Un'insegnante di pianoforte al Conservatorio di Vienna, Eirka Kohut, sopravvive al rapporto di odio-amore con l'anziana madre grazie alla doppia vita che conduce. Di giorno è una donna fredda e irreprensibile, di notte frequenta cinema porno e peep-show. Quando Walter, un suo allievo ventenne, si innamora di lei Erika pensa di poter dare finalmente sfogo alla sua passione repressa, ma la nevrosi non perdona.
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Haneke riscrive per il cinema l'omonimo romanzo di Elfriede Jelinek. E riscrittura è più pertinente di adattamento, dal momento che sebbene la storia sia quella del libro la struttura narrativa è trasformata. Difatti, detestando le spiegazioni psicologiche, taglia i flashback sostituendoli con la la figura della mamma (la cui funzione è di essere il surrogato del passato di Erika), nel libro assente. Perciò, assenti i flashback. E assenti le musiche. Anche quest'ultime per scelta precisa, da profondo amante della musica (si può comprendere quanto gli stia a cuore questa pellicola) le elimina ritenendo ingannevole l'intrusione di una diversa forma d'arte per nascondere gli "errori" di un film. Quindi 'La pianiste' è Haneke 100%. Sebbene quest'opera non sarebbe mai stata compiuta se Isabelle Huppert non avesse accettato la parte, l'unica attrice - secondo Haneke - che potesse vestire quel ruolo. E 'La pianiste' è soprattutto Isabelle Huppert. Che ha saputo essere mentalmente lucida, sottilmente cattiva, radicale, spietata, impermeabile come l'algida insegnante di piano. Mostrando però anche sentimenti come sensibilità e gelosia nei confronti dell'amore della vita di Erika, Schumann e Schubert.
<<Non è lo Schumann che tutta la filosofia ha dissertato, ma quello di prima, di un attimo prima. Sa bene che sta perdendo la ragione, ne soffre profondamente, ma tenta il tutto per tutto. E' il momento in cui sappiamo ancora che cosa significa la perdita di se stessi, prima di lasciarsi andare completamente>>.
Riuscendo infine ad essere eroticamente folle perché ormai naufraga nelle sue perversioni. Pietosamente fragile perché comprende che è arrivato il suo "attimo prima", che sta perdendo tutto e che per essere definitivamente sconfitta - andata completamente - non le rimane che un ultimo disperato estremo gesto.