la scogliera dei desideri (1968)

Suggestiva trasposizione cinematografica di una pièce (l’ennesima) di Tennessee Williams che, da una parte, mantiene alcuni temi tipici del teatro del grande drammaturgo americano (degrado personale, erotismo malato) ma che, dall’altra, si carica di una forte componente surrealistica, anomala se confrontata alle altre opere portate sul grande schermo, e che non so dire quanto sia da addebitare al testo teatrale originale e quanto all’interpretazione registica di Losey. Infatti, l’esagerato quanto trascinante agone messo in piedi dalla coppia Burton/Taylor (quest’ultima più “isterica” che mai) che è al centro della scena è immerso in un’atmosfera quasi fantastica, fatta di costumi sfarzosi e scenografie naturali mozzafiato, che, insieme ai dialoghi, intride il dramma di un simbolismo esasperato, non sempre comprensibile ma che cerca di rivelare il lato più profondo della psiche umana di fronte al momento più misterioso della vita: l’arrivo della morte. A conti fatti un film non facile, forse costruito su un lavoro teatrale non del tutto riuscito, ma estremamente affascinante.