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Corto straordinario, che rasenta la perfezione, muovendosi sempre sull'orlo di una dolce malinconia ma senza mai scivolarci dentro. Rappresenta la vita umana ricorrendo ad una metafora davvero intelligente e riuscita, quella di casette, costruite una sopra l'altra. Il mare sommerge tutto. E prima o poi sommergerà anche la casa del vecchietto protagonista. Il mare è invincibile, alla fine probabilmente vincerà lui...ma non è una buona ragione per arrendersi! Ci sarà sempre spazio, sul tetto, per costruirci sopra un'altra casetta, magari più piccola, ma comunque in grado di vincere, una volta ancora, la sfida contro la marea che sale lentamente. Che cosa sia, poi, questa forza che ci spinge ad andare sempre avanti, non si sa. Eppure, c'è un momento nella vita di ognuno, in cui questa forza ci è talmente vicina da sembrare quasi di poterla toccare, di sentirla: un momento in cui essa ci pervade totalmente, un momento che da solo giustifica tutti quelli precedenti e tutti quelli che seguiranno: un tavolo apparecchiato, due bicchieri di vino, due sposini nella loro prima casa, un brindisi alla vita che costruiranno.
A volte basta davvero poco. Poco tempo soprattutto per guardare soprattutto, perché in questi 12 minuti alla fine c'è molto. Molte idee, molte emozioni, un motivetto rilassante e toccante, tanto stile grafico. Se all'incantevole semplicità si aggiunge una profondità simbolica ed un racconto in abisso molto vicino a quella madeleine de "Alla ricerca del tempo perduto" ... chapeaux.
Il più bel cortometraggio mai visto in vita mia. Una delle più belle cose mai viste in vita mia. La più bella metafora della vita e della sua inevitabile fine, del tempo che passa, del ricordo, dell'amore, che io mi possa ricordare. Una delle opere cinematografiche più originali e geniali che abbia mai visto. L' acqua, il tempo che passa,prima o poi sommergerà tutti. La voglia però di andare avanti, di vivere il più possibile, di non lasciarla vinta alla Fine e assaporare il più possibile il miracolo della vita. E poi una piccolo fatto, la caduta di una pipa, ci fa rimmergere nei nostri ricordi, sempre più indietro, casa dopo casa, emozione dopo emozione. E con un processo parallelo a Up ma opposto temporalmente, riviviamo tutta la nostra vita con la magia dei disegni, con lo splendore della musica, quasi in una meravigliosa crasi tra Van Gogh e Mozart. Fino alla fine di tutto, ossia il nostro inizio. E poi si riparte in avanti nel tempo, e soltanto girando intorno a un albero riviviamo come l'abbiamo conosciuta, Lei, l'amore della nostra vita e gli anni che ci sono voluti per conquistarla. Alla fine, inevitabilmente, dobbiamo tornare alla nostra vita, risalire su fino ai giorni nostri, fino a quella che, inesorabilmente, potrebbe essere una delle nostre ultime case, i nostri ultimi anni. Non siamo soli però, abbiamo riportato su con noi, ancor più vivo, il ricordo di Lei e, guardandola negli occhi, brindiamo all'Amore. La prima volta in vita mia che credo nella perfezione.
Sceneggiato, disegnato e musicato con accurata, minuziosissima orientale maestria. Una delicata e nostalgica riflessione sullo scorrere della vita. Sommo riconoscimento ampiamente meritato.
L'estetica dei sentimenti, pura bellezza incontaminata da parole che non servono. Solo immagini e musica. E che immagini e che musica. Dodici minuti di estasi assoluta. Non ho pianto, ma il mio stomaco si è stretto per questo incantevole racconto di vita, per questa storia d'amore e solitudine, per questa surreale immaginazione. Fondamentalmente sono sbalordita. Bellissimo a dir poco.
Come potremmo vivere senza i ricordi? Non riesco ad immaginare la vita senza la possibilità di rivivere il passato, pensate che oblio se la memoria si limitasse a conservare soltanto ciò che abbiamo appena vissuto. E’ nostalgia?, non solo; è un’esigenza, nessuno può sfuggire ai ricordi anche se dolorosi e siamo noi che li andiamo a cercare. Ora, a farci fare questi tuffi nel passato spesso sono dei normali accadimenti della vita quotidiana; un video, la vista di un paesaggio, una canzone, possono farci venire in mente un episodio della nostra vita accaduto tanto tempo prima, come in un sogno ci sembra di riviverlo. Se tutto questo, come succede a me, riesce a trasmettervi una sensazione di piacere guardatevi questo magnifico corto, sono 12 minuti di incanto, meravigliosamente malinconici, meritevoli, ancor più di un semplice oscar, di un momento di riflessione.
E' incredibile quante sensazioni e riflessioni riesce ad evocare questo corto. Delicatissimo e toccante frammento di una condizione di vita, la solitudine come meta inevitabile ma anche come occasione di uno sguardo a ritroso nella memoria di cui l'uomo, nonostante tutto il suo progresso e sviluppo, avrà sempre bisogno. Un dagherrotipo di ricordi da salvare dallo scorrere del tempo che rischia di sommergerli. Meraviglioso e commovente l'accompagnamento musicale.
Non scherziamo, questo cartone è carino, ma non ha un briciolo dell’intensità made by pixar. Che poi lasci dentro molta tenerezza ci può stare. Questi 12 minuti però sono ripetitivi e la grafica mi sembra quella dei giochi della LucasArts. Poi non so con quali altri cortometraggi ha concorso per aver vinto l’oscar…
Viaggio onirico nelle memorie della vecchiaia, del rammarico per le piccole cose che come gocce d'acqua si confondono con l'oceano del progresso. Il ricordo d'un passato lontano e struggente, ma anche la speranza d'un futuro da (ri)costruire. Un capolavoro, vivido ed entusiasmante. E quella colonna sonora magica...
Oscar strappato, a ragione, alla disney e alla Pixar. Mi spiace, ma basta giusto questo corto a stracciare i 90 minuti e passa di Wall-e. Non perché giapponese eh.
Struggente viaggio all’interno dei ricordi di un anziano che vive in un mondo completamente sommerso dalle acque.Costretto a sopraelevare l’abitazione in cui risiede,si troverà a fare i conti con la sua memoria che lo indurrà a rivivere alcuni momenti di un’età ormai perduta. Premiato con l’Oscar questo straordinario corto è una poetica riflessione sulla vecchiaia,un viaggio simbolico attraverso una casa sommersa che in ogni piano cela un ricordo felice ed al tempo stesso malinconico.L’idea narrativa è a dir poco splendida,la grazia con cui viene messa in scena commuove a più riprese grazie ad uno sviluppo fatto di immagini ed emozioni che si amalgamano senza sosta,lasciandoci senza fiato con l’ultima dolcissima sequenza. Il giovane animatore giapponese Kunio Kato si discosta dal tipico tratto grafico degli anime affidandosi a linee molto più grezze, dai colori pastello, ma non per questo meno incisive.Il coinvolgimento è accentuato dall’accompagnamento musicale incantevole. E’ proprio il caso di usare la parolina magica,capolavoro.