Qualcuna si schiude e rivela un video intempestivo dei Boyz II Men che cantano "On bended knee". Poi le idee volano. Si improvvisano canzoni che si ascoltano e altre che si scrivono: potenza della purezza del cinema. La musica non è usata, come al solito, per esaltare le emozioni del pubblico: non è allegra in scene allegre o triste in scene tristi. C'è e basta.

Decadente, grottesco, quasi umoristico nell'aspetto e nella sua goffaggine, Blake è interpretato da un incomparabile Michael Pitt. Nessuna influenza o interferenza per lui e gli altri attori: tutti liberi di recitare come vogliono, agiscono imprevedibili, naturali, come fossero in una specie di box per bambini. Blake scompare in un borbottio di fondo (che è quello di un artista lontano) straordinariamente dirompente; rabbia scemata che non schiuma più attraverso la creazione musicale ma si attorciglia intorno alle caviglie del personaggio, per tirarlo sempre più giù nel vortice di una depressione irreversibile. Osservarlo così, da una certa distanza, fa quasi tenerezza.

Altri rumori di sottofondo accompagnano la visione di "Last Days": il treno vicino alla villa, qualche auto, le campane di una chiesa, gli orologi a pendolo, il casotto degli attrezzi dove al lavoro è rimasta solo la morte.

Rispetto a "Elephant", l'impegno precedente del regista, s'instaura un rapporto emotivo minore con le immagini. Qualche schema narrativo che si intreccia, e che costituiva il ventre di quella pellicola, sembra qui davvero forzato e fuori luogo. Tuttavia, tra campi lunghi e piani sequenza meticolosi, abbiamo tutte le informazioni che necessitano per capire ciò che vediamo; non c'è bisogno che la cinepresa si muova costantemente. Anzi. Van Sant ha fatto affidamento su pratiche di lavoro sicure, che conosce bene, costruendo il montaggio in modo da non dirti dove guardare o a cosa prestare attenzione. Senza parole, senza giudizi e lasciando in mostra l'essenza, il suo cinema rappresenta una delle poche valide alternative all'odierno mainstream. Teniamocelo stretto più che possiamo.

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Ultima risposta 14/08/2011 19.10.34
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Invia una mail all'autore del commento s0usuke  @  25/01/2010 14:46:00
   6 / 10
Se il protagonista è ispirato a Cobain allora è sbagliato dipingerlo unicamente come folle e tossicomane. Se invece il protagonista è una comune rockstar al termine dei suoi giorni, si sarebbe dovuto spiegare il perchè del suo tracollo. Nonostante questo... resta indubbiamente di buono la regia dal punto di vista tecnico e il notevole impatto figurativo

Guy Picciotto  @  08/09/2009 00:04:20
   7 / 10
Un film sull'apatia, potrebbe averlo girato Robert Bresson se avesse avuto la stessa età di Van sant nel 2005, l'apatia di una rockstar maledetta, l'icona decadente del rock anni 90, kurt Cobain, il personaggio di Michael Pitt è tutto ricalcato su di lui, basta guardare l'abbigliamento. Ma lasciando stare per un attimo Cobain, questo film ha voluto rappresentare l'apatia e la conseguente atarassia in un essere umano (famoso e meno che sia), la maggiorparte della gente ha stroncato ai tempi questo film aspettandosi una roba dozzinale tipo the doors di Stone, meno male non è andata così, e Van sant ci ha regalato uno dei migliori film sul tema dell'apatia e penso anche dell'atarassia (considerando i testi simbolici di Cobain su in utero) che io ricordi. Film totalmente abulico, non scomoderei manco la parola sperimentale, si tratta solo di fare i conti con la mente di una persona che ha già deciso di suicidarsi e sta aspettando solo che arrivi la data prescelta. Oggi nel 2009 si è apurato che uno come Cobain nel business del rock non lo rivedremo mai più, vuoi per il coma profondo in cui versa il rock ormai da molti anni e vuoi per l'estrema purezza di un personaggio simile, parlo quindi di carisma non parlo certo di genialità dato che non era di certo geniale la proposta musicale dei nirvana e del grunge in generale (un iniezione decadente sullo scheletro dell'hard rock anni 70 con in più la scarica del punk), geniale è la decostruzione del rock operata dal post rock che è di per sè un bel vaffan**** allo status quo. Gli Slint nello stesso periodo hanno fratturato il rock con spiderland, hanno lanciato un enorme "vaffan****" che il ghigno di Cobain su nevermind (geffen records) se lo sogna. Detto ciò rispetto totale cmq per Cobain, l'ultimo vero mito della storia del rock, appunto mito, non genio.

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Ultima risposta 09/09/2009 13.09.44
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  25/06/2009 19:28:08
   6 / 10
Mezzo passo falso di Gus Van Sant, che qui indulge in una rappresentazione smodatamente esangue e fantasmatica della nota rock star di Seattle. Costruito su tempi lunghissimi e destrutturati nella consequenzialità -quasi a voler sottolineare una dimensione statica e sempre uguale a se stessa, “Last Days” ha il difetto di calcare troppo la mano sulla figura di Kurt Cobain (ridotta praticamente a macchietta), tradendo così l’impianto degli altri due film della c.d. “trilogia della morte” (“Gerry” e “Elephant”): laddove questi ultimi avevano il loro punto di forza, cioè la de-personalizzazione dei soggetti, “Last Days” manca –o almeno così sembra- di cogliere nel segno. Il film ha comunque il pregio di rendere l’idea della connessione tra la morte in vita e quella del post-decesso.
Difficile, in ogni caso, giudicare un’opera estrema come questa: magari più in là, dopo ulteriori visioni, mi ritroverò a rivalutarla.

jmarra  @  13/06/2009 14:38:42
   9½ / 10
non un film biografico,ma un film sulla morte...sul vuoto esistenziale di una generazione...la rappresentazione di un limbo...un film semplicemente fantastico

paride_86  @  27/01/2009 17:34:02
   7½ / 10
"Last Days" racconta gli ultimi giorni di vita di Blake, rockstar depressa e scappata da una clinica per tossicodipendenti. Il protagonista, ricalcato da Kurt Cobain, cerca inutilmente di trovare un contatto con la natura, si sveste e si riveste con abiti sempre diversi, anche femminili, probabilmente alla ricerca di un'identità perduta. Parla confusamente, mette in frigo i cereali invece che il latte, insomma prosegue la sua vita su binari sconnessi e disperati, cercando un ruolo, un senso, ma intanto si rintana in una solitudine placida quanto autistica, complice l'indifferenza consapevole delle persone che lo circondano. Il lento ma inesorabile scorrere del tempo porterà questa storia ad un finale inevitabile e liberatorio.
Gus Van Sant prosegue con lo stile realista di "Elephant", limitandosi a raccontare gli eventi e a sottolineare i momenti importanti con un adeguato utilizzo del sonoro (per cui è stato anche premiato a Cannes): tutto questo contribuisce alla creazione di un film sincero, intimo, che non spinge il pedale di inutili sentimentalismi e strumentalizzazioni di una storia su cui è stato detto fin troppo. Anzi, in questo modo generalizza le vicende di Cobain spersonalizzando gli eventi e adattandoli ad un personaggio che semplicemente non riesce più a trovare il suo posto nella società.

DarkRareMirko  @  25/10/2008 12:23:51
   8 / 10
Ultima parte della trilogia della morte di Van Sant.

Praticamente il film non ha quasi trama, è solo la rappresentazione degli ultimi momenti di vita di Blake, figura ricalcata sugli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain e splendidamente interpretati da Michael Pitt.
Presenti anche Kim Gordon ed Asia Argento.

Non l'ho trovato affatto noioso ed interminabile come molti dicono, anzi, i suoi circa 80 minuti di lunghezza ricalcati sullo stile virtuosistico già utilizzato in Elephant mi son praticamente volati.

E' un film molto rispettoso, riflessivo, da capire.
Tutto è rappresentato in funzione di una fine già nota, ed è così, per questo verso, che il film va preso e compreso.

Particolare ma consigliato.

Invia una mail all'autore del commento Bright Parker  @  30/03/2008 16:05:25
   6 / 10
Van Sant adora il silenzio, e ce lo ha fatto capire nella sua cosichiamata "trilogia della morte e del silenzio", di cui "Last Days" ne è la conclusione, precedute dal mistico "Gerry" e dal tragico "Elephant". Di queste tre pellicole, specialmente in "Last Days", il silenzio è l'elemento predominante e inevitabile, è l'elemento sacro, intoccabile e inappagabile che fa da sfondo e nello stesso tempo da protagonista a tutta la storia. Il cardine della vicenda degli "Ultimi Giorni" del regista Van Sant, è il personaggio dall'anima impura e tormentata che porta il nome di Blake, o se vogliamo chiamarlo a modo nostro, Kurt Cobain, perchè è di lui che ci parla la camera di Van Sant, della vita di una persona sola e straziata dalle delusione e dalle allucinanti e fastidiose assurdità della vita, che agli sensibili e opachi di Blake/Kurt, appaiono insopportabili e dannate. Detto questo, non posso negare che da "Last Days", e ovviamente da un regista culto come Gus Van Sant, mi sarei aspettato ben altro, ma non so neanch'io cosa esattamente... Guardando questo film, si viene affollati da mille, infinite, svariate, confuse sensazioni, che soprattutto all'inizio, quindi nelle lunghe e interminabili sequenze che vedono Blake viaggiare senza meta nella fitta e verde boscaglia sussurrando a se stesso parole e frase senza alcun senso, lamenti e versi che fanno sì che la tensione sia palpabile. A mio giudizio, Van Sant ha creato questa sua ennesima opera con precisione e cura quasi maniacale, lasciando da parte i virtosismi alla "Belli e Dannati", adottando uno stile pacato ma allo stesso tempo nervoso, alternando sprazzi visionari e irresistibili a parti stralunate e inconcludenti, ma tengo a sottolineare che ciò che ho appena detto, non deve essere considerata necessariamente una critica negativa nei confronti del lavoro di Van Sant, ma è piuttosto una nota necessaria che tiene a sottolineare quella crisi profonda e interiore che tutti noi, e in particolar modo Blake, sentiamo nei momenti tristi, vuoti, solitari e fragili della nostra esistenza. Il regista ha, secondo me, impiegato tutto il suo sforzo e il suo impegno nel cimentarsi anch'esso nei panni del personaggio di Blake, che, come già detto, rappresenta in modo incredibile l'anima di quello che negli anni '80 e '90 fu una delle più grandi Rock Star del tempo, appunto Kurt Cobain, suicidatosi nel 1994 con un colpo di fucile alla giovane età di 27 anni. In un certo senso, sicuramente non fisico o ideologico, Vant Sant e Cobain si somigliano parecchio, perchè, come detto dallo stesso regista, entrambi cercano quell'impossibile, quel qualcosa nel nulla, nello immenso spazio in cui viviamo, vagando senza pensiero col vano tentativo di cercare un significato alla propria vita... Ambe due sono dei trasformisti, dei "pagliacci", dei giocatori dominati dall'irrefrenabile bisogno di giocare col destino, stringendolo fra le braccia, dimenticandosi di tutto ciò che li circonda, tutto e niente, fino alla fine... Concludendo, posso dire che "Last Days" mi ha senza alcun dubbio mostrato tutto ciò che non mi aspettavo di vedere, e conseguentemente, non mi ha detto niente di ciò che, forse inconsciamente, volevo sentirmi dire, ma va bene così... Sicuramente non lo considero un capolavoro, ma non posso certamente negare di averlo apprezzato in tutti i suoi controsensi e le sue contraddizioni, soprattutto per quel tanto, indecifrabile, incomprensibile senso di vuoto che mi ha trasmesso...

Andrrrea  @  04/09/2007 14:32:44
   9 / 10
Sicuramente uno dei film più sottovalutati degli ultimi tempi. Molti pensano che il film sia <<troppo LENTO E SOPORIFERO. non succede niente non si dicono niente e non accade nulla di nulla>> ma.. pensateci, non è proprio questo che voleva far trasmettere il regista? A mio avviso ci riesce benissimo. Riesce perfettamente a far trasparire il vuoto, la desolazione, la lentezza, e la sensazione di noia che si prova è sengno di una non attenta analisi sul vero senso del film, un film quasi muto dove le immagini spiegano più di 100 parole. Film eccellente sottovalutato! Brava Kim Gordon nei panni dell' amica di Blake. Lei e i Sonic Youth furono davvero dei fratelli maggiori per i Nirvana...

Vegetable man  @  12/07/2007 18:38:18
   7 / 10
Se questo film volesse essere una biografia di Cobain, sarebbe da giudicare quantomeno come riduttivo. Ma non credo volesse essere questo, o solo questo.
E' una pellicola estremamente alienante, fatta di grandi vuoti, che però mi ha trasmesso una grande malinconia, restituendo in quantità sensazioni che attraversano la nostra vita, si spera, in dosi di solito più piccole.
Non l'ho trovato affatto inutile. E credo che su questa media di quattro e mezzo ci sia un grande fraintendimento. Piuttosto ritengo che Last days sia un film riuscito, nella sua voluta vacuità.

John Locke  @  18/02/2007 18:55:45
   8 / 10
Per me un gran bel film.
Certo, i ritmi sono lentissimi e l'introspezione su Kurt Cobain è quasi esagerata, ma questo secondo me è cinema puro.
Tutto in questo film è funzionale a farci entrare in simbiosi con lo stato d'animo del protagonista, nella sua ansia e nel suo male di vivere.
Molto particolare nel suo genere, ma consigliatissimo.

The Monia 84  @  21/01/2007 10:46:13
   8 / 10
Kurt è stato eccezionale e ha portato qualcosa di eccezionale nella vita di chiunque si sia abbandonato alla sua musica: una musica capace di picchiarti nel profondo del tuo cuore segreto, ma che aveva anche uno strao potere consolatorio. Fondamentalmente mi basta leggere i suoi diari che arrivo nelle pagine finali con una lacrima che mi scorre sul viso.
Ero troppo giovane allora per accorgermi della sua musica.

L'essenza "umana" di un Cobain qualsiasi (non Kurt, ma un suo omologo) è al centro del film: è un film difficile, capisco chi si sia sentito deluso da esso. Non badate mai ai trailers, sono fuorvianti.

Film molto personale, intimo a suo modo, in cui la morte aleggia sin dalle prime scene, ma senza pesantezza, con il suono di una cascata.

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Ultima risposta 31/01/2007 14.22.17
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Rusty il Selvag  @  17/11/2006 17:30:01
   7½ / 10
Hallelujah


Ho sentito che c'era un accordo segreto
Che Davide suonava per compiacere il Signore
Ma a te non importa un granché della musica, vero?
Be', funziona così, il quarto, il quinto
Il minore scende e il maggiore sale
Il re frustrato che compone alleluia
Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia ....
Be', la tua fede era forte ma avevo bisogno di una prova
L'hai vista fare il bagno sul tetto
La sua bellezza e il chiaro di luna ti vinsero
Lei ti legò a una sedia della sua cucina
Infranse il tuo trono e ti tagliò i capelli
E dalle tue labbra fece uscire l'alleluia...
Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia ....
Piccola, io sono già stato qui
Ho visto questa stanza e ho camminato su questo pavimento
Vivevo da solo prima di conoscerti
Ho visto la tua insegna sull'arca di marmo
Ma l'amore non è una marcia trionfale
È un freddo ed infranto alleluia
Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia ....
Be', c'era un tempo in cui mi facevi sapere
Cosa stava davvero accadendo di sotto
Ma adesso non me lo lasci mai vedere, vero?
Ma ricorda quando mi muovevo dentro di te
Ed anche il sacro spirito si muoveva
Ed ogni respiro che esalavamo era un alleluia...
Be', forse c'è un dio lassù
Ma tutto ciò che ho imparato dall'amore
È stato come colpire qualcuno che ti ha sfruttato
Non è un grido che si sente di notte
Non è qualcuno che ha visto la luce
È un freddo ed infranto alleluia
Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia ....




Leonard Cohen

TART  @  29/06/2006 13:25:50
   8 / 10
Questo film ricalca gli ultimi giorni della vita tormentata di Cobain e li ricalca bene. Ci mostra la disperazione e il male di vivere di quest'uomo, sicuramente un genio nel suo campo; e ci mostra la solitudine che lo schiaccia fino all'ultimo inevitabile gesto.
Gli voglio dare un bel voto perchè, si è sicuramente un film che non và avanti, senza trama, ma a me ha fatto entrare subito nel mondo terribile di Cobain, e più in generale nella tristezza, depressione più totale che attanaglia l'uomo che non sia riuscito a trovare un motivo valido per vivere.

pec123  @  03/06/2006 13:25:34
   10 / 10
Bellissimo per me che sono un appassionato dei Nirvana. Mi e' piacuito il film perchè descrive gli ultimi giorni di Kurt sulla terra. Descrive molto bene lo stato d'animo e fisico di un grande cantante che ora non c'e' più.

_Claire_  @  27/05/2006 15:58:38
   10 / 10
x me è un capolavoro,e credo ke dovreste vedrlo + volte prima di giudicare...x me è meglio di molti altri film!!certo nn è un film da vedere con gli amici ecc ecc...però è veramente stupendooooooooo

Invia una mail all'autore del commento dsimo84  @  13/05/2006 22:46:34
   7 / 10
"Il voto non è reale......non si può valutare così un film del genere....."
Le ultime ore di vita di kurt kobain (si scrive cosi???) quì ribattezzato Blake,
La visione di Last days, è tremendamente noiosa, cruda e insensata che lo sconsiglio al 90 % degli esseri umani, oltre a questo numerose parti del film restano prive di significato, ed altre (anche se con una buona tecnica) vengono ripetute più e più volte, diventando nauseanti, tanto quanto l'angoscia che questo titolo riesce a trasmetterti....
Un film???un esperimento???o un documenteario??? Di cosa si tratta non è tutt'ora chiaro....ma io lo definirei un viaggio.......un viaggio nella psiche umana, che ha il compito di trasportarti nel mondo del protagonista, con tecniche narrative molto, molto particolari, e strazianti suoni privi di significato sparati quà e la senza senso.....Last days è un esperienza...... è va visto come tale.

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Ultima risposta 14/05/2006 03.42.09
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Eldred  @  25/04/2006 12:59:33
   7½ / 10
io ho cominciato ad interessarmi di Kurt solo ultimamente e non mi sento in qualità di potere giudicare pienamente ; ma il film di Van Sant mi è sembrato rivisitare in buon modo la sofferenza e confusione della vita del cantante...

Anders Friden  @  15/04/2006 17:22:38
   6½ / 10
La regia mi è piaciuta, influenzata anche un po' da Tarkovsky in alcun imomenti, il film è visionario si poteva fare di meglio ma non è davvero cosi brutto

Kesson  @  22/12/2005 11:00:28
   7½ / 10
Sinceramente? Mi sono un po' stufato di vedere 9 volte su 10 stroncature a determinatri film solo per la loro "lentezza" stilistica e narrativa. Vi annoiano? Allora evitate determinati registi con le suddette prerogative (di conseguenza eviterete anche parecchi capolavori). Detto questo vorrei analizzare questo "Last Days".

Premessa: i Nirvana (come molti ultra-ventenni) hanno avuto un peso fondamentale nella mia adoloscenza, sono cresciuto con Cobain e soci, sono cresciuto con la musica Seattle, con il filone grunge morto e defunto oramai dal '96. Dunque "Last Days" mi é piaciuto. Credo che Van Sant abbia scelto il modo piu' difficile per raccontare, interpretare, i presunti ultimi giorni di vita di Kurt Cobain. Questo non é un film documentario (non é un "The Doors" di Oliver Stone per intenderci), non utilizza nomi veritieri, non annovera, nella pur bellissima soundtrack, alcuna canzone firmata "Nirvana". Il film é uscito anche piuttosto in sordina, quindi presunte accuse di speculazione, i vari "lasciamoloriposareinpace" mi sembrano fuori luogo.

A me é piaciuto, un film da 7 pieno. Pochi i dialoghi? I silenzio fa piu' casino di qualsiasi parola urlata con tutte le proprie forze. La regia é splendida come del resto lo era già stata in "Elephant", stessa cosa per la fotografia.

Oggettivamente sbalorditivo Micheal Pitt, davvero bravo, azzeccati i gregari il resto del cast ( gli "amici" scrocconi per intenderci) e arricchito da un paio di cameo di tutto rispetto Kim Gordon dei Sonic Youth nei panni della madre (?) di Blake, e il grandefuoriditesta Harmony Korine nei panni del nerd incontrato in un locale.

Da brividi le due canzoni suonate live da Micheal Pitt "Fetus" e "Death to Birth", ho letto di cliché della corda rotta, del fatto che un eroinomane non puo' essere in grado di suonare....ho visto eroinomani che si facevano come io posso fumarmi una sigaretta, non battere ciglio e poi tornare alla vita di sempre; senza dimenticre che probabilmente gli ultim concerti di Cobain (quello vero) siano stati scanditi senza pmbra di dubbio, dai tempi della sua dipendenza dall'eroina, senza che questa gli impedisse di esibirsi o di suonare.

Insomma, questo film vi da la possiblità di spiare, quasi nascosti, gli ultimi giorni di vita di un poeta, un musicista, rimasto solo con se stesso e la sua musica, alienato, quasi un fantasma, perduto oramai nell'oblio della asocialità, delle dipendenze, dal perenne fuggire da quello che é stato. Ispirato agli ultimi giorni di vita di Cobain? Si. Veritiero? Chi lo sa. Plausibile? assolutamente. Bel film? Decisamente si, un gran bell'omaggio al caro vecchio Kurt.

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Ultima risposta 13/03/2006 19.46.16
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lorispirelli  @  15/07/2005 05:38:09
   8 / 10
Ottimo lavoro, questo è un film tutto da interpretare, il regista riesce, in maniera eccelsa ad entrare nella mente del protagonista carpendo le paure e le ossessioni del cantante Cobain-Blake, leader degli ormai compianti Nirvana.
Chi ha criticato questo film non ha capito l'essenza della musica di Cobain, il dolore e la solitudine che lui esprimeva nella sue canzoni in questo film è viva e tangibile non solo nella regia ma anche nella scenografia e nella fotografia (i primi piani degli alberi sono letteralmente stupendi).Il regista riesce non solo a farci fare un viaggio nella mente malata di una rockstar ma anche a mettere in risalto l'annullamento della personalità causata dalla droga.
Cobain era una persona sola , debole non cosciente o addirittura terrorizzata dal successo come un bambino che ha paura del buio.
Da non perdere soprattutto per chi ha amato i Nirvana non come fenomeno commerciale ma per la capacità di rappresentare con la loro musica il disagio della loro generazione.

misachan  @  12/07/2005 09:52:40
   9 / 10
bah non capisco il perché di una media così bassa... innanzitutto non sono assolutamente d'accordo con chi dice che è stato usato il nome di Cobain per fare soldi O.o cioè... a parte che non c'è un unico personaggio che si chiama con il suo vero nome... ma soprattutto questo non è un film commerciale! non so che film commerciali siete abituati a vedere... ma già dal trailer si capiva che questo era più un documentario che un film vero e proprio O.o
Questo è un film che va capito... non lo si può guardare comodamente seduti e aspettare che tutto si spieghi da solo, bisogna entrare nella mente del personaggio e vedere che tutto il film si muove non intorno a lui, ma con lui. Si, perché chi ha detto che questo era un film noioso... ci credo, non credo che la mente di Blake fosse tanto movimentata in quei giorni, il film ha quest'aria grunge decaduta perché questo era anche un po' lo stato d'animo di tutti i personaggi in quel periodo.
Questo è quello che secondo me Van Sant voleva spiegare... poi ognuno fortunatamente ha i suoi gusti.
Bellissimo (ah, sono da tanto una grande fan di Kurt e dei Nirvana)

Invia una mail all'autore del commento marco save  @  11/07/2005 12:27:47
   6 / 10
VORREI RISPONDERE, ANCHE SE Sò CHE NON FARà PIACERE, A TUTTI QUELLI CHE PENSANO MALE DI QUESTO FILM.
QUALCUNO A DETTO CHE NON SI POSSONO FARE I SOLDI CON UN MORTO...
è VERO, MA GIRAre un film così a me non sembra un modo di fare soldi..chiunque avrebbe potuto incassare molto di + facendo vedere il presunto kurt mentre si droga o mentre fa sesso o suona ..... perchè è questo che la gente si aspetta, ma in realtà il regista ha visto con gli occhi di kurt i suoi ultimi giorni e considerando che era oltre che un mito (come adesso), un drogato (come tutti del resto solo che della sua droga si muore) probbabilmente è un modo che sicuramente si avvicina molto al reale..

il linguaggio del cinema non segue regole grammaticali come la lingua ma è libera nelle mani del regista di cambiare e plasmarsi a seconda dei messaggi da mandare...



Serlon  @  04/07/2005 22:48:46
   7 / 10
Se si fosse voluto usare il nome di Kurt Cobain per fare i soldi, sarebbe stato semplicissimo fare un film commerciale. Niente di più facile.
Invece il regista ha voluto fotografare un mondo che (Kurt Cobain o no) è molto presente e lo sarà sempre di più.
Esattamente come nella vita del protagonista, tutto è lento e privo di significato. Tutto escluso la musica. E' infatti nei momenti di musica che il film trova il suo punto di forza attrattiva.
Voi credete che sia un film senza senso?
Eppure io ho visto un significato in tutto.

Krypto_06  @  27/05/2005 12:14:42
   7 / 10
quanto è strano questo film, il mio soto va solamente alla regia soffice e a tratti inquietante di gus van sant per il resto il film è vuoto perchè non ci sono dialoghi, tre o 4 in tutto mi sembra un pò poco............la regia e la fotogrofia che propone van sant è roba di alto livello poi michael pitt oltre a essere il fratello gemello di K.C. interpreta al meglio la parte........anke se tratta di una delle icone del rock più discusse questo non è un film per tutti.....

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Ultima risposta 20/06/2005 12.57.53
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manonthemoon  @  21/05/2005 03:30:40
   6 / 10
Il problema del film è che non decolla!
per un'ora e qualcosa ho creduto fosse un vero capolavoro!!
il problema è che ci si sia impegnati troppo a rappresentare nei dettagli kurt tralasciando totalmente quello che lo ha circondato nel suo ultimo travagliato
mese di vita!! e poi chris e dave che vanno a letto assieme!!!!!!!DAIII!!!
é un peccato perchè sembrava essere riuscito nel difficile intento di descrivere una delle più affascinanti ed enigmatiche figure degli anni novanta,ma non sempre la trasgressione paga!! da appassionato dei nirvana quale sono vi sconsiglio di gettarvi troppo nel film,ne restereste delusi!!ciao

Sandpipers  @  20/05/2005 17:42:18
   6 / 10
piuttosto anonimo, ci sono riferimenti a kurt cobain, senza i quali il film sarebbe piuttosto incomprensibile. la cosa positiva è che ti lascia aperto a mille ipotesi.

kia*k  @  18/05/2005 15:12:09
   10 / 10
domani lo vado a vedere per la terza volta....consiglio vivamente di andarlo a vedere!
prima però, a chi non conosce minimamente la storia di kurt cobain consiglierei di darci uno sguardo prima di vedere il film...lo apprezzerete molto di più!
la colonna sonora è stupenda. davvero un ottimo film!

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Ultima risposta 15/06/2005 10.19.38
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Rossy83  @  17/05/2005 17:06:15
   9 / 10
voto 9 xchè tutto ciò che riguarda il grande Kurt mi piace. Peccato che Gus Van Sant non abbia parlato del mistero della sua morte...perchè non è sicuro che sia un suicidio....ci sono le prove e il movente che dimostrano che potrebbe essere stato un omicidio! è questo che mi da fastidio...Kurt non si è autodistrutto..si è soltanto lasciato andare...ma io non ci credo che si sia ucciso.... vedere x credere www.cobaincase.com

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Ultima risposta 15/06/2005 10.17.46
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nenko  @  16/05/2005 19:10:48
   7 / 10
Film controverso, tanto imperfetto quanto affascinante...
Non convincono alcuni passaggi, troppo lenti e faticosi ma in compenso assistiamo ad alcuni momenti di grande cinema: quando Blake, solo e disperato, si rifugia nell' intensità di una canzone, lui e la chitarra, oppure le passeggiate nei borchi, sussurrando parole incomprensibili che ben intendono lo stato di dolore del protagonista...
Da fan dei Nirvana, sono rimasto un po' deluso poichè la mancanza di spiegazione del regista potrebbe indurre alcuni spettatori a pensare ke si tratti di un semplice fattone, ricco e viziato...
Se si accetta il fatto ke il film prenda solo ispirazione da Cobain allora si potrebbe rimanere piacevolmente trafitti dalla magnifica e commovente interpretazione di Michael Pitt.

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Ultima risposta 15/06/2005 11.27.27
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bogio  @  14/05/2005 10:26:13
   8 / 10
film intenso ed essenziale, in cui il silenzio degli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain rappresenta la sua fuga dal mondo e da se stesso in uno persistente stato di alterazione mentale per uso di droga. Penso che al leader dei nirvana il film sarebbe piaciuto, ma last days ci riguarda un po' tutti. è uno sgardo crudo e silenzioso sulla vacuità della vita . la colonna sonora non contiene pezzi famosi dei nirvana ma è molto efficace e delirante. Davvero un bel film!

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